L’appuntato Filipponeri Toscano dei CC. di San Casciano Val di Pesa chiude ufficialmente le indagini su Renato Malatesta inviando un fonogramma al Comando Provinciale dei CC, circa alle dieci di mattina, in cui, riferendosi alla morte di Renato Malatesta, afferma trattarsi di: “un sicuro caso di suicidio“.
Da alcune foto che non erano state mostrate per intero risultava che Renato Malatesta, con i piedi, toccava il pavimento. Ciò che fu considerato suicidio successivamente viene rivalutato, tanto che viene riesumato il corpo (vedi 19 luglio 2007). Questo episodio, all’epoca apparentemente insignificante, assume in seguito una valenza diversa. Sia rispetto ai movimenti di via Faltignano, sia rispetto alla presenza in zona di personaggi entrati nelle indagini, sia per il fatto che il carabiniere Filipponeri Toscano stesso che indagò sulla morte di Malatesta e che entra poi nelle stesse indagini sul MdF. Con molta probabilità l’episodio non ha un aggancio diretto con i fatti del MdF, ma testimonia un ambiente che si era creato intorno a via di Faltignano e a determinate persone. Ambiente non solo fatto di omertà e complicità, ma anche di appoggio logistico ai membri della comunità in oggetto.
Ma quello nella foto è il Malatesta?
No, è Filipponeri Toscano.