Il 27 Giugno 1982 giunge una lettera anonima a Silvia Della Monica.

La lettera recava un contenuto così riassumibile, in termini generali:

a) i quattro duplici delitti sino ad allora collegati in serie (Borgo San Lorenzo, Scandicci, Calenzano e Baccaiano di Montespertoli) andavano legati ad un ulteriore delitto, che l’anonimo (ri)battezzava « il fattaccio del Galluzzo»;

b) l’anonimo si sforzava quindi di indicarne le analogie con i duplici delitti del « mostro » citando in particolare i seguenti fatti: che « il fattaccio » sarebbe accaduto alla vigilia di un giorno festivo, nella stessa ora in cui in genere colpiva l’omicida delle coppie (tra le ore 22 e le ore 23), e con medesimo intento, colpendo una donna e facendo scempio della sua natura con strumenti vari;

c) l’anonimo si soffermava non poco sulle indagini svolte in conseguenza di quel crimine, facendo intendere, tra l’altro, che non fosse stata fatta la debita chiarezza sul suo autore (un’aggressione che aveva dato luogo a gravi lesioni nei confronti di una donna). In particolare, lo scrivente anonimo dichiarava come il colpevole dell’aggressione non potesse essere il soggetto individuato nel corso delle indagini e poi, per conseguenza delle stesse acquisizioni, ristretto in carcere, trattandosi di « un vecchio che a malapena riusciva a stare in piedi »;

d) a questo punto, il tenore del biglietto anonimo virava verso una ricostruzione di insieme del profilo di autore che avrebbe commesso tanto « il fattaccio del Galluzzo », quanto i quattro duplici delitti sino ad allora noti e ne disegnava una sorta di identikit: di media età, dal tratto spiritoso fuorviante per le sue vittime; insisteva, poi, sul fatto che l’autore provava odio per le donne e tentava persino di fornire una spiegazione di tale sentimento;

e) infine, l’anonimo suggeriva agli inquirenti di investigare nel mondo delle officine, osservando che le vittime maschili (conducenti automobili) dei duplici delitti (e forse anche la donna aggredita al Galluzzo) si sarebbero rivolti tutti « alla stessa officina », affermando dunque che l’omicida conosceva le sue vittime e, da ultimo, ribadendo la necessità di cercare nella zona del Galluzzo, un’area che l’assassino peraltro avrebbe, a suo dire, poi lasciato.

La dottoressa Della Monica inviò questa lettera con altre tre (anch’esse anonime e delle quali non mette conto qui mettere in rilievo il contenuto) al Nucleo operativo dei Carabinieri di Firenze – Borgo Ognissanti perché approfondissero la rilevanza o la veridicità di quanto vi era scritto.

Il 2 luglio 1982 inviò la missiva, assieme ad altre tre, ai Carabinieri del Nucleo Operativo.

Il 20 agosto 1982, la Dott.ssa Della Monica scrisse nuovamente al Nucleo operativo dei Carabinieri. Si tratta di una nota che richiede indietro una missiva anonima.

L’anonimo mittente alla base della lettera al magistrato Della Monica fu pensato essere stata scritta da tal Claudio Marucelli De Biasi che sarebbe stato più volte sentito in carcere dove era detenuto, da ultimo (per quel che se ne sa) nel successivo dicembre 1982, senza peraltro che se ne traessero esiti utili. Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 261/262

27 Giugno 1982 Lettera anonima a Silvia della Monica

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