Il pomeriggio stesso i magistrati, Adolfo Izzo e Silvia Della Monica, si recarono di nuovo a casa di Maria Mele. La sua testimonianza molto cauta e il fatto di aver confermato di aver suggerito a Natalino di non dire nulla della notte dell’omicidio di Signa fecero apparire la testimonianza di Maria Mele poco convincente. Nell’occasione sequestrarono delle lettere e dei titoli relativi al saldo di un debito già scaduto ad agosto 1968 emesso in favore di Salvatore Vinci.
Recatisi a casa di Maria Mele, quello stesso pomeriggio, i magistrati della Procura ottengono lettere e documenti (taluni riguardano il saldo di un debito in titoli, scaduto all’epoca del delitto, in favore di Salvatore Vinci). Vedi Sentenza Rotella 13 dicembre 1989 Pag.69