Nato a Foligno il 04/10/1949 e residente, al momento della morte, in via Girolamo Savonarola 31 scala C a Perugia.

Il padre di Francesco Narducci è Ugo Narducci, un affermato ginecologo primario all’ospedale di Foligno, e la madre Elisabetta Valeri.

Laureato in medicina all’Università degli Studi di Perugia con una tesi in cardiologia dal titolo: “Recenti acquisizioni in tema di eziopatogenesi dell’ipertensione arteriosa. Progressi nella sua valutazione mediante il comportamento del sistema renina-angiotensina?”  ottenendo il massimo dei voti (110/110) nel 1974.

Nello stesso anno, 15 novembre 1974, risulta essere riformato dal servizio militare.

Titolare di un assegno di studio del ministero della Pubblica Istruzione dal 1974 al 1978. Assistente incaricato presso la clinica medica del Policlinico di Perugia fino al 1980, assistente ordinario fino al 1984, anno in cui diventa il più giovane pro­fessore associato d’Italia: cattedra di Fisiopatologia Digestiva dell’Università di Perugia.

Il fratello Pier Luca Narducci laureato in medicina con specializzazione in ginecologia. La sorella Elisabetta Maria Narducci è una insegnante di educazione fisica nelle scuole medie.

Francesco è alto un metro e ottantasei (1.86), ha un fisico asciutto e atletico, quello che si dice una bella presenza. Pratica molti sport, tennis e nuoto in particolar modo. Da ragazzo andava a caccia insieme al padre ed è da allora che impara a sparare, passione che coltiva come conferma l’iscrizione al poligono di tiro di Umbertide, alle porte di Perugia, dove si allena con una pistola Beretta semi automatica probabilmente una calibro 22 Long Rifle che tiene nel vano portaoggetti della sua auto. 

Assistente incaricato presso la clinica medica del Policlinico di Perugia fino al 1980, assistente ordinario fino al 1984, anno in cui diventa il più giovane professore associato d’Italia con la cattedra di Fisiopatologia Digestiva dell’Università di Perugia.

Francesco Narducci si innamora di una ragazza di cognome Mecatti, rapporto osteggiato dalla famiglia, soprattutto dalla madre, sia per l’estrazione sociale della ragazza che per il fatto che ha un’età maggiore di quella di Francesco.

Francesco Narducci conosce Francesca Spagnoli nel 1977 nella villa dei nonni Spagnoli sita a Prepo, un sobborgo di Perugia. L’occasione è il diciottesimo compleanno di una delle tre sorelle Spagnoli. Francesca Spagnoli ricorda cosi l’incontro: «Francesco indossava un abito di lino bianco… quella sera lui si accorse di me. Da principio non mi parve possibile. …presi però coscienza del miracolo il sabato sera di due giorni dopo, alla festa per i diciotto anni di sua sorella Maria Elisabetta alla villa di San Feliciano. Francesco mi venne incontro: “Come stai?”. Non mi abbandonò più da quell’istante fino alla morte. Avevo sedici anni e mezzo, lui quasi ventotto».

Il padre di Francesca, Gianni Spagnoli, non era molto favorevole all’unione dei due ragazzi, ma Francesca era decisa. Fu l’intervento del loro medico di famiglia, Mario Bellucci, intimo amico sia di Gianni Spagnoli che di Ugo Narducci, entrambi nella loggia massonica di cui Bellucci era Gran Maestro, a convincere Gianni al matrimonio.

Segue un breve fidanzamento e poi le nozze, che si celebrano nella chiesa di Santa Maria di Prepo, il 20 giugno 1981.

Subito dopo il matrimonio Francesco Narducci si recò negli Stati Uniti per otto mesi.

Francesco Narducci lavorava anche presso uno studio privato in via dei Molini a Foligno dove si recava più volte alla settimana con un’infermiera del reparto dell’ospedale. Vedi dossier di Valerio Pasquini Pag. 5

Francesco Narducci sparì misteriosamente il giorno 8 ottobre 1985 e fu ritrovato morto, ufficialmente, il 13 ottobre 1985.

Francesco Narducci

33 pensieri su “Francesco Narducci

  • 5 Giugno 2021 alle 10:12
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    È possibile sapere del poligono di tiro di Umbertide? Perché dell’esistenza non ho rinvenuto tracce…. grazie

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    • 5 Giugno 2021 alle 11:24
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      ehehehe non è che scriviamo su commissione. Quando e se verrà fuori nella cronologia ne scriveremo. Nel gruppo “i mostri di Firenze” c’è una persona che dice che ha sparato allo stesso poligono quando c’era Narducci.

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      • 28 Giugno 2024 alle 10:59
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        Buongiorno, senza mettere in dubbio la testimonianza ricordo che per andare al poligono non serve avere il porto d’arma o tantomeno possederne una regolarmente.

        Bastava specialmente negli anni 80 ma vale ancora oggi esser iscritti ed abilitati al maneggio, e affittare armi e munizioni.
        F.N. per assurdo potrebbe aver fatto una prova quel singolo giorno mai piu’ripetuta.

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        • 28 Giugno 2024 alle 20:59
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          Concordo, ma la moglie testimonia il possesso di un’arma.

          Rispondi
          • 4 Luglio 2024 alle 08:52
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            Possedere una pistola, non implica il farlo regolarmente.
            Narducci non avrebbe avuto difficolta’ in anni di terrorismo, visto il ceto sociale e la posizione della famiglia ad avere un porto d’armi da difesa personale.
            Ne sono state trovate tracce.
            Ma avrebbe preso una 22lr per la difesa personale? La avrebbe tenuta nel cassetto della macchina.
            Ricordo una deposizione della vedova che ricordava che il marito la tenesse nel cassettino della macchina. Se lasci la pistola nel cassettino dell’äuto rischi una denuncia per incauta custodia, ci sono esempi di cacciatori (sentenze) che sono andati al ristorante lasciando il fucile nel baule.
            La vedova dichiaro’ di aver visto una semi auto nera ( Brunita) ma non mi pare che fece dichiarazioni sul calibro.

          • 4 Luglio 2024 alle 09:17
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            Concordiamo. Sembra che furono fatti accertamenti ma non risultò niente.

  • 5 Giugno 2021 alle 20:27
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    Noto che in questa bio non è indicata la data di affiliazione del FN alla Massoneria nè il nome della Loggia di affiliazione. Chiedo, ma ci sono prove documentali che effettivamente fosse un massone come sempre si legge in rete, o sono solo voci e riporata di terze persone, quindi da prendere con le molle in quanto informazione non confermata? Grazie

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    • 6 Giugno 2021 alle 07:21
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      Non credo che ci possa essere una prova provata a meno che la loggia stessa non fornisca i nomi degli associati, come fra l’altro dovrebbe fare per legge, certo l’ambiente era frequentato da parenti e amici… dubito che fosse estraneo.

      Rispondi
      • 1 Agosto 2022 alle 07:39
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        Salve
        Ha qualcosa che certifichi l’appartenenza?

        Rispondi
  • 6 Giugno 2021 alle 17:58
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    Grazie della risposta, che leggo solo ora. Non mi stupisce più di tanto che una Loggia non sbandieri ai quattro venti i nomi dei propri associati, però senza conferma di affiliazione, etichettarlo come massone diventa un falso e può pure rischiare di essere altamente depistante; che poi magari potrebbe essere proprio quello il punto per cui qualcuno ne mise la voce in giro. Purtroppo già non ci si può fidare più di tanto di cosa è stato ufficialmente documentato, se si va poi pure appresso alle voci, davvero il rischio di depistaggi e di favorirli inconsciamente, sale alle stelle. A questo punto e con il supporto del rifiuto di fornire il nome dei propri membri, oltretutto verrebbe pure a cadere la sempre vociferata vicinanza a quegli ambienti, che altrettanto non dovrebbero essere provati ed identificabili. E quando anche lo fossero, proprio per la segretezza che certe Logge massoniche ammanta, viene molto difficile credere che avrebbero potuto cooptare un non affiliato mettendolo a addirittura a parte del segreto criminale dei delitti del mostro di Firenze. Sinceramente sparavo molto che la vostra bio contenesse una dimenticanza! Mi avrebbe fatto stare più tranquilla. La vostra cortese risposta purtroppo invece mi ha lasciato molto da pensare e tantissimo da rivedere. E se infatti fosse vero il contrario? Ossia un FN del tutto estraneo a massoneria e mostro di Firenze, e che proprio quel motivo viene scelto essere incastrato? Alcuni altrimenti ostici particolari, andrebbero a posto senza sforzo in quest’ottica e si eviterebbe di cascare nel tranello delle voci messe in giro ed alimentate ad arte. Ancora grazie per il chiarimento.

    Rispondi
    • 6 Giugno 2021 alle 20:44
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      Liberissima di crederlo, come credere alle favole, ma oggi è cosa comune credere a prescindere.

      Rispondi
  • 7 Giugno 2021 alle 07:24
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    Anche credere a FN massone senza che esistano documenti che ne dimostrino l’affiliazione ad una Loggia allora è credere alle favole o credere a prescindere. Ritengo si debba avere la capacità di tenere la mente aperta e sempre relazionata a ciò che è appurato, non usare ipotesi e possibilità come pietre angolari dalle quali fare derivare il resto. Se non ci sono prove dell’affiliazione del FN alla massoneria, come prima mi avete confermato, non si può fare finta che invece ci siano e che quindi su quella finzione si possano imbastire e dedurre conseguenze.

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    • 7 Giugno 2021 alle 08:39
      Permalink

      Guardi che i discorsi filosofici non è che spostano la situazione da quello che è. Mi sembra che abbia letto poco riguardo alle affiliazioni massoniche della famiglia in oggetto e non solo di quella, ma di tutte le famiglie che la circondavano. Provi a domandare a Mignini se era massone o no? Provi anche a domandare secondo l’idea della procura chi erano “le mani” che hanno stretto quel collo. Questi discorsi inutile sono necessari solo per depistare dalla realtà oggettiva delle cose. Chi chiede una prova per qualsiasi cosa è il primo che non capisce che in molte delle cose che riguardano il MdF prove non ce ne sono e ci si dovrebbe domandare perchè queste prove sono assenti, non usarle come mezzo per far pensare gli altri in maniera errata. Le prove servono in un processo, gli indizi in un’indagine. Se l’indagine viene interrotta con escamotage evidenti le prove non si realizzano. Su scendiamo dal pero che non parla con gente nata ieri.

      Rispondi
    • 27 Agosto 2021 alle 00:30
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      Signora solo a Perugia ce ne sono 19 pensi è la città in % alla popolazione con più loggie d’Italia….

      Rispondi
  • 7 Giugno 2021 alle 11:45
    Permalink

    Testo eliminato per sopraggiunta orchite.

    Testo conservato

    Sinceramente, ancora grazie per l’iniziale risposta e buon proseguimento per le vostre pubblicazioni. Mi asterrò dall’interpellarvi ancora visto che la cosa pare disturbarvi tanto.

    Rispondi
    • 7 Giugno 2021 alle 12:58
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      Brava, torni a fare post nel gruppone, dove non si cercano le verità ma si nascondono documenti e si cambiano i nome alle persone ed ai luoghi.
      P.S. A volte viene il dubbio che le persone vivono in un mondo tutto loro, nemmeno le evidenze riescono a scuoterle.

      Rispondi
  • 31 Luglio 2021 alle 13:03
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    Bisognerebbe capire il perché fecero sparire la sua Beretta calibro 22L.R. dopo la sua morte piuttosto che consegnarla a chi di dovere per poterla analizzare e fare una comparazione.Mistero!Il padre e altri conoscenti sapevano dell’esistenza della pistola, perché non dire niente durante le indagini?Tutta l’Italia sapeva che il cosiddetto Mostro colpiva con la pistola Beretta calibro 22 L.R.Tra l’altro pistola regalata al medico il 4 ottobre 1967 per il suo 18° compleanno! L’anno successivo avvenne il primo delitto.Coincidenza!

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    • 7 Agosto 2024 alle 16:11
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      Francesco mi scusi, secondo quanto scrive Narducci riceve un pistola per i suoi 18 anni…
      Mi direbbe gentilmente dove ha reperito tale informazione, mi giunge nuova ma sono ben lontano dal ritenermi onnisciente.
      Grazie in anticipo per il tempo che mi dedica.
      Vedo fantasioso il pensare che un Narducci 18 enne, nel corso del suo ultimo anno di Liceo riesca a diplomarsi con il massimo dei voti, prender la patente, e fare il porto d°arma.
      E vero che si tratta di 10 mesi, nei quali il ragazzo avrebbe dovuto sbrigare tutte le pratiche, iscriversi in un TSN fare il maneggio e poi aspettare il pda.
      Narducci era un fulmine a scuola ed un valente sportivo, ma da qui ad immaginarlo che dice mamma esco, con in tasca la sua beretta 22 Lr ne corre…

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  • 14 Luglio 2022 alle 23:40
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    La setta della Rosa Rossa (derivata dalla White Chapel inglese) è sconosciuta ai livelli della massoneria ordinaria e purtroppo è intrisa di feroce satanismo: l’omicidio rituale e la escissione di parti degli organi genitali femminili sono una caratteristica tanto macabra quanto presente ai massimi livelli del rito. Dopo la morte del Narducci i delitti sono finiti per sempre in quei luoghi toscani, ma se il morto non è morto, purtroppo è prevedibile che altrove nel mondo siano continuati perché la setta della Rosa Rossa (o White Chapel) è piuttosto diffusa e potentissima ovunque.

    Rispondi
    • 23 Novembre 2022 alle 12:27
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      buongiorno, può consigliarmi qualche libro o documento su questa setta?
      la ringrazio molto
      samael

      Rispondi
      • 23 Novembre 2022 alle 14:59
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        Salve, sinceramente non sappiamo cosa consigliarle.

        Rispondi
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  • 18 Febbraio 2023 alle 11:45
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    Salve, non ho trovato, in riferimento alla sua morte, che il corpo trovato alla deriva nel lago Trasimeno, annegato, non fosse il suo ma di un’altra persona più bassa e con meno capelli. Solo la patente ritrovata asciutta e in bella vista era sicuramente del Narducci. Ci fu quindi scambio di corpi, per poi riscambiarli prima di metterlo in bara. La riesumazione, nel 2002, ha evinto che il corpo del Narducci(quello vero, all’interno della bara) fosse morto per strangolamento, e non per annegamento.

    Rispondi
    • 18 Febbraio 2023 alle 16:26
      Permalink

      Salve
      Questa dello scambio dei corpi è una certezza, anche sancita dal tribunale.

      Rispondi
  • 1 Giugno 2023 alle 19:12
    Permalink

    Salve,
    il TSN a Umbertide non è mai esistito, quelli limitrofi a Perugia erano a Città di Castello (chiuso nel 1980), Trevi e Spoleto.
    Oltre al TSN storico di Perugia sito nel capoluogo umbro in via Borgo XX Giugno.

    Rispondi
    • 1 Giugno 2023 alle 19:57
      Permalink

      Interessante, la presenza presso quel poligono è testimoniata da una persona che dice di avercelo trovato. Se il poligono non è mai esistito decade la testimonianza.

      Rispondi
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