Il 10 Settembre 1983 quando le forze dell’ordine arrivarono sul posto trovarono il pulmino Volkswagen Transporter T1 con lo sportello sul fianco di destra aperto. Il rapporto della Polizia riporta che sono aperti anche i due sportelli, destro e sinistro, della cabina di guida. Il rapporto dei Carabinieri invece riporta che i due sportelli anteriori risultano chiusi.

Registrarono tre fori di proiettile sulla fiancata sinistra di cui uno per ogni finestrino e uno sulla lamiera del montante posteriore. Sulla fiancata destra vi erano invece due fori da proiettile rispettivamente uno per ogni finestrino entrambi ad una distanza da terra di circa 140 cm.

Da un’analisi successiva condotta presso l’Istituto di Medicina Legale di Careggi, dove era stato trasportato il mezzo, ad opera dei dei periti medico-legali, prof. Graev, prof. Maurri, dott.ssa Cucurnia si è descritto con esattezza le caratteristiche dei fori dei proiettili riscontrando la loro altezza da terra.

Nella fiancata destra sono presenti due fori, di cui uno, nel finestrino posteriore, posto all’altezza di m. 1,40 da terra (soluzione B, foto n. 10 dei rilievi di polizia scientifica), l’altro, nel vetro dello sportello (soluzione A, foto citata), sito presuntivamente a m. 1,45 da terra.

Nella fiancata sinistra vi sono invece tre fori di proiettile di cui il primo, posto nella parte posteriore, a m. 1,37 da terra (soluzione C, foto n. 13); il secondo nel finestrino col vetro opaco, a m. 1,40 da terra (soluzione D, foto cit); il terzo nel finestrino col vetro trasparente, a m. 1,37 da terra (soluzione E, foto cit.).

Va precisato che per quel che riguarda il foro A i periti non sono stati in grado di indicare l’altezza effettiva da terra, poiché nel corso dell’affrettata rimozione del mezzo il vetro si era sbriciolato, disperdendo le tracce del foro del proiettile. Tale altezza è però determinabile esattamente in m. 1,50 partendo dalle uniche misurazioni fatte dalla polizia scientifica quella sera e riportate nel fascicolo dei rilievi tecnici.

Infatti il foro B era situato a cm. 10 sopra la base del finestrino, mentre il foro A era collocato a cm. 20 sopra la base stessa. Poiché le basi dei due finestrini sono situate alla stessa altezza, come può vedersi dalle foto in atti, è evidente che il foro A era posto dieci centimetri più in alto del foro B, e quindi a cm. 150 da terra, essendo quest’ultimo, come si è visto, posto a cm. 140 da terra. Se si eccettua il foro A vi è, come si vede, una certa uniformità dell’altezza dei cinque fori di proiettile, due dei quali sono collocati a 140 cm di altezza da terra, gli altri due solo pochi centimetri più in basso.

Va rilevato inoltre che non furono trovate tracce di affumicatura né sui vetri dei finestrini né sulle fiancate in corrispondenza dei fori dei proiettili, circostanza che, secondo i periti balistici, starebbe ad indicare una distanza minima di 40 cm dalla bocca da fuoco al momento dello sparo, il che ulteriormente dimostra che l’omicida non aveva sparato a contatto o quasi a contatto con le fiancate del furgone.

Altra notazione oggettiva è che tutti i fori dei proiettili rilevati sui finestrini e sulle fiancate sono fori di entrata. Su tal punto sono chiarissimi il processo verbale di sopralluogo redatto dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Firenze. I medici legali hanno descritto, una per una, le caratteristiche dei singoli fori: affermano che i fori contrassegnati con le lettere B, C, D, E sui rilievi fotografici hanno svasatura ombelicale, imbutiforme, con direzione dall’esterno verso l’interno, mentre la nettezza dei margini e, in particolare sui vetri, l’assenza di linee di frattura concentriche e la presenza di linee di frattura radiali, indicano trattarsi di proiettili giunti sul bersaglio primario con notevolissima velocità e quindi di colpi esplosi, comunque, da molto vicino. I periti hanno pure confermato che anche per il foro A sul vetro anteriore destro, andato in frantumi durante il trasporto, valgono le stesse considerazioni, tenuto conto delle caratteristiche rilevate in sede di sopralluogo e desumibili dalle foto in atti. Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 246/247/248

I bossoli trovati sono tre, tutti marca Winchester calibro 22 della serie H. Due furono rinvenuti dentro il pulmino, rispettivamente uno sul sedile anteriore destro della cabina di guida e uno nel vano posteriore vicino a delle scarpe.

Un altro fu trovato sul prato circostante il pulmino; uno sul lato sinistro del pulmino, a circa 1 metro dallo sportello dello stesso. Dei bossoli ritrovati uno è di tipo ramato (come quelli usati nel nel 1974), tutti gli altri sono a piombo nudo (come nei due delitti del 1981 e nel delitto del 1982).

Fuori del pulmino fu ritrovata una rivista pornografica strappata dal nome Golden Gay. Accertato in seguito che si trattava del numero cinque del periodico mensile Golden Gay, uscito in edicola nell’agosto del 1981. La rivista ad un primo esame obbiettivo appariva strappata ma non presentava i segni classici di una lunga presenza sul posto, non appariva infatti ne deteriorata a causa dell’umidità notturna, ne appariva accartocciata e sbiadita dalla lunga permanenza sotto il sole. Questo, la limitata permanenza sul posto della rivista, fece pensare agli inquirenti che la rivista potesse essere appartenuta ai due ragazzi del pulmino. Alcune pagine risultavano tagliate da una lama molto affilata.

Posteriormente al pulmino, subito sotto il paraurti, vi è una gora di sangue sul terreno formatosi probabilmente per sgocciolamento.

All’interno del pulmino vennero annoverate: una radio che risultava ancora in funzione, succhi di frutta, materiale atto al bivacco notturno e al viaggio in atto. Vi erano inoltre dei soldi pari ad un importo di 57.500 e in un portafoglio 171 marchi. Un rasoio elettrico, un orologio da polso, svariate musicassette, ed una macchina fotografica Olympus K2 completa di tre obbiettivi, un tele da 210 mm. una grandangolo da 28mm. e un 50 mm. montato sulla stessa macchina. Infieme al set fotografico era presente un filtro e un rullino Agfa 50.

La posizione dei due corpi risultava la seguente:

Uwe Jens Rusch era posizionato supino nella parte posteriore sinistra del pulmino, la testa in prossimità, appoggiata, sulla lamiera dell’angolo posteriore sinistro, mentre le gambe erano direzionate verso il centro del pulmino. Il ragazzo indossava solo le mutande modello slip. Il corpo appariva raggiunto da quattro proiettili, uno alla bocca, uno al volto, uno all’avambraccio sinistro, vi era inoltre un colpo di striscio, quindi non ritenuto, alla coscia sinistra. Sempre alla gamba sinistra si repertarono delle escoriazioni.

Wilhelm Friedrich Horst Meyer era posizionato nella parte anteriore del pulmino verso sinistra, in parte coperto da uno dei sacchi a pelo. Il corpo era in posizione prona con la testa verso la cabina e le gambe verso il centro del pulmino. I colpi che lo hanno raggiunto sono tre, uno al cranio, uno al fianco destro, che aveva perforato sia il cuore che il polmone sinistro, ed un ultimo colpo al gluteo di sinistra.
I due ragazzi non presentavano nessuna escissione ne ferite all’arma bianca di nessun genere. Il pulmino fu poi trasferito all’Istituto di Medicina legale di Careggi dove furono rimossi i due cadaveri. Vedi Foto

Secondo il verbale di rinvenimento riguardo a ciò che venne trovato a bordo dell’autofurgone del Meyer dopo il delitto, si rileva che la descrizione degli oggetti rinvenuti è contenuta in oltre due pagine del verbale di rinvenimento, può essere riassunto in questi oggetti di maggior valore:  come un’autoradio marca Gelhard con equalizzatore marca Commander, la somma di lire 57.500, quattro monete tedesche, una macchina fotografica marca Olimpus K2 completa di obbiettivo da 50mm., un teleobiettivo marca Kenlock da 210mm., un obbiettivo Olimpus da 28 mm., una scatola contenente un filtro ed una pellicola Agfa 50 F, un rasoio elettrico marca Braun, un portamonete in pelle contenente 171 marchi, un orologio da polso, undici musicassette, un carnet di Eurocheques, tessera Eurocheques intestata al Meyer, tessera Eurocheques intestata al Rusch. Vedi Sentenza d’appello Pietro Pacciani pag: 79/80

Sulla scena vengono ritrovati anche tre scontrini corrispondenti al pagamento di soste in parcheggio.

10 Settembre 1983 Sopralluogo piazzola di Giogoli
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