In seguito al colloquio avuto con Natalino Stefano Mele viene nuovamente interrogato. Mele riferisce: “Una settimana prima il Vinci aveva detto che voleva fare questa cosa: io ero stanco a vedere certe persone in casa. L’iniziativa fu del Vinci che voleva abbandonare la moglie e i figli per la Locci, ed era più geloso di me. La pistola era con una canna lunga, tipo tiro a segno, con silenziatore perchè gli spari non fecero rumore. Eravamo d’accordo perchè il bambino non fosse ammazzato“. Racconta che avevano seguito la coppia a bordo della lambretta celeste del Vinci e aggiunge: “Poi lui ha accompagnato il bambino a questa fattoria ed io sono andato a casa. Sono disposto a fare un confronto con il Vinci perchè quella che ho detto è la verità“.
Il P.M. domanda al Mele se oltre a Francesco Vinci, avesse agito con lui anche suo fratello Salvatore, ma Mele lo esclude.