La testimonianza del ragazzo non cambia molto dalla precedente, continua ad escludere la presenza di Francesco Vinci ed insiste su quella di Pietro, anzi aggiunge che quando era a casa sua gli aveva detto di non raccontare niente e in particolare di non dire Pietro. Natalino, dopo l’omicidio della madre e con il padre in carcere è rimasto svariati giorni presso gli zii.
Questo il verbale 1969 05 16 – Testimonianza Natalino
L’anno 1969 il giorno 16 del mese di Maggio alle ore 11,20 Firenze – Istituto “Vittorio Emanuele” Avanti a noi dr. Giovangualberto Alessandri Consigliere Istruttore con l’intervento del Sost. Procuratore della Repubblica Dr. Antonio Spremolla.
Interrogato quindi sulle sue generalità esso risponde: sono e mi chiamo Mele Natalino già in atti qualificato. Vengono rivolte al bambino le seguenti domande:
Ti ricordi cosa dicesti l’ultima volta che ti interrogammo? Il babbo era solo? (Il bambino risponde prontamente): “No”.
E con chi era? Segue una pausa di silenzio.
Oh non te ne ricordi? R. Aspetta. (Il bambino continua a pensare).
Chi c’era quella sera? R. Non me lo ricordo.
La rivoltella la teneva il babbo? R. (Data prontamente) – No.
Chi aveva la rivoltella? R. (pausa prolungata di silenzio. Si nota che il bambino cerca una risposta che, non dà).
Il babbo era solo? R. (altra pausa meditativa – Poi risponde) “Mi sembra di no”.
Chi ti sembra che ci fosse? Ricordi chi c’era con il babbo? R. (Pausa. Poi dice) “Ci sto pensando”.
Ma tu dormivi nella macchina? R. Sì.
Ma come ti sei svegliato? R. Quando ho sentito i colpi.
Ed allora chi hai visto? R. Ho visto il babbo.
Solo? R. (Pausa senza risposta).
Era solo il babbo? R. (Pausa di meditazione),
Le altre volte hai detto un nome. Te ne ricordi? (La domanda viene riproposta spiegandola meglio, senza fare accenni a nomi di persone riferiti dal bambino o da altri). R. Non mi ricordo più.
L’altra volta dicesti che c’era Pietro? R. (prontissima) “No. Ha sparato Pietro”.
Chi è Pietro? R. Quello che sta a Scandicci.
Ma è tuo parente? R. È mio zio.
E perché prima non lo dicevi? R. Stavo pensando.
C’erano solo tuo padre e Pietro? R. (Pausa senza risposta).
Ma come fai a dire che Pietro sparava se dormivi? R. Quando mi sono svegliato.
Ma ha sparato dei colpi quando eri sveglio? R. Sì. Tutti i colpi non li aveva ancora sparati.
E come sparava? Cosa aveva in mano? R. La rivoltella.
E dove la teneva? Tu eri in macchina? Ha rotto il vetro? R. (all’ultima domanda) “No”.
Come ha fatto? La rivoltella la teneva in mano? R. La teneva in su e sparava di fuori. Il finestrino era aperto.
Senti, chi è stato colpito prima. La mamma o lo zio? R. La mamma. (Riproposta la domanda, la conferma).
La mamma dov’era? R. In macchina.
Da che parte era? R. Te l’ho già detto quel giorno.
Non me lo ricordo. Ripetilo. R. La mamma era dalla parte del volante e lo zio no.
Era seduto lo zio? R. Sì.
La tua mamma guidava? R. No.
Come mai era seduta al volante? Aveva cambiato posto? R. No. Non l’ho visto… ma certamente ha cambiato posto.
Dormivi quando cambiò posto? R. Un pochino dormivo, un pochino ero sveglio.
Chi c’era ancora con Pietro? R. C’era solo il babbo.
Perché non lo hai detto ai Carabinieri che c’era anche lo zio Pietro? R. (Pausa – Poi dice) “Non me lo ricordavo”.
Ma Francesco c’era? R. (pronta) No. Non c’era.
Ma tu lo conosci questo Francesco? R. Si chiama Vinci Francesco.
Ma non c’era allora Vinci Francesco? R. No. Non c’era.
Cosa fa questo Pietro che sta a Scandicci? R. (Pausa – poi risponde) “Non lo so”.
Oh come mai non lo avevi fatto il nome di Pietro? C’era qualcuno che ti aveva detto di non dirlo? R. No. Non me lo ricordo. Nessuno mi aveva detto di non dirlo.
L’altra volta dicesti che il babbo e Pietro ti dissero di non dirlo di Pietro. R. No.
Ma sei stato in casa dello zio Pietro? R. Sì..
E dicesti che ti aveva detto di non dir nulla? R. Sì.
Anche il babbo ti aveva detto così? Te ne ricordi? R. Sì. Ma però ha detto di non dire niente alla gente.
Chi ti ha detto così? Il babbo o lo zio? R. Il babbo.
A questo punto viene sospeso l’esame del bambino. Il presente verbale non viene fatto sottoscrivere al bambino data la sua tenera età ed è quindi sottoscritto solo dall’Ufficio. Trascrizione cura di Antonio Segnini.