La data riportata è fittizia nel giorno ma corretta per mese e anno.
Il Procuratore Paolo Canessa autorizzò e supervisionò un esperimento giudiziario alla Boschetta di Vicchio. Gli inquirenti si recarono sul posto per esplodere dei colpi con una Beretta calibro 22 long Rifle ed accertare quanto il rumore di questi spari potesse propagarsi nell’aria in termini di distanza. Fu verificato se all’interno della casa più vicina, che era ad una distanza di circa 200 m., si potesse udire i colpi esplosi, e l’esito fu negativo.
Nella circostanza, dato che la prova si svolse nelle ore probabili in cui si attuò l’omicidio, venne rilevato che l’assassino doveva necessariamente disporre di una fonte d’illuminazione dato che era praticamente impossibile percorrere il tratturo o il viottolo al fianco senza un mezzo di illuminazione. Non solo, ma anche con un mezzo di illuminazione adeguato si doveva comunque conoscere bene il posto per potersi muovere in scioltezza e senza lasciare tracce.