Dopo l’interrogatorio di Stefano Mele e il primo interrogatorio a Nicola Antennucci avviene il confronto fra Salvatore Vinci e Stefano Mele, confronto organizzato dal sostituto Procuratore Caponnetto. Il Vinci dopo aver interamente confermato la sua precedente deposizione chiede lui stesso un confronto con Stefano Mele.
Quando i due si incontrano Stefano Mele si butta in ginocchio davanti a Salvatore Vinci piangendo e chiedendo perdono di averlo coinvolto.
All’uscita dal carcere delle Murate di Firenze, verso le 16.30, subito dopo il confronto con Stefano Mele, Salvatore Vinci dichiara alla stampa: “Mi ha chiesto perdono. Era un’accusa tremenda. Stefano Mele diceva che ero stato io a consigliarlo di uccidere, che ero stato io a dargli la rivoltella, a portarlo sul posto. Io, ci pensate, a fare queste cose. Non era vero. L’ho detto a tutti perché mi accusava se non gli avevo fatto nulla di male? Mi ha abbracciato, baciato, dicendo di perdonarlo per quello che mi ha fatto soffrire. L’ho perdonato, ma ora corro da mia moglie, chissà com’è in pensiero”.
Le versioni di Stefano Mele cominciano ad essere molteplici e a sommarsi e sovrapporsi l’una alle altre e come vedremo questo cambio repentino continuerà in futuro.