Il Giudice Istruttore Vincenzo Tricomi indice una conferenza stampa con carattere d’urgenza dovuta all’articolo pubblicato sull’unità quella stessa mattina. L’articolo a firma di Giorgio Sgerri mette in luce un aspetto delle indagini fino a quel tenuto segreto da ben quattro mesi. Si tratta di una nuova pista che deriva direttamente dall’acquisizione del faldone relativo al caso Stefano Mele e al delitto del 1968 a Signa.
I proiettili e i bossoli che si ritrovano allegati al faldone, previa comparazione balistica redatta in una perizia, corrispondono a quelli usati dal MdF per i suoi duplici omicidi. Quindi il MdF deve essere ricercato nel gruppo dei sardi che all’epoca gravitò intorno all’omicidio di Signa.
Questa nuova pista, all’insaputa di tutti ha portato in carcere Francesco Vinci arrestato 15 agosto 1982 e detenuto alle Murate.
La notizia il giorno successivo rimbalza ovviamente sugli altri quotidiani, La Nazione, Paese Sera, La Città.