Il 12 Settembre 1983 viene sentito a testimonianza Gino Telli, parcheggiatore posteggiatore presso il parcheggio di via Valfonda, in relazione agli scontrini di posteggio ritrovati in sede di sopralluogo, il 10 settembre 1983, e dell’ 11 settembre 1983, per il delitto di Giogoli.
Questa una parte della testimonianza: Costui dichiarava: “Venerdì scorso, 9 c.m., ho lavorato nel posto suddetto, con orario 14-20, ma non ho ricordo di due giovani stranieri che nel pomeriggio, come voi mi fate presente, abbiano parcheggiato nel mio posteggio, un furgone Wolkwagen di colore bianco e verde targato straniero. Infatti nel mio parcheggio c’è molto movimento di automobili, specie nel pomeriggio, ed io nonostante mi sforzi, è impossibile che riesca a ricordare. Il biglietto di pagamento per il posteggio, è composto nella maniera in cui mi spiego: “l’associazione nazionale da cui dipendo, mi da in consegna un blocchetto composto di vari tagliandi con numeri progressivi, in nr. di 100, ognuno dei quali è relativo alla tariffa per il posteggio di un’ora, che costa £.700. Una volta terminato il blocchetto, io lo butto, consegno i denari ricavati alla associazione che mi dà in consegna un libretto nuovo. Per le ore successive alla prima ora di parcheggio, dispongo di un bigliettaio analogo in cui la tariffa è pero di £.1.200 l’ora. I biglietti per il servizio custodia auto, si compongono di tre parti: la prima recante solo il numero progressivo del biglietto, che rimane attaccato al blocchetto; la seconda recante lo stesso numero progressivo, la targa dell’auto dell’utente, la data e l’ora di arrivo; tale seconda parte viene applicata al tergicristallo dell’auto; la terza parte recante lo stesso numero di serie del biglietto, la tariffa di posteggio e l’ora di arrivo, viene consegnata all’utente il quale all’atto del ritiro della macchina, la consegna al posteggiatore, il quale riscuote il prezzo e toglie dal parabrezza il tagliando applicato allo stesso.”
In relazione poi ai tagliandi dei biglietti rinvenuti, dopo averli esaminati, riferiva: “Riconosco la scrittura, che è la mia. Per quanto riguarda il primo tagliando, evidentemente io ho annotato il numero di targa, ma ho dimenticato di scrivere la sigla della città dell’auto, per la fretta, cosa che accade piuttosto spesso. Vedendo il secondo biglietto, mi sembra di ricordare un furgone con due ragazzi stranieri a cui io feci il conto sul retro del biglietto per il pagamento di due ore di posteggio, ma non ne sono sicuro. Certo che il conto l’ho fatto io in quanto è scritto di mio pugno, ma per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare le persone a cui diedi tale biglietto.”
Dal Gides 17 Novembre 2003 Nota GIDES n° 362/03/Gides Pag.38/39