Natale (Natalino) Mele

Il Dr. Giovangualberto Alessandri incontra Natalino presso l’Istituto vittorio Veneto per orfani di guerra di Firenze. Natalino è ospite dell’istituto da oltre 7 mesi.

Viene chiesto a Natalino di raccontare la serata del 21 agosto, il bimbo riferisce l’uscita dal cinema, il bambino dice di essere stato preso in macchina con la mamma dallo “Zio” e di essere andato al cinema, c’era un film di guerra e poi usciti videro un uomo che non sa dire chi fosse e con il quale non parlarono però né la mamma né lo “Zio”, quindi andarono via con la macchina. Racconta di aver sentito 5/6 colpi e la prima ad essere colpita è stata la mamma.

Natalino riferisce di aver visto sul luogo dell’omicidio sia suo padre, arrivato con una bicicletta marrone, che suo zio Piero, quello che abita a Scandicci, arrivato con una bicicletta celeste. Identifica lo zio Piero come colui che ha sparato. Cinque, sei colpi e poi a visto gettare la pistola nel fosso. Afferma anche di aver visto Francesco Vinci, ma messo in contraddizione afferma che era stato il padre a dirgli di dire di averlo visto. Inoltre afferma che lo zio Piero gli ha riferito di aver visto Salvatore fra le canne.

Questo il verbale: Testimonianza Natale Mele

L’anno 1969 il giorno 21 del mese di aprile alle ore 10 in Firenze via Benedetto Fortini 37 – Istituto V. Veneto.
Avanti a noi dr. Alessandri G. Gualberto consigliere Istruttore con l’intervento del dr. Spremolla P.M. e con la presenza altresì del Tenente CC/ Dell’Amico assistiti dal sottoscritto comandante del nucleo Inv. CC. Firenze e M.M. c.s. Gaetano Ferrero comandante Tenenza Signa.
Si è avuta la presenza del bambino sottoindicato.

Interrogato quindi sulle sue generalità esso risponde: sono e mi chiamo Mele Natalino, nato a S. Casciano V.P. il 25.12.1961 residente a Lastra a Signa via XXIV maggio nr. 177 ed attualmente presso l’istituto Vittorio V. suddetto.

Si dà atto che il bambino dopo avere parlato sull’attuale sua vita presso l’Istituto, viene interrogato per ricordare fatti salienti:
Poiché il bambino sta giocando con carro armato e domandatogli se gli piacciano le pistole risponde di no.
Chiestogli se il di lui padre avesse in casa una rivoltella risponde di no.
Chiestogli se si ricordi di essere stato in casa di Piero, zio di Scandicci, e, chiesto se ci sia stato volentieri risponde di sì
Portato a parlare di quanto avvenne quella sera il bambino dice di essere stato preso in macchina con la mamma dallo “Zio” e di essere andato al cinema, c’era un film di guerra e poi usciti videro un uomo che non sa dire chi fosse e con il quale non parlarono però né la mamma né lo “Zio”, quindi andarono via con la macchina.
Vide che la mamma scese dalla macchina e cambiò posto con lo “Zio” che si mise a sedere e tirò
giù il sedile.
Sentì che la mamma parlava con lo “Zio” ma non sa dire cosa dicessero.
Chiestogli se la mamma abbia solo parlato, se abbia fatto la lotta con lo zio, risponde che non ha fatto “la lotta”;
chiestogli se sentì sparare risponde di si.
Chiestogli chi c’era con il padre il bambino insistentemente dice che con il padre c’era lo “Zio Piero” da Scandicci;
Chiestogli chi abbia sparato il bambino [dice] “Piero”.
Chiestogli quanti colpi dice 5 o 6.
Il bambino a domanda risponde che per primo fu sparato alla mamma;
il bambino dice altresì che lo zio Piero era venuto con una bicicletta celeste ed il padre con una bicicletta marrone.
Il bambino dice ancora che la rivoltella fu gettata nel fosso vicino e che lui andò via con il padre che lo portò in braccio.
Chiestogli se gli abbiano detto di non dire quello che ha invece rivelato, risponde che il padre gli  aveva detto di non dirlo.
Chiestogli se c’era anche Vinci Francesco dice di si.
Chiestogli allora di ricordare chi abbia visto quella sera, ricorda oltre il papà, la mamma, l’uomo che era in macchina che lui chiama anche “Zio”, lo zio Piero e non menziona il Vinci Francesco.
Chiestogli perché non lo abbia ricordato risponde “Me lo disse il babbo di dire di averlo visto”.
Chiestogli se lo zio Piero gli abbia detto di non dire nulla dice di no.
Si dà atto che a questo punto l’interrogatorio viene sospeso per non stancare il bambino che
dimostra di essere commosso. Prima di allontanarsi rinnovata la domanda se lo zio Piero gli abbia detto di non dire qualcosa il bambino dice “Mi disse di avere visto Salvatore fra le canne”.

21 Aprile 1969 Testimonianza Natale (Natalino) Mele (3°)

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