Il Sostituto Procuratore della Repubblica Adolfo Izzo e Silvia Della Monica procedono ad un interrogatorio di Natalino Mele in riferimento all’omicidio di Signa del 1968.
Natalino disse di ricordare poco dell’evento in oggetto. Riferì che, dopo essersi svegliato in auto e di essersi reso conto dell’omicidio della madre e dell’amante della stessa, fosse scappato sino a raggiungere la casa del De Felice.
“Dell’oggetto di questo interrogatorio, prima di essere sentito ho accennato brevemente per telefono solo a mia zia Maria, la quale mi ha consigliato di dire che quella notte dormivo e quindi di non essere in grado di riferire nulla”. Vedi Sentenza Rotella 13 dicembre 1989 Pag.68
A proposito dei propri familiari mise a verbale: “Per quanto riguarda i familiari di mia madre, sono uno a Cervaia (si intende Cerbaia)la Romola, un altro a Tavarnuzze e un altro a Panzano. Con loro mi vedo poco e mi risulta che non vanno d’accordo con i parenti di mio padre“. “I parenti di mio padre sono convinti della sua innocenza e la zia Maria in particolare mi ha detto che mio padre non avrebbe potuto commettere l’omicidio perchè quella notte stava a casa perchè si sentiva male“. “Io mio padre non l’ho mai ritenuto responsabile dell’omicidio e pertanto se ho smesso di vederlo è stato solo per la distanza. Dell’oggetto di questo interrogatorio, prima di essere sentito, ho accennato brevemente per telefono solo a mia zia Maria (NdR: Mele), la quale mi ha consigliato di dire che quella notte dormivo e quindi di non essere in grado di riferire nulla“.