Il giorno Sabato 19 giugno del 1982 Paolo Mainardi è insieme alla fidanzata Antonella Migliorini. I due ragazzi sono fidanzati da molti anni, gli amici li chiamano vinavil per indicare quanto sono uniti l’uno all’altro. Paolo è un ragazzo di 22 anni e di professione fa il meccanico. Antonella è una ragazza di 19 anni ed è dipendente di una ditta di confezioni. Entrambi sono fisicamente corpulenti e di alta statura.
Antonella Migliorini cenò a casa di Paolo Mainardi e di sua madre. I due dopo cena si recarono presso Montespertoli in Piazza del Popolo passando un paio d’ore in compagnia di alcuni amici. Si allontanarono intorno alle 22,30.
A bordo della macchina di Paolo una FIAT 147 di colore bleu adriatico targata Fi A90112 si diressero verso la statale 80. La FIAT 147 è una macchina praticamente identica alla 127 della FIAT ma prodotta in Brasile. Le due macchine si differenziano per una serie di piccole differenze costruttive.
I due giovani cercano un posto per appartarsi ma invece di fermarsi in un luogo nascosto si fermano su una piazzola a ridosso della strada, sono quindi piuttosto esposti e visibili. Questa scelta viene imputata proprio alla paura di Antonella rispetto le vicende del MdF che sembrano spaventarla molto. Probabilmente il loro pensiero era stato che se la loro posizione era ben visibile a chiunque transitasse avrebbero corso meno pericoli che ad appartarsi presso una piazzola lontana dalla strada e nascosta.
La strada in oggetto è la strada provinciale 80 del Virginio che unisce Baccaiano al vicino paese di Fornacette.
La prima testimonianza che indica la presenza della macchina sulla piazzola è di Francesco Carletti che la vede in quella piazzola alle 23.40 circa. Carletti sta transitando verso Montespertoli con la sua automobile una Matra Simca Ranch, ed è insieme a Rossana Campatelli e Monica Del Mastio alle quali sta dando lezioni di guida. Nella sua descrizione racconta di aver notato la macchina con il muso rivolto verso i campi ed il Torrente Vingone e la coda verso la strada, testimonia inoltre di aver visto la luce di cortesia accesa ma di non aver visto gli occupanti. (vedi testimonianza del 21 giugno 1982)
“parcheggiata sulla destra, in senso perpendicolare rispetto all’asse stradale, appena fuori dalla carreggiata. La parte posteriore era quella prossima alla strada, la parte anteriore era invece rivolta verso la campagna. Ho notato distintamente la luce interna accesa, dietro i vetri alquanto appannati.“
Alle 23.45 Adriano Poggiarelli e Stefano Calamandrei percorrono via Virginio Nuova con una FIAT 128 e vedono la macchina di Paolo Mainardi di traverso sulla carreggiata e con le ruote posteriori nel fossato al lato della strada. I due non si fermano pensando ad un’auto abbandonata e proseguono per Baccaiano verso il bar della società sportiva. Nel lasso di tempo fra l’avvistamento di Carletti e quello di Poggiarelli e Calamandrei è avvenuto il duplice omicidio dei due giovani ragazzi, quantificabile al massimo in 5 minuti.
Quando giungono sul posto il bar è chiuso. I due in quel momento si domandano se presso l’auto vista ci può essere qualcuno che ha bisogno di aiuto e tornano indietro. Arrivano sul posto in contemporanea ad un’altra automobile, una A112 con a bordo Graziano Marini e Concetta Bartalesi che erano posteggiati poco lontano ed avendo udito degli spari si sono mossi impauriti.
I 4 ragazzi scendono dai mezzi e si rendono conto che ci sono due persone a bordo, una posteriormente sul divanetto e una al posto di guida che respira ancora. Quando il Marini e la Bartalesi accennano ai colpi di pistola i quattro si rendono conto del foro di proiettile sul parabrezza e decidono di chiamare soccorsi. Poggiarelli e Calamandrei andranno alla stazione dei Carabinieri più vicina e Bartalesi e Marini raggiungano il telefono pubblico più vicino per chiamare l’ambulanza.
Questo delitto suggerisce l’idea che l’uccisore e i suoi complici non fossero degli sconosciuti, almeno alla VM…Mainardi era meccanico a S. Pancrazio probabilmente avrebbe riconosciuto un’automobile e ne avrebbe ricordato il proprietario anche nel buio di quella notte, se colui era capitato in officina, anche pochissime volte…
il trucco della dott. S.D.M. e le successive pressanti telefonate all’Allegranti supportano questa teoria…e Gianni S. -intercettato- parlò di un casolare nella disponibilità del genero proprio in quella zona
Lotti dal canto suo ammette che (con Pacciani e Vanni) “lo sapevo sì, lo scopo era quello di prendere seno e vagina… anche a Baccaiano”
truce obiettivo lì naufragato per la nota reazione di Paolo Mainardi
Salve.
Io penso che erano sempre in 2 a sparare visto che mancano i bossoli, (revolver?) , e visti i rumori e le ombre muoversi il ragazzo ha messo in moto e ha iniziato a chiudere il finestrino e per questo il primo colpo è stato affrettato sulla spalla a finestrino abbassato. Il secondo è stato con auto in movimento e finestrino semi chiuso.
Una volta nel fossato uno ha sparato nell’abitacolo e l altro ai fari perché loro volevano stare sempre al buio e perché con l’auto nel fossato in rialzo anteriormente le luci facevano da abbaglianti accecando gli stessi criminali.
Non appagati hanno colpito la ragazza al naso e tolto le chiavi per poi buttarle via. Gesti di stizza per non aver saputo gestire la situazione.
La ragazza come faceva a stare ferma col tronco e la testa in verticale se l’auto ha fatto una brusca accelerazione in retromarcia a ruote sterzate, finendo nel fossato con tanto di dislivello??
L’avranno rialzata…
NB:Potreste mettere la mappa satellitare di Google earth così si può osservare meglio le varie scene??
Grazie e buone considerazioni.
I fari potevano illuminare i criminali che fuggivano nella campagna e la loro auto…
Fuggivano nelle campagne con l’auto? Avevano un fuoristrada quindi, strano perchè nella campagna non hanno trovato impronte di mezzi.
Baccaiano è uno dei pochi delitti in cui il numero dei proiettili corrisponde al numero dei bossoli. Pensare che un soggetto sotto attacco si metta a chiudere il finestrino fa sorridere. Hanno colpito la ragazza significa che almeno uno è entrato in macchina, e poi perchè colpirla al naso invece di spararle? Il trauma al naso è avvenuto in vita, non da morta. La brusca accelerata, come la definisce lei, avrebbe fatto cadere dal divanetto una ragazzona di 80 kg?
L’assassino è spuntato dall’ oscurità, e la reazione di ognuno di noi penso sia quella di mettersi in sicurezza, chiudendo la portiera (prima) e il finestrino con la mano sx mentre mette in moto con la mano dx.
Non è mica uscito sparando a raffica con un AK…
Se lei crede questo, benissimo, a noi pare improbabile. Le ricordo che questo è un blog, non un forum.
È stata fatta una simulazione con un manichino?? L’accelerazione laterale non guarda i kg della persona, anche un camion pieno di merce se percorre una rotonda senza rallentare di ribalta…
Probabilmente nella concitazione avrà urtato su qualche punto della carrozzeria
Che dirle…
Pingback:Mostro di Firenze – Monster of Florence - 21 Marzo 2024 La posizione di Paolo Mainardi in macchina
La ricostruzione che a mio modo di vedere coincide con la probabile successione dei fatti è stata fatta su questo blog. La dinamica descritta coincide con tutti i puzzle del caso: danni all’auto, interni ed esterni, colpi sparati, chiazze di sangue, colature , ecc.