Il 27 maggio 1969 Silvano Vargiu viene interrogato presso le carceri dove è detenuto da il GI e dal PM e dichiara di aver conosciuto i fatti attraverso i giornali, di essere figlioccio del Salvatore Vinci, di essere a conoscenza di una relazione di Salvatore e del fratello Francesco Vinci, con la moglie di Stefano Mele, notoria in pubblico, e che quest’ultimo ha anche dormito un paio di volte in casa della donna. Egli prosegue affermando che, effettivamente la sera del delitto è stato al circolo di Prato con Salvatore ed un altro operaio, ove hanno fatto una partita a biliardo, e che al termine, mentre lui è rimasto a Prato, Salvatore Vinci è ritornato a casa alla Briglia con il suo amico. Il Vargiu, poi, a specifica domanda, chiarisce di aver detto a Francesco Vinci durante la precedente detenzione che Stefano Mele pensa che ad uccidergli la moglie sia stato proprio lui, e che i suoi parenti lo avrebbero pedinato per tale motivo.
Vedi Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.