Il mercoledì 22 Marzo 1972 viene ritrovata morta, in via della Pietra nella zona di via Bolognese, una delle strade che raggiunge il Mugello, Miriam Ana Escobar di 19 anni, nata il 27 aprile 1953, ed originaria del El Salvador.

Il corpo viene ritrovato da Giovanni Crosetti subito dopo l’ingresso di villa Chiaravalle, di proprietà Tayar, dove lo stesso Crosetti stava trasportando della terra.

La ragazza indossa un giubbotto di camoscio imbottito di pelo bianco, una camicetta gialla, una gonna di pelle, ha le calze ma non le scarpe, alla mano destra un piccolo anellino. Non c’è nessuna borsa ne nessun documento.

Chiamate le forze dell’ordine sul posto arrivano il capo della Criminalpol e Vicequestore Elio Gerunda, il dirigente della Squadra Mobile Scola con il Capitano Lieto sempre della Squadra Mobile, due commissari Impallomenni e Busacca.

Una volta rimosso il cadavere e trasportato all’Istituto di Medicina Legale il Prof. Riccardo Cagliesi Cingolani esegue l’esame autoptico. Dallo stesso esame autoptico si apprende che la donna è morta tra le 23.00 e le 24.00 del giorno 21 marzo. La morte sembra sia sopraggiunta mediante strangolamento con l’uso di un foulard o con delle calze, l’azione di strangolamento ha determinato l’asfissia per l’ostruzione delle vie aere. Il corpo non presentava violenze di sorta.

Il nome della giovane viene accertato due giorni dopo, il 23 marzo, in quanto il Dott. Angelo Corvaya , dipendente della casa editrice Einaudi, si presenta alla Questura per denunciare la scomparsa, sin da martedì 21, della propria collaboratrice domestica presso la sua abitazione di viale Redi 65.

Il Procuratore Ubaldo Nannucci mostra al Corvaya le fotografie del corpo della giovane e il Corvaya riconosce la sua collaboratrice Miriam Ana Escobar che si occupava, come baby sitter, anche del figlio dell’uomo di nome Carlo. Lavorava in Italia da circa tre mesi ed abitava nel quartiere San Jacopino (NdR: il quartiere, come vedremo, dove abitavana Susanna Cambi, Elisabetta Ciabani, ed anche Gabriella Caltabellotta).

Il figlio Carlo riferì che era uscita di casa verso le 21.30 del martedì 21. Gli inquirenti perquisirono la casa e la Macchina del Corvaya ed accertarono che i giubbotto indossato dalla donna apparteneva al Corvaya stesso. Non emerse nessun indizio particolare.

Ovviamente non è stato mai trovato il colpevole.

Questo omicidio viene considerato il primo delle cosi dette “morti collaterali” rispetto alla vicenda del MdF. La ragione del parallelismo con la vicenda MdF  risiede nel fatto che l’8 o 9 novembre 1988 al giornalista Paolo Vagheggi viene recapitata una lettera anonima.

L’indirizzo era stato scritto utilizzando ritagli di giornale, esattamente come aveva fatto il Mostro di Firenze quando, tre anni prima nel 1985, aveva inviato alla Dottoressa Silvia della Monica un macabro lembo di seno escisso alla sua ultima vittima. Nella missiva a Vagheggi c’era però una strana tabella contenente date e simboli zodiacali. Le date erano quelle dei delitti del Mostro e sembravano rappresentare una specie di inquietante carta astrale. C’era però un dettaglio che stonava, era evidenziato il 1972, un anno in cui il Mostro non aveva colpito. Accanto alla data c’era la scritta “May” e la sigla ME. Fu un amico del giornalista che gli fece notare che effettivamente nel 1972 un omicidio c’era stato.

L’omicidio era stato compiuto in maggio, MAY in inglese. Quella sigla ME poteva indicare le iniziali della vittima, Miriam Ana Escobar, oppure poteva voler dire ME nel senso di IO. (NdR: in realtà il delitto è avvenuto a Marzo)

La busta viene recapitata proprio al giornalista che aveva fatto un articolo, un anno prima, su un’altra strana lettera anonima, questa volta contenente una videocassetta con registrate delle trasmissioni sul Mostro. Quella videocassetta aveva come base musicale “Anna” di Battisti che recita ossessivamente “Anna, voglio Anna”. Anna come Miriam ANA Escobar. (Giuseppe di Bernardo modificato QUI).

In molti sostengono che quegli omicidi “collaterali”, non potessero essere attribuiti al MdF a causa di un modus operandi molto diverso. Nella realtà altri di questi omicidi seguiranno nel corso dell’inchiesta e con essa si intrecciano in vari modi.

Forse ci troviamo di fronte ad un assassino che si sente “vicino” al MdF, quasi un suo ideale adepto, e vorrebbe a lui essere legato? Per questo inserisce il suo delitto tra quelli del suo più noto “collega”? Pensare a due serial killer che agiscono contemporaneamente nella stessa città è una combinazione davvero improbabile anche se possibile. Oppure i delitti delle coppie non sono gli unici delitti del MdF.

(Da uno studio effettuato sulla presenza della Luna in cielo il delitto della Escobar risulta con la Luna presente in cielo. Questo dovrebbe far pensare che come omicidio non rientra nella ritualità del MdF)

22 Marzo 1972 Delitto di Miriam Ana Escobar
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