Claudio Marucelli De Biasi è nato nel 1951 a Firenze.
Dal 55 Al 65 a girato diversi riformatori. Nel 1967 viene arrestato a Fiesole con un gruppo di ragazzi perchè indossava l’uniforme della milizia. Il tribunale dei minori lo condanna a 200.000 lire di multa. Nel 1970 viene arrestato mentre si recava a fare motocross a Prato sempre indossando la stessa uniforme. Stavolta il tribunale lo condanna a mesi 8 di reclusione per apologia del fascismo.
Nel 1970 si sposa con un’amica quattordicenne del rione e nasce un figlio dalla relazione. Nel 1971, probabilmente renitente alla leva viene prelevato dai carabinieri presso la sua abitazione per fare il servizio di leva. Dopo 15 mesi di leva non trova più ne la moglie ne il figlio.
Il 15 aprile 1973 ha sparato 7 colpi con una rivoltella ad una coppia appartata in un’auto FIAT 850 in un campo alle porte di Firenze, poiché aveva creduto che in quella vettura ci fosse la propria moglie con l’amante. Viene condannato a 8 anni e recluso nel carcere delle Murate.
Durante la permanenza in carcere scrive una lettera alla mamma di Susanna Cambi. Questo il testo: “Io conosco il mostro e mi sento un pò colpevole di questi assurdi omicidi perchè io sparai a una coppietta e sembra che il mio gesto abbia dato vita a questi omicidi. (…) Ammise d’essere stato un guardone, d’aver visto il mostro in volto e che questi nel 1968 gli aveva rubato una Beretta calibro 22. “Lui praticava spesso il campo delle Bartoline, poi l’ho visto dopo le Croci di Calenzano. Lo rividi dalle parti di Scarperia e una volta nei pressi del paese La Lisca per andare a Montelupo e l’ultima volta che lo vidi fu nel ’76 tramite una licenza che mi diede il carcere di Firenze“. Estratto dal libro “Il mostro di Firenze” pag.97.
Nel 1978 riesce ad evadere e si rifugia, probabilmente, in Calvana. Nel gennaio del 1979, nel corso di una rapina, uccide un anziano. Viene arrestato il 29 gennaio 1979 con un blitz della squadra mobile. Il P.M. Pier Luigi Vigna determina una condanna a 22 anni. Cambia molti carceri durante la detenzione.
Il 27 Giugno 1982 giunge una lettera anonima a Silvia Della Monica, lettera che faceva intendere che un’aggressione denominata poi “fattaccio del Galluzzo” avesse a che vedere con il caso del MdF. L’anonimo mittente potrebbe essere, pensano gli inquirenti, tal Claudio Marucelli De Biasi.
Nel 1986 grazie alla legge Gozzini viene concesso un permesso di 10 giorni e dal carcere di Sulmona viene a Firenze. Cerca di rivedere il figlio dopo 9 anni ma gli viene detto che lo vedrà al successivo permesso che si presenta il 1 maggio 1987. Si presenta e nasce uno scontro e nell’occasione ferisce la suocera e scappa, catturato nuovamente.
Nel 2002, dopo aver scontato 20 anni di carcere, decise di non rientrare nel carcere di San Gimignano dopo un permesso premio. Una bravata che durò pochi giorni, quando venne rapidamente arrestato il 21 novembre 2002, sulla Calvana, dagli uomini della squadra mobile di Prato. Lo trovarono armato di un fucile ma decise di arrendersi e di non opporre resistenza. Nel suo rifugio furono trovati alcuni cimeli di epoca fascista
Il 29 agosto 2015 viene nuovamente tratto in arresto dopo aver puntato una pistola ad aria compressa alla tempia di uno dei volontari della comunità Emmaus di Castelnuovo.
Il 19 febbraio 2018 ripete il gesto contro un’infermiera, questa volta con una pistola vera, presso l’ospedale Santo Stefano di Prato. Il tribunale di Prato che l’ha giudicato per quest’ultima “bravata” ha chiesto una perizia psichiatrica per valutarne le capacità cognitive.