Renato Malatesta di professione bracciante agricolo e spazzino, marito di Maria Antonietta Sperduto da cui ebbe i figli: Luciano, Laura e Milva viene ritrovato impiccato.
Negli anni ’80 vivevano presso Spedaletto a San Casciano Val di Pesa.
Il Malatesta fu trovato impiccato in una stalla di Spedaletto da Antonio Andriaccio, che dichiarò: “Vidi che pendeva dalla trave, aveva i piedi un poco sollevati da terra. Lì vicino c’era una panca. Ci sarà montato sopra per poi buttarsi sotto“.
La figlia, Laura, raccontò ai carabinieri di San Casciano d’aver visto più volte Pietro Pacciani e Antonio Andriaccio picchiare il padre minacciandolo: “T’impiccherò, t’ammazzo, ti ritroverò da solo“. La moglie e il figlio di Malatesta, Luciano, confermarono.
Gabriella Ghiribelli dichiarò il 23 dicembre 1995: “Io ho conosciuto personalmente Renato e lui mi confidò di essere stato minacciato e picchiato più volte da qualcuno dichiarando inoltre che non poteva darmi altri particolari per evitare che anche io venissi coinvolta.” Parlando di Renato Malatesta l’8 febbraio 1996 disse: “Nella mia attività di prostituta, in anni molto lontani, ho conosciuto anche un tale Renato, che poi ho saputo essere, rispettivamente, marito della Sperduto e padre della Milva. Il Renato conosceva Salvatore Indovino ed io l’ho conosciuto tramite Indovino. E’ venuto da me 4 o 5 volte, di domenica, quando mi prostituivo alla pensione Banchi e non alla Tamerici. Era un tipo riservato e non voleva farsi vedere dagli altri contadini che venivano con me alla pensione Tamerici. Anche lui era delle parti di San casciano, ma non voleva far sapere che veniva con me la domenica e quindi mi chiese se conoscevo una pensione diversa dalla Tamerici, dove andavo con gli altri di San Casciano. Ho saputo dopo quasi un anno dal fatto della sua morte, anche perchè nessuno a San Casciano, sapeva che lo conoscevo bene. Il Renato sapeva che dovevo venir ad abitare a San Casciano con il Galli. Quando veniva da me era sempre nervoso ed agitato. Mi sembra sia venuto di giovedì sera e di sabato e di domenica. Era un tipo diverso dagli altri: cercava di sfogarsi. Una volta venne tutto segnato, con la faccia graffiata ed un occhio nero. Mi disse che gliele avevano date. Io lo smorzai, anche se si voleva confidare, dicendogli che, a mio parere , aveva partecipato ad una scazzottata.“
Delle indagini si occupa l’appuntato Filipponeri Toscano dei CC. di San Casciano Val di Pesa. L’indagine sarà chiusa lo stesso giorno 24 dicembre 1980.
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