Il 24 agosto 1968 viene interrogato Salvatore Vinci per la seconda volta. L’interrogatorio è condotto dal Procuratore Antonino Caponnetto.

Trascrizione:

PROCURA DELLA REPUBBLICA

Nell’anno 1968 il giorno 24 del mese di agosto in Firenze avanti a noi Dott. Antonino Caponnetto Procuratore della Repubblica, assistito dal sottoscritto reperario è comparso Vinci Salvatore n 1/12/1935 Villacidro, residente la Briglia di Viano, v. 25 aprile 77.

D.R.: Conobbi il Mele circa 7 anni fa, e su loro invito, ho abitato per qualche tempo con loro, precisamente per diversi mesi. La mia relazione con la moglie del Mele ebbe inizio dopo un paio di mesi, relazione che, interrotta circa 5 anni in occasione del mio matrimonio, fu ripresa nel gennaio scorso, avendo io offerto del lavoro al Mele. La donna ha avuto anche una relazione con mio fratello Francesco, anzi a questo proposito preciso che un paio di mesi fa, nel periodo in cui Francesco era in carcere, (a seguito di un litigio tra lui e sua moglie a causa della Mele) la Barbara ebbe a dirmi che aveva paura a venire con me perchè Francesco, prima di entrare in carcere, si era raccomandato tanto con lei perchè non andasse con altri. Della qual cosa a penso lei fosse rimasta impaurita.

Con il Mele sono sempre stato in buoni rapporti.

Io ho cercato più volte di andare incontro alle necessità economiche dei Mele prestando piccole somme di denaro a lui o a sua moglie. Nei primi mesi dell’anno, quando il Mele ebbe un incidente stradale e fu ricoverato in ospedal, mi interessai personalmente verso il negozio che li riforniva di generi alimentari (si tratta del negozio di un certo Lionello di fronte alla casa del Mele), perchè seguitasse a far loro credito, anzi, io stesso per diverse settimane mi addossai il pagamento dei loro conti. In tal modo, accumulandosi nei confronti del Mele un confronto di circa 70 – 75 mila lire anche se non abbiamo precisato il conteggio.

Preciso ancora che nel gennaio scorso avendo avuto necessità di rifare il motore alla mia auto, e di affrontare una certa spesa, io, non disponendo di contanti gli scrissi al garagista, che è di Firenze, una cambiale a firma del Mele con scadenza a quattro mesi. Il Mele non ebbe difficoltà ad aderire alla mia richiesta, tanto più che io in quel periodo ero impegnato ad aiutare loro, naturalmente l’intesa era che questa cambiale l’avrei ritirata io. La cambiale era di 65 mila lire. Alla scadenza della cambiale il Mele mi avvertì e io gli rilasciai un assegno di pari import, sulla Cassa di Risparmio della Briglia. Il giorno successivo, se ben ricordo, il Mele ritirò la cambiale con il mio assegno, e dopo qualche giorno, a una mia richiesta, mi rilasciò una cambiale di 65 mila lire a copertura dei debiti contratti verso di me, e con scadenza 10 agosto 1968.

Ho saputo, la mattina di giovedì scorso che la cambiale era stata protestata, preciso che la cambiale protestata l’ho trovata la sera il giovedì 22 a casa mia al ritorno dal lavoro. Poichè, come ho detto, la cambiale mi è tornata giovedì, non ho avuto modo di parlare con Stefano, pur ripromettendomi di farlo alla prima occasione. Escludo di aver avuto prestiti in denaro da Stefano o da sua moglie. 

D.R.: Sapevo che la Mele aveva altre relazioni, anzi preciso che ero al corrente della relazione fra lei e mio fratello Francesco. Escludo di aver mai fatto scenate di gelosia alla Mele, e di averla mai minacciata per tale sua relazione. Sono stato imputato dai carabinieri per le gravi accuse che il Mele muove a mio carico, e secondo cui io l’avrei istigato al duplice omicidio, e gli avrei a tale scopo fornito l’arma già carica. Non mi rendo conto del perchè Stefano mi accusi. Sono disposto a sostenere un confronto con il Mele.

Si da atto che si procede a parte a confronto fra Mele e il Vinci Salvatore.

Si propone al Vinci un’ultima domanda circa eventuali rapporti finanziari fra il Mele e Vinci Francesco. Il Vinci Salvatore risponde “Non so di prestiti effettuati dal Mele a mio fratello o viceversa. So solo che, quando dopo il Mele ebbe riscosso l’assicurazione dell’infortunio, Stefano ebbe a dirmi che aveva intenzione di aiutare mio fratello Francesco, il quale si trovava in particolare necessità finanziarie perchè doveva pagare spese di giustizia e cambiali, non so di quale importo. Di ciò io rimasi contento. Non so poi se Stefano abbia dato davvero del denaro a Francesco.

A.D.R.: Non ho mai posseduto un’arma. Non so se mio fratello Francesco (manca la pagina successiva).

24 Agosto 1968 Interrogatorio Salvatore Vinci (2°)

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