La mattina del 23 ottobre 1981, intorno alle 10:30, squilla il telefono a casa della zia di Susanna Cambi, Maria Nencini Pieraccini, in via Alessandro Scarlatti 10 a Firenze. La zia risponde al telefono e una voce da uomo chiede con voce gentile, ma insistendo, di parlare con la mamma di Susanna, Nencini Rina.
Questo il senso non letterale della chiamata:
“Parlo con la signora Cambi?”
“No, la signora al momento non può rispondere, ma dica pure a me, sono la sorella”
“No, voglio parlare con la signora Cambi per avere dei chiarimenti.”
“Guardi, io sono la sorella, ma lei vuol sapere qualche cosa della ragazza?”
A questo punto la conversazione si interruppe per un guasto telefonico, guasto accertato dai tecnici SIP chiamati dal telefono di una vicina e arrivati verso mezzogiorno, all’apparecchio della famiglia Pieraccini, sembra per un filo staccato.
Alle 10.30 i due ragazzi non erano ancora stati trovati e vigeva una preoccupazione per il loro mancato ritorno tanto che le due famiglie avevano fatto denuncia di sparizione.
Ciò che lascia perplessi di questa telefonata è che la Rina Nencini e le due figlie si erano trasferite a casa della zia da poche settimane in attesa che si liberasse un loro appartamento. Le persone che erano a conoscenza di questo numero telefonico erano davvero poche, sicuramente le forze dell’ordine e magari dei giornalisti a cui era stato riferito dalle stesse forze dell’ordine. Allo stesso modo lascia perplessi la telefonata ricevuta a casa Baldi la sera del 22 ottobre ed attribuita al geometra che si occupava delle pratiche della casa e che asserisce non aver mai telefonato. Entrambi gli autori delle due telefonate sono rimasti sconosciuti.