Il 6 Agosto 1984 Rilascia testimonianza di Winnie Kristensen.
Disponiamo solo della prima pagina del verbale, ma abbiamo la trascrizione dell’intero verbale:
Legione Carabinieri di Firenze – Stazione di Vicchio
Processo verbale di sommarie informazioni testimoniali rese da Kristensen Winnie Dalgaard, nata a Copenaghen, residente a Vicchio in via Giosuè Carducci n.10, casalinga.
Il giorno 29.7.1984 mia figlia Rontini Pia Gilda, che lavorava presso il bar “La nuova spiaggia” di Vicchio, ha cominciato a lavorare verso le ore 9,30 e fino alle ore 13,00. Alle 13,00 è tornata a casa ed abbiamo pranzato unitamente a marito Rontini Renzo e mio cognato Manetti Piero di Livorno. Non ricordo cosa si è mangiato di primo ma ricordo benissimo che per secondo avevo preparato arista di maiale con contorno di pomodori e per frutta si mangiò delle pesche. Verso le ore 13,45 circa si è finito di mangiare. Dopo mangiato siamo rimasti tutti in casa, io e la Pia ci siamo messe a fare le faccende. Ricordo che era venuta anche una cucina di mio marito, Grigoras Marcella, e unitamente a lei siamo rimasti tutti in casa a ragionare del più e del meno. La Pia doveva ricominciare a lavorare alle 17,00. Verso le 16,00, come di consueto, la Pia è uscita di casa dicendo che sarebbe andata a fare una giratina con Claudio Stefanacci, il suo fidanzato. Mio marito sentito che la Pia andava fuori le chiese se prima di andare a fare la giratina le avesse fatto il favore di portargli una birra fresca.
La Pia uscì e tornò unitamente a Claudio, con la birra dopo circa 5 minuti. Data la birra a mio marito la Pia e Claudio andarono via, anzi ricordo che la Pia prima di uscire chiese a mio marito quando partiva, in quanto doveva recarsi a Livorno per accompagnare il cognato Manetti Piero, e lui gli rispose che sarebbe partito dopo che lei sarebbe tornata a casa per poi ritornare a lavorare. Dopo di questo la Pia andò via. La Pia tornò a casa da sola alle ore 16,50 circa. Quando la Pia tornò si è cambio di vestito preparandosi per andare a lavorare, dopo che si ebbe cambiata tutti insieme decidemmo di accompagnarla al posto di lavoro e così facemmo si montò in auto e ci siamo portati al bar La nuova spiaggia. Arrivati al bar noi abbiamo consumato un caffè e dopo aver salutato la Pia siamo andati via. Ricordo che la Pia disse al babbo ti raccomando vai piano.
Mio marito mi accompagnò a casa e poi partì unitamente al cognato Manetti alla volta di Livorno. Verso le ore 20,20 circa visto che la Pia non tornava ancora da lavorare io ho cenato e appena io ho finito di cenare è arrivata la Pia, erano circa le 20,30. Pia si è messo a tavola ed ha cenato. Ha mangiato l’arista che era avanzata a mezzogiorno con contorno di patate lesse ed una salsa danese tipo beciamel e per bere ha consumato acqua, ha mangiato anche un gelato “tartufo” che aveva portato da posto di lavoro. Ha terminato di mangiare dopo circa 10-15 minuti. Dopo questo è rimasta a tavola a parlare con me e mi diceva di essere stanca. Io le dissi Pia poiché questa sera ha finito di lavorare presto perché non vai a fare una giratina con Claudio così lo farai contento. La Pia sentito questo guardò l’orologio e visto che era presto disse quasi quasi ci vado.
Prese la sua borsetta e stava per andare via quando a questo punto le dissi: Pia vuoi un po’ di soldi? Lei rispondeva di no. E imboccata la porta disse: ciao mamma torno presto. Verso le 22,30 ho cominciato a preoccuparmi nel vedere che la Pia non era ancora tornata, in quanto il suo orario di rientro era sempre dopo un’ora da quando erano usciti. Aspettare ancora qualche minuto dopodiché mi portai in piazza Giotto per poter vedere se c’era qualcuno in casa di Claudio, ma visto che le persiane erano chiuse non volli suonare il campanello di casa per non allarmare senza motivo anche la sua famiglia. Tornai a casa, ove rimasi per poco tempo dopo di che ritornai in piazza ed appena arrivai in piazza ho visto Romana, madre di Claudio, che era alla finestra e vistami scese le scale e ci siamo incrociate davanti alla sua porta. Ci siamo poste la domanda qui è successo qualche cosa. Dopo di questo siamo andati in casa della Romana, ove vi era anche il figlio Sauro, al quale Romana continuava a domandare se sapeva dove fosse andato Claudio, questi continuava a rispondere di non sapere nulla. Il primo ad uscire alla ricerca di Claudio fu il fratello Sauro che prese la propria Vespa si portò al bar della stazione per chiedere a qualcuno se avessero visto il fratello e ricevuta risposta negativa si portava in località Cistio ove quella sera vi era una festicciola ed anche in questo posto la ricerca fu vana. Sauro rientrò in casa dopo circa 20 minuti dicendo che nessuno li aveva visti e/tanto meno lui era riusciti a trovarli. Io mi portai per qualche minuto presso la mia abitazione per prendere una maglia e quando tornai in casa del Romana trovai Parigi Andrea che stava parlando con i carabinieri di Borgo S. Lorenzo, ai quali chiedeva se c’era stata qualche segnalazioni di incidenti con feriti, risposta fu negativa, si provò a telefonare a questo punto all’ospedale di Luco e quello di Borgo S. Lorenzo e successivamente al C.T.O. di Firenze ed alla casa di cura di Pontassieve, ma in tutti questi nosocomi la risposta fu negativa. Si ritelefonò ai carabinieri di Borgo S. Lorenzo per vedere se era possibile mandare qualche macchina a fare qualche giro nella zona, il carabiniere mi rispose che c’era da aspettare un po’, però dopo le insistenze di Andrea ci disse che avrebbe provveduto quanto prima a mandare un’autoradio a fare un giro nella zona.
A questo punto la Romana si affacciò alla finestra che da in piazza per vedere se c’era qualcuno che potesse darci una mano a cercare i ragazzi. Ricordo che tra questi vi era Cantini Andrea e Del Rio Giuliano ed altri ragazzi che conosco ma adesso non riesco a ricordare. Questi ragazzi cominciarono subito ad andare in giro alla ricerca dell’auto di Claudio. A questi si unirono altre auto con altre persone sempre alla ricerca che fu sempre vana. Verso le ore 1,00 del 30.07.1984 ho visto che Stellini Aldemaro stava chiudendo il bar mi sono avvicinata ed ho chiesto anche a lui se ci dava una mano alla ricerca dei ragazzi, lui e Vincenzo Autolitano si misero anche loro alla ricerca. Dopo che avevo parlato con lo Stellini mi accorgevo che la Romana non stava tanto bene, dissi allora al figlio Sauro di chiamare il dottor Dreoni Giovanni affinché gli desse qualche cosa per tirarla un po’ su, il ragazzo provvede subito a chiamare il dottore, questi arrivò subito e cosa abbia fatto alla Romana non lo so in quanto io ero in piazza nell’attesa che tornasse qualcuno a dare notizie. Dopo l’arrivo del dottore arrivò anche il padre Dreoni Florio con la moglie ed anche lui si mise alla ricerca dei ragazzi. Come pure il dottore cominciò a girare, anzi voglio precisare che ho visto il dottore partire con una certa decisione ma non so per quale località. A questo punto si era fatte le 3,00 circa e visto che le ricerche erano state vane ho detto se si poteva trovare ancora qualche macchina da mandare in giro, io andai a svegliare Innocenti Amedeo il quale cominciò la ricerca, io tornata in casa della Romana mi disse che aveva provveduto a telefonare a Piero e Renzo, ex suoi dipendenti. Dopo di questo fatto si è cominciato a vedere che le auto che erano partite alla ricerca dei ragazzi non tornavano più, noi ci siamo molto preoccupate. Telefonammo anche al C.R.S. di Borgo S. Lorenzo per chiedere anche loro soccorso e mi risposero che avrebbero mandato qualcuno. La Romana a quel punto mi disse di essere preoccupata in quanto il suo ex dipendente Piero non era ancora arrivato. Si erano fatte a questo punto le ore 5,00 quando abbiamo visto arrivare il dottore Dreoni, il quale sedendosi tra me e la Romana e da detto: coraggio tutte e due o meglio: fatevi forti, e non pronunciò altre parole. Non ricordo se io o la Romana chiedemmo se avevano sofferto e lui rispose di no.
Ho telefonato a mio marito tramite la moglie di Innocenti Amedeo, che si trovava ancora a Livorno, e gli ho fatto dire che doveva tornare subito unitamente al cognato ed alla sorella in quanto era successo un fatto grave.
Mio marito è arrivato in casa verso le ore 7,00. La Pia non aveva difficoltà nel mangiare, mangiava di tutto era molto ghiotta dolci, maionese, cioccolata, non mangiava mai il fegato. Come bevande usava bere acqua di cannella, qualche volta spuma e cocacola. Le cozze le mangiava volentieri. Quando è tornata alle ore 16,50 non mi ha detto dove era stata e tanto meno io glielo chiesto dove fosse stata e cosa avesse fatto. Non mi hai raccontato di persone che negli ultimi tempi l’abbiano seguita ne di avere notato individui in atteggiamento strano nel bar in cui lavorava. Tengo a precisare che per quanto attiene ai rapporti affettivi tra Claudio e Pia, mia figlia era molto riservata e in nulla mi ha mai raccontato circa la loro intimità. Anzi devo dire che mi è parso strano e sono rimasta sorpresa, considerata la loro personalità, che gli stessi siano appartati in una zona solitaria come immagino fosse il luogo del delitto. Sorpresa perché era di sera e i due non uscivano quasi mai dopo cena. Mia figlia ha iniziato a lavorare presso il bar La nuova spiaggia dal 1° luglio u.s., la prima settimana non ha fatto il riposo, cioè non ha avuto il giorno libero, ed affatto sempre il turno dalle ore 19,00 alla chiusura che di solito era verso le ore 1,00-1,30. Solo la domenica ed anche il sabato faceva anche qualche ora di mattina e la sera anziché aspettare la chiusura le concedevano di ritornare a casa verso le ore 23,00. Andava sempre il babbo a riprenderla e non è mai uscita dopo tale orario. Pia aveva il giorno di riposo il martedì ed ha iniziato a fare il giorno libero a seconda settimana di luglio. I martedì di riposo Pia usciva con il ragazzo dalle ore 17-18 e dalle ore 21 alle 22,30 massimo. La settimana prima di luglio Pia è stata in prova nel suddetto bar; non ha avuto il giorno di riposo ed ha fatto turni alterni. Ricordo che venerdì 20 luglio u.s. Pia era ritornata a casa verso le ore 22,00 in quanto doveva ritornare la mattina successiva a lavorare alle ore 7,00. Tornata a casa mia figlia mi ha chiesto se poteva andare a vedere l’incontro di tennis che il suo ragazzo stava disputando con Parigi Andrea, alla piscina di Vicchio. Pia andò all’incontro e fece ritorno a casa verso le ore 23,00.
Reputo opportuno precisare che mia figlia dal 13.1.1984 al 13.5.1984 è stata in Danimarca per un corso di cuoca. Alloggiava presso la scuola e qualche volta andavano a prenderla, anzi tutti i fine settimana, una famiglia amica nostra, (sempre danese). Mia figlia era fidanzata con Claudio da circa 5 anni. Mi riservo di consegnarvi quanto prima gli appunti di Pia relativi ai turni di lavoro, e quant’altro possa esservi utile per il prosieguo delle indagini. A disposizione di ogni vostra richiesta, al momento non ho altro da aggiungere.
L’ufficio dà atto, che è presente alla compilazione del presente verbale, il padre, Rontini Renzo, nato a Vicchio, residente a Vicchio, il quale dichiara di confermare per la parte che lo riguarda, le dichiarazioni fatte dalla moglie.
Fa presente altresì di essere stato assente da Vicchio dalle ore 17.00 del 29.07.1984, alle ore 07.00 del 30.07.1984.