Il giorno stesso il Procuratore della Repubblica Pier Luigi Vigna e Silvia Della Monica interrogarono chi aveva ritrovato i corpi, Rolf Reinecke.
Questo uno stralcio del suo interrogatorio: “La sera del sabato 10 settembre 1983, giorno successivo alla commissione del delitto, mentre passava di lì in auto, si era fermato avvicinandosi al furgone: si era allora accorto che vi era un finestrino forato da una pallottola ed all’interno aveva scorto il corpo del ragazzo biondo macchiato di sangue. Il Rolf aveva raccontato che la sera prima, passando dallo stesso luogo, verso le 19/19,30, non aveva visto il furgone, la cui presenza aveva notato invece la mattina dopo: era anche sceso per parlare con i connazionali, anche perchè dalla targa del mezzo gli erano sembrati della sua città, ma mentre si avvicinava, e stava per rivolgersi al ragazzo biondo che aveva visto appoggiato all’interno del furgone nella parte posteriore sinistra, era stato richiamato dal clacson dell’auto di un vicino che aveva trovato la stretta strada di Giogoli ostruita dalla sua auto lasciata in sosta: aveva dovuto quindi tornare indietro e si era allontanato senza accorgersi che gli occupanti del mezzo erano già morti.”
Una considerazione sulla dichiarazione di Rolf Reinecke è dovuta. Il Reinecke afferma che la mattina del 10 settembre si è fermato e avvicinato al pulmino per parlare con gli occupanti, in particolare con il ragazzo biondo che ha visto appoggiato nella parte posteriore sinistra del pulmino stesso, poi richiamato da una macchina che doveva passare se ne era andato. Ora, la mattina del 10 il duplice omicidio era già stato commesso e non si comprende come il Reinecke possa aver visto il ragazzo biondo, Uwe Jens Rusch, visibile solo guardando o dal finestrino o attraverso lo sportello aperto, senza rendersi conto dei colpi di pistola ai finestrini e soprattutto che i due ragazzi erano deceduti. E’ più che evidente che il Reinecke aveva rinvenuto i corpi la stessa mattina, ma si è deciso a chiamare i Carabinieri solo la sera visto che nessun altro aveva scoperto il duplice omicidio. Da cosa è stato dettato questo comportamento non possiamo saperlo, forse dalla paura di essere coinvolto, non certo per le la paura di una denuncia per le armi detenute che in tutto quel lasso di tempo poteva aver fatto sparire. Se la paura era dettata dal fatto che potesse essere coinvolto, da dove nasceva questa paura?
10 Settembre 1983 Interrogatorio di Rolf Reinecke