Il 1 agosto 1984, alle ore 8.43, si presenta presso la Compagnia dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo Baldo Bardazzi, titolare del bar La Torre e sito in Borgo San Lorenzo.
Il Bardazzi testimonia che il giorno 29 luglio circa alle 16.45 si presentarono due ragazzi presso il suo bar che lui riconosce nei due ragazzi uccisi il 29 notte. Inoltre riferisce che anche sua sorella e il padre, presenti nel bar, hanno vito i ragazzi.
Questo uno stralcio della sua testimonianza: “In data 29 luglio domenica, verso le 16.45, poco prima o poco dopo, si presentarono nel mio bar due giovani, che io conoscevo solo di vista, nel senso che non erano due facce nuove e già altre volte erano stati nel mio locale, che poi riconobbi il lunedì pomeriggio leggendo il giornale e vedendo le foto, come i due ragazzi trucidati dal cosi detto mostro. Sono sicuro che si trattava dei due ragazzi, riconosciuti anche da mio padre e da mia sorella, che erano con me al bar.
I due ragazzi, entrati nel bar, ordinarono due panini e da bere e si misero a consumarli nei tavolini dentro il bar. Il ragazzo prese un panino arista e funghetti, la ragazza prese un panino con cozze e una coca. Subito dopo l’arrivo dei ragazzi, a distanza di forse un minuto, arrivo nel bar un individuo solo, mai visto prima. Il ragazzo prese una birra. Non ricordo come erano vestiti i ragazzi. Sono certo comunque che gli stessi si comportavano del tutto normalmente, e non c’era nulla in loro che potesse attirare l’attenzione, nel senso che non erano vestiti in maniera appariscente, estroso o scollacciato, non si davano ad effusioni, ne erano particolarmente riderecci. Si comportavano cioè del tutto normalmente.
Subito dopo l’arrivo dei ragazzi , a distanza di forse un minuto, arrivò nel bar un individuo solo, mai visto prima. Ho notato questa persona in primo luogo perchè era molto ben vestita, tanto che pensai, anche per il suo comportamento iniziale, che potesse essere uno della Finanza. in secondo luogo per come guardava i ragazzi.
Si trattava di un uomo di circa 45/50 anni, alto circa 1.75, (era certamente più alto di me che sono 1.68) o anche di più, di corporatura robusta, con la faccia abbastanza piena, lineamenti regolari.
Occhi marroni, naso normale, fronte ampia e stempiata, capelli molto corti biondi sul rossiccio, nessun segno particolare. Guance non incavate, senza occhiali, zigomi non sporgenti, mento non pronunciato, in ottime condizioni fisiche, senza barba, ne baffi, ne basette, senza occhiali, non abbronzato, sopracciglia normali, ben rasato.
L’individuo di cui sto dicendo aveva un completo, pantaloni, giacca color beige chiaro, camicia celestina, cravatta scura, scarpe scure; portava alla mano sinistra, mi pare all’anulare, un anello vistoso, forse con uno stemma o su quel tipo, grosso, mi pare quadrato.
Le sue mani erano grandi e grosse, proporzionate alla corporatura. Solo per dare un’idea sul volto di questa persona, posso dire che somigliava moltissimo ad una persona che conosco abbastanza bene che si chiama … e che abita a Borgo San Lorenzo. Naturalmente sto dicendo ciò solo per dare delle indicazioni sul volto di questa persona, che certamente non era il … La somiglianza fu notata anche da mio padre e da mia sorella. L’espressione di questo individuo era però diversa, in quanto questi era di faccia burbero, come “incazzato”.
Questo individuo ordinò una birra a mia sorella, pagò, ed usci fuori dal locale per sedersi ad un tavolino antistante.
Dalla sua posizione, attraverso la porta aperta, guardava i ragazzi, dico meglio addirittura li scrutava con intensità, amarezza, rabbia, continuità. Sono sicuro di quello che dico e non sono stato suggestionato dall’aver letto sul giornale ciò che è accaduto, in quanto ho notato ciò la stessa domenica, prima che succedesse il fatto, commentato la particolarità e stranezza dell’episodio con mio padre e mio nipote. Appena entrato l’individuo nell’uscire fuori con la birra, svolgendo uno sguardo in direzione dei ragazzi, ebbe un moto di stizza o di rabbia, cioè contrasse gli occhi, digrignò la bocca, mostrando appena i denti.
Quando questo individuo si portò fuori continuò ad avere questo stesso moto di stizza più volte. Ricordo perfettamente che aveva la mano destra davanti alla bocca, come se volesse coprire il movimento che faceva con la bocca. Almeno a mio giudizio non poteva essere assolutamente un tic, sia perchè guardava intensamente, sia perchè lo faceva in direzione dei ragazzi mentre non lo fece chiedendo la birra, pagando, o quando restituì il bicchiere, sia perchè sono sicuro che non era un gesto meccanico ma proprio motivato. L’individuo non smise mai di guardare i ragazzi, addirittura girava il collo a tal fine. Nell’immediatezza del fatto sia io che mio padre meravigliati da questo fatto e preoccupati anche che l’individuo potesse guardare qualcosa che non andava nel locale, o nei ragazzi, proprio al fine di controllare come mai e perchè scrutava in quel modo, mio padre, a cui io feci appositamente un panino, se ne andò fuori, vicino allo sconosciuto, sedendosi a mangiare il panino.
I ragazzi restarono nel locale circa mezz’ora, poco più poco meno; lo sconosciuto non smise mai di guardarli e di ripetere continuamente il gesto detto “ghigno” di cui sopra. Durante tale periodo lo sconosciuto bevve lentamente mezzo bicchiere di birra. Quando i ragazzi si uscirono per andarsene lo sconosciuto improvvisamente, con un gesto repentino, butto giù di colpo, in un sol sorso, la metà di birra che gli era rimasta, si avvicinò al banco restituendo il bicchiere e la bottiglia e andò subito via, a distanza di pochissimi secondi rispetto ai ragazzi.
Ricordo che notai appunto il fatto che lo sconosciuto impiegò quasi mezz’ora a bere mezzo bicchiere di birra e poi bevve l’altra metà d’un colpo appena vide alzarsi i ragazzi.
Nel piazzale antistante il locale di regola i clienti parcheggiano la macchina. E di fatti anche i due ragazzi avevano parcheggiato la loro, che io vidi, e che era una panda chiara. Lo sconosciuto invece non posteggiò la macchina nel piazzale“.