Natalino Mele dava una sua prima versione spontaneamente ed asseriva che la mamma e lo “zio” erano morti e che il babbo si trovava a casa a letto malato. Di aver percorso a piedi tutta la strada che dal luogo del delitto in località Castelletti porta a Sant’Angelo a Lecore. Qui aveva suonato all’abitazione del De Felice dando l’allarme.

I carabinieri si dimostrano scettici per la storia di Natalino, gli pare strano che un bimbo di 6 anni potesse aver percorso un tragitto cosi lungo in piena notte e senza scarpe ai piedi. Inoltre non si dimostrava ne stanco ne presentava nessun genere di ferita o graffi ai piedi.

Dal Verbale del 25 Agosto 1968 del MM di Gaetano Ferrero: “sin dal primo momento il piccolo MELE Natale spontaneamente asseriva che la mamma e lo zio erano morti, che erano proprio morti, che il babbo si trovava casa a letto, e di aver percorso a piedi tutta la strada che dal luogo del delitto in località Castelletti porta a S. Angelo a Lecore (sulla SS 66-Pistoiese) dove aveva dato l’allarme, ritenendo che un bambino di quella età non poteva da solo percorrere quel tragitto del cuore della notte buia e senza scarpe perchè lasciate sull’autovettura anche perchè apparentemente non dimostrava di essere eccessivamente stanco, ne i piedi presentavano segni di ferite o graffi, tranne Un rossore marcato alla periferia degli occhi, più marcato in quello destro, si addiveniva nella decisione di effettuare una prova del percorso a piedi, unitamente al MELE Natale stesso.”

Per questa ragione Natalino viene riportato sul posto il giorno 24 agosto 1968.

22 Agosto 1968 Testimonianza di Natale (Natalino) Mele (1°)
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