Il 22 marzo 1982, verso le 11.00, viene ritrovato da Dina Pellegrini il corpo di un uomo presso il ponte della ferrovia di San Donato di Passignano sul Trasimeno. La donna, che si occupa del suo campeggio, usa questa strada come scorciatoia. Il corpo è in un fosso e la donna si attiva subito per chiamare i Carabinieri.
Questo il punto di ritrovamento del corpo: MAPS
Sul posto oltre i Carabinieri giunge Pietro Crocchioni, fotografo de “La Nazione”, che fotografa il corpo nel fosso.
Rimosso il corpo viene eseguita l’autopsia che stabilisce che si tratta di un quarantenne, è alto circa un metro e sessantacinque, è di probabile origine sud-americana. Il corpo non presenta documenti e l’autopsia sembra indicare che sia stato ucciso a bastonate. Viene ipotizzato che gli assassini abbiano lanciato il corpo attraverso il finestrino di uno dei treni transitati la mattina presto, la velocità del treno avrebbe fatto rotolare il corpo fino al corso d’acqua.
Il cadavere viene riposto in una cella frigorifera dell’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale di Perugia in attesa che qualcuno segnali una scomparsa che permetta di identificarlo.
A distanza di qualche anno e i Carabinieri trovano una corrispondenza con un piccolo delinquente dedito allo spaccio di droga e di frequentazioni omosessuali, si tratta di Jorge Hernandez Heridia di 45 anni e origini messicane.
Il corpo rimane presso l’Ospedale di Perugia fino al 1992 quando viene preso in consegna dalle autorità messicane.