Questa testimonianza giunge agli albori della cronaca per un’intervista fatta dal giornalista Francesco Pini ai microfoni di Lady Radio il giorno 6 febbraio 2015. Il giornalista intervista una persona che parlando con una voce alterata viene indicato con il nome fittizio di Marco.

Si tratta di una testimonianza che giunge alle orecchie del Procuratore Pier Luigi Vigna il 30 o 31 luglio 1984. Il Procuratore rintraccia Marco telefonicamente e una volta ascoltata la sua storia la cassa senza ulteriori verbalizzazioni o indagini in merito.

Marco racconta: ” La sera del 29 luglio 1984 Marco sta passando in macchina dalla vecchia statale, “Traversa del Mugello”, tra Vicchio e Dicomano con direzione Dicomano. Marco all’altezza del bivio Riconi, nello spiazzo presente allo svincolo, vede una macchina, una Renault 4 di colore rosso vivo, parcheggiata con la coda in direzione del La Boschetta, che era subito al di la della Traversa del Mugello e della Sieve.

La macchina aveva il cofano aperto e accanto all’auto un uomo che posto davanti al cofano non stava guardando il motore come si immagina in una situazione del genere, cioè una macchina in panne, ma guardava oltre il cofano in direzione del La Boschetta.

Marco fece notare la cosa anche a sua moglie in macchina con lui. Gli disse che gli era parso strano che l’uomo guardasse oltre l’auto invece che dentro il cofano e soprattutto che questo personaggio appena vide avvicinare la sua auto fece un gesto repentino per nascondere la faccia fra il cofano aperto e il motore. Un gesto che apparve a Marco del tutto innaturale.

Marco descrive l’uomo come di corporatura rilevante, molto robusto. Ammette che in quel momento avrebbe anche potuto riconoscerlo rivedendolo, ma adesso non più. L’uomo era da solo. La macchina era certamente una Renault 4 rosso vivo e piuttosto nuova. Erano circa le 9.20 ed essendo estate era ancora giorno e si vedeva molto bene, assolutamente non più tardi delle 9.30.

Il giorno dopo, il 30 settembre 1984, Marco legge sul giornale del duplice omicidio e scorrendo La Nazione legge anche dei probabili percorsi che l’assassino avrebbe potuto fare, compreso quello oltre la Sieve indicato da un disegno sulle pagine del giornale stesso.

Durante la pausa pranzo dal lavoro, al bar, ne parlai con alcune persone con cui mangiavamo. Raccontai che cosa avevo visto. Una di queste persone doveva avere un contatto con l’ufficio di Vigna perché, il giorno stesso, o il giorno dopo, non sono certo, mentre ero al lavoro il mio caporeparto mi chiamò dicendomi che al telefono c’era il Procuratore Vigna che voleva parlare con me.

Il Procuratore Vigna al telefono mi chiese informazioni su cosa era accaduto e cosa avevo visto, la telefonata fu piuttosto breve. Io glielo spiegai e poi quando gli dissi che questa macchina era dall’altra parte della Sieve e della statale lui ringrazio dell’informazione come se non fosse poi tanto interessante e riattaccò.

Mi diede un’impressione di scarso interesse a quello che raccontavo tanto che non fui mai richiamato ne invitato a verbalizzare la testimonianza.

Qua sotto l’audio dell’intervista audio.

 

29 Luglio 1984 Trascrizione audio testimonianza mai verbalizzata
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5 pensieri su “29 Luglio 1984 Trascrizione audio testimonianza mai verbalizzata

  • 26 Ottobre 2021 alle 15:35
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    Dettaglio molto interessante. La Renault 4 ha il cofano motore che si apre sottovento, al contrario delle auto di oggi (controvento). Se stava guardando alla sua dx è davvero strano.
    È facile pensare che il sospetto fosse il palo o uno dei complici in contatto radio con ricetrasmittente con il/i killer/s… per controllare la zona principale e una vasta area nei dintorni della scena criminosa, avvistando anche le luci delle auto coperte dalla vegetazione…
    Peccato!

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    • 10 Dicembre 2021 alle 20:54
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      Francesco Vinci possedeva una Renault rossa almeno nell’ 82

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    • 14 Giugno 2024 alle 16:04
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      Anch’io penso che i MDF facessero uso delle ricetrasmittenti,pensavo fossi il solo finora a pensarlo,se no non di spiega come facessero a intervenire in piena oscurità ( novilunio) nei delitti,nel momento esatto in cui finivano i preliminari delle coppie e stava per cominciare l’ atto amoroso vero e proprio. Quindi si presume una microspia nei paraggi,ben nascosta e un’ auto per ricevere la registrazione,anch’ essa ben nascosta. Lo dissi anche al Superpartes di Parte al processo in difesa di Pacciani,ai tempi in cui collaboravo con lui. Era il 2009 e mi contattò e prese in veste di Intuitivo,voleva riabilitare la figura di Pacciani,che secondo lui,e me,era innocente.Grazie alla Redazione per l’ immenso lavoro di ricerca dei dati,questa mi era sfuggita.

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      • 15 Giugno 2024 alle 09:45
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        Non era presente novilunio in nessuno dei duplici delitti. C’era la totale assenza di Luna che era da sorgere o tramontata.

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        • 18 Giugno 2024 alle 11:16
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          Ovviamente è un’ errore di trascrittura,infatti su tutti i commenti che ho messo nei vari argomenti ho sempre scritto e marcato il fatto che in tutti i delitti ci fosse stata pochissima luce lunare,proprio in base a questo fatto feci l’ ipotesi,in altre sedi,che i MDF facessero uso di ricetrasmittenti per sapere il momento esatto tra i preliminari e l’ atto,se no non si spiega come facessero a sapere il momento esatto in quasi totale oscurità.Vi ringrazio per la vostra attenzione ai dettagli,finalmente trovo persone attente.

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