I Procuratori della Repubblica Silvia Della Monica e Pier Luigi Vigna interrogano Salvatore Vinci. Il Vinci viene interrogato in merito alla sua relazione con Barbara Locci, il Vinci confermò la relazione e affermò che ebbe termine nel 1962 quando si sposò con Rosina Massa.
Confermò di aver sentito la moglie di Francesco Vinci lamentarsi per le minacce del marito e che nell’occasione la moglie aveva riferito di una pistola indicando il bauletto della lambretta come posto di custodia. Salvatore cercò di verificare la circostanza cercando la pistola che però non trovò.
Salvatore puntualizza di non avere un buon rapporto con suo fratello Francesco, sia per motivi caratteriali sia perchè lo ritiene responsabile di aver portato suo figlio Antonio sulla cattiva strada.
Dichiara inoltre che qualcuno ha detto che lui era andato a Lastra a Signa quella notte, che Stefano Mele ha riferito qualcosa riguardante la sua implicazione sul fatto, ma che non sono parole sue, perché qualcuno gliele ha messe in bocca, qualcuno che lui voleva scagionare.
Vinci aggiunge che avrebbe voluto a suo tempo parlare con il Stefano Mele, senza riuscirvi, perché gli chiarisse le ragioni per cui ha detto quelle cose, certamente voci false messe in giro da qualcuno interessato. Il Vinci prosegue, ancora, di non sapere quando è nato Natalino Mele, e di non essere certo se dai rapporti con la Barbara possa essere nato il bambino.
Vinci nega di aver ripreso con la LOCCI una relazione sessuale, puntualizzando che, quando è stato sentito ha inteso dire che nel 1968 erano ripresi i rapporti, ma non una relazione intima.
Aggiunge che ritiene Stefano Mele non capace di: “qualsiasi azione delittuosa, del tutto inabile ad usare un’arma”.