Poiché successivamente alla perquisizione eseguita nel abitazione di Guido Giovannini e nella sua autovettura, sono emerse circostanze tali da fare ritenere opportuno procedere al sequestro (illeggibile) coltelli, cacciavite, pennato); dato che alla dichiarazione rese dal Barbugli emerse che de lo sconosciuto che ebbe a minacciarlo brandiva un pennato senza cresta, ed essendo stato questi stato identificato nella persona del Giovannini; avendo accertato che per la carabina già notata nella cantina del Giovannini non è stata denunciata la relativa detenzione; essendoci altresì saputo che l’arma impropria usata per commettere il duplice omicidio potrebbe identificarsi in un coltello da punta e taglio a lama lunga; riferite tali circostanze al Pretore di Borgo S.Lorenzo da parte di quel comandante di Stazione, si procedeva, su conforme disposizione di detto magistrato, ed in forza dell’ordine di perquisizione e sequestro da lui emesso nei confronti del Giovannini, in data odierna (18/9/1974), i militari dell’Arma di Borgo S.Lorenzo, attenendosi anche alle direttive del sottoscritto, si recavano presso l’abitazione del Giovannini, ove chiedevano ed ottenevano, al fine di sequestro effettuato, dalla moglie del Giovannini, la consegna di un pennato, di un coltello da cucina, di un coltello da punta e taglio, a molla, di altro coltello e punta e taglio, a lama lunga, di un cacciavite ricurvo, di una carabina ad aria compressa mod.35, “Diana”, con anima rigata meglio descritti nel relativo verbale, le armi improprie per tenerle a disposizione dell’A.G., per eventuali accertamenti che ritenesse opportuno fare praticare su di esse, la carabina perché non è stata presentata la prescritta denuncia di detenzione e per accertare, inoltre, la provenienza.
Il Giovannini Guido è dipendente della ditta Lisi, di Borgo S.Lorenzo, come montatore meccanico; in atto, e da lunedì 16 corrente, trovasi fuori sede, negli Abruzzi, per motivi di lavoro.