20 Dicembre 1968 Zodiac: omicidio di Betty Lou Jensen e David Faraday

DATA DEL DELITTO: Venerdì 20 DICEMBRE 1968
LUOGO DEL DELITTO: Benicia, California del Nord, USA.
ORARIO: approssimativamente le 23:15
VITTIME: David Faraday, 17 anni. Betty Lou Jensen, 16 anni.
SCENA DEL CRIMINE: parcheggio sterrato corrispondente all’entrata della Benicia Water Pumping Station, sulla remota Lake Herman Road.
ARMI USATE: una calibro .22 semi-automatica non identificata, proiettili marca Winchester Western Super X Long Rifle ramati.
CASO: Irrisolto

“…Our love was like the water
That splashes on a stone
Our love is like our music
Why is it here, and then it’s gone?”

No Expectations – The Rolling Stones. Dicembre 1968.

E’ la notte del 20 dicembre 1968, ed è una notte fredda a Benicia, California del Nord, Stati Uniti. Notte di novilunio. E’ un venerdì sera, e Betty Lou Jensen (16) e David Faraday (17) sono due giovani studenti al loro primo appuntamento ufficiale.

Alla Hogan High School, scuola frequentata da Betty Lou, è in corso una festa che precede il prossimo Natale. I due ragazzi lasciano la festa intorno alle 22:00 e percorrono Lake Herman Road, una lunga e solitaria strada di campagna che collega la citta di Vallejo con Benicia. La strada è conosciuta dai giovani del luogo come una “lover’s lane”, una “via degli innamorati”, un posto dove trovare intimità nella California del Nord.

Una rientranza sulla strada, corrispondente all’entrata della Benicia Water Pumping Station, nei pressi del Lago Herman, offre riparo da occhi indiscreti. Ciononostante, per la conformazione della strada (un lungo rettilineo che attraversa le colline Californiane), i ragazzi appartati possono vedere i fari delle auto in avvicinamento.

David e Betty Lou sono nella Rambler Station Wagon del 1961 appartenente a David, parcheggiati ed entrambi sui sedili anteriori.

Intorno alle 23:00, i ragazzi non sono più soli. C’è qualcuno vicino alla Rambler, dalla parte del finestrino del passeggero. Quel qualcuno è armato di pistola, e con ogni probabilità sta interagendo con i due ragazzi. Con ogni probabilità, quel qualcuno armato di pistola sta intimando ai ragazzi di scendere dall’auto. I due non sembrano collaborare con l’aggressore che, come avvertimento, spara due colpi.

Un colpo terminerà la sua corsa nel tettuccio della Rambler, a pochi centimetri da Betty Lou, ed il secondo colpo attraverserà il finestrino posteriore dell’autovettura.

A questo punto, i ragazzi scendono, probabilmente entrambi dalla parte del passeggero.

Appena sceso dalla macchina, David verrà attinto da un colpo a bruciapelo dietro l’orecchio sinistro sparato da una pistola calibro .22 semi-automatica che, ad oggi, resta non identificata (si pensò a due modelli in particolare: una J.C. Model 80, ed una High Standard Model 101, ma ad oggi rimane l’incertezza sul modello di calibro .22 usata dall’assalitore) .

David crolla immediatamente a terra, in fin di vita a causa del colpo che, di lì a poco, si rivelerà fatale. Betty Lou a questo punto probabilmente prova a scappare verso la strada, ma cinque proiettili la raggiungono nella porzione destra della schiena durante la sua breve fuga. Betty Lou cade a terra, morta, a circa 10/15 metri dalla Rambler Station Wagon di David Faraday.

A pochi minuti dall’aggressione, intorno alle 23:20, i due ragazzi vengono notati dall’automobilista di passaggio Stella Borges, che immediatamente e ad alta velocità si reca verso la stazione di polizia di Benicia. Dopo qualche chilometro la sua macchina si imbatte nella pattuglia del Capitano Daniel Pitta che, dopo pochi minuti, è già sul luogo del delitto. Nella sua testimonianza purtroppo Stella Borges non offrirà dettagli utili, in quanto non ha notato macchine allontanarsi dalla scena durante il suo percorso.

Sulla scena, Betty Lou Jensen, nel suo vestito viola, è morta in seguito ai cinque colpi che hanno raggiunto la sua schiena. David Faraday giace a pochi centimetri dalla ruota posteriore destra della Rambler. Respira ancora, ma verrà dichiarato morto alle 00:05, al suo arrivo all’ospedale di Vallejo.

Articolo a cura di Daniele Trinchieri