La ricostruzione ufficiale della dinamica di Baccaiano da parte dei Carabinieri, redatta sul rapporto, si dimostra fallace in svariati punti.
Si afferma che i due giovani, dopo il rapporto sessuale, sono rimasti a parlare e a ricomporsi nell’auto quando il MdF è arrivato dal lato guida ed ha sparato attraverso il finestrino. Il Mainardi era già sul sedile di guida mentre la Migliorini era ancora sul divanetto posteriore. Il Mainardi riuscì se pur ferito alla spalla sinistra e alla mandibola ad accendere l’auto, inserire la retromarcia, e spostare la macchina per tentare la fuga.
Difficile stabilire le abitudini di ognuno dopo un rapporto sessuale in camporella, ma riesce difficile immaginare che l’uomo si sia rivestito per primo e sia passato, alto e grosso come era, da dietro a davanti senza scendere dall’automobile. Diventa anche difficile capire come il fermaglio dell’orologio della Migliorini gli sia finito nei capelli se lei era dietro e lui davanti. Infine il primo colpo non può essere sicuramente quello alla spalla dato che il foro d’ingresso è perfettamente ovalare e a margini netti. Non sarebbe stato cosi se fosse stato il primo colpo che ha infranto il finestrino, sarebbe arrivato deformato sulla pelle del Mainardi. Quindi secondo la ricostruzione ufficiale deve trattarsi del colpo alla mandibola quello che è arrivato per primo. Quale era allora la posizione del Mainardi davanti, seduto con la testa reclinata indietro e a destra in maniera da esporre l’angolo mandibolare sinistro interno?
Sfortunatamente il Mainardi è finito nel fossato incagliando l’auto, questo a permesso all’assassino di recuperare il bordo della strada e sparare due colpi da quel punto contro i fari.
Quindi non si comprende: Quali colpi rappresentano la posizione del bossolo C, D ed F. Come si sono formate le macchie di sangue sull’asfalto in mezzo alla carreggiata. Per quale ragione ha sparato prima ai fari che agli occupanti dell’autovettura che nel frattempo potevano scendere dall’automobile.
L’assassino si è avvicinato sparando un colpo al parabrezza che colpisce il Mainardi alla tempia. L’assassino si sposta infine sulla destra infilando la mano armata dentro l’auto dal finestrino infranto e colpisce di nuovo Paolo alla testa. Antonella è morta a causa del colpo sparato quando ancora erano nella piazzola.
In pratica una volta sparato ai fari, bossoli G e H, spara al parabrezza, bossolo I, e il colpo raggiunge Mainardi alla tempia sinistra. Il Mainardi doveva essere quindi al posto di guida ma con la testa girata a destra, il che appare strano. Che senso ha guardare a destra quando l’assassino è davanti e la via di fuga è a sinistra, la portiera. Poi l’assassino scende nel fossetto e spara il secondo colpo alla testa, bossolo X. A questo punto, i Carabinieri, si ricordano che esiste anche la Migliorini e specificano che era morta per i colpi sparati in piazzola, riferendosi evidentemente ai bossoli C e D. In tutto questo il bossolo F non si sa a quale colpo corrisponde. Bossolo che fra l’altro in questa fotografia è indicato scorrettamente dato che con la lettera F in rosso è indicato il bossolo D.
A questo punto l’assassino sfila le chiavi dal quadro e dopo averle gettate lontano si da alla fuga.
Non si capisce il motivo per cui sfila le chiavi e le getta lontano, i Carabinieri lo associano ad un gesto di stizza. Ma ancora di più non si capisce come si sia rotto il coperchio della luce di cortesia. Resta un mistero anche come la Migliorini si sia procurata la frattura delle ossa nasali e dell’ecchimosi al piede sinistro.
Nella ricostruzione dei Carabinieri adesso si presenta un problema, perchè il Mainardi è sul sedile anteriore, come hanno testimoniato i ragazzi giunti per primi, ma i paramedici (tre su quattro) testimoniano di averlo estratto dal sedile posteriore. I Carabinieri risolsero il problema in due maniere. La prima fu cercare, in sede di interrogatorio, di far cambiare idea ai soccorritori. Forse Lorenzo Allegranti fu l’unico a cambiarla, e poi a quel punto, costretto a sostenerla a priori, ma gli altri tre rimasero sulle loro posizioni e quindi i Carabinieri decisero di ignorare queste testimonianze che inficiavano la loro perfetta ricostruzione.
Emblematica fu la testimonianza in aula di Paolo Ciampi, all’epoca del soccorso minorenne, il quale denuncia che durante il suo interrogatorio da parte dei Carabinieri gli stessi l’hanno talmente sfiancato, dicendogli che si sbagliava sulla posizione del Mainardi, che il Ciampi ormai distrutto ha accettato che venisse scritto sul verbale quello che volevano. Una cosa inaudita dato che poi davvero il verbale non riporta quello che il Ciampi sosteneva, ma quello che volevano i Carabinieri. Una cosa gravissima che non ha senso nella ricerca della verità da parte degli inquirenti. La sua denuncia durante il dibattimento in tribunale è clamorosa e mi domando se siano stati presi provvedimenti per quei Carabinieri.
Appare evidente che la ricostruzione ufficiale non solo è semplicistica, ma densa di interrogativi inevasi e di imprecisioni ed omissioni.