Trascrizione di Claudio Costa:
San Piero a Sieve non è morto per un errore, né per un malaugurato incidente durante una colluttazione: Don Roberto dei principi Corsini è stato ucciso da un colpo di fucile calibro 12 sparato da un metro e mezzo di distanza. Un colpo solo, preciso, devastante: è entrato dall’orbita sinistra, ha distrutto il cervello uccidendolo sul colpo.
Anche la teoria del cacciatore sorpreso in riserva ha i suoi oppositori, sono in tanti infatti a sostenere che il Corsini sia stato deliberatamente attirato in una trappola da una o più persone e quindi ucciso. Si parla di vendette magari di piccoli sgarri da far pagare con la vita.
Gli inquirenti sembrano abbiano preso questa tesi con un certo scetticismo ma certo è che stanno controllando attentamente alcuni particolari: stanno effettuando controlli su amici e su possibili nemici del nobile fiorentino.
La ricostruzione del delitto fatta in un primo momento è stata riconfermata dall’autopsia del cadavere eseguita ieri mattina dal professor Mario Graev e dalla dottoressa Maria Grazia Cucurnia. Alcuni piccoli particolari, tenuti strettamente segreti, ed emersi nel corso dell’esame necroscopico, avrebbero dato ulteriori indicazioni per arrivare ad una ricostruzione più precisa dei fatti. Una pista piccola, piccola, alla quale però gli inquirenti attribuiscono una certa importanza.
Il sostituto procuratore della repubblica Gabriele Chelazzi al quale è stato assegnato il caso, sembrerebbe orientato sul delitto casuale: uno scontro improvviso, una vampata d’ira, consumata in un attimo con un omicidio, è chiaro che vengono seguite tutte le possibili piste, ma stando anche alla ricostruzione fatta ieri mattina dai carabinieri del gruppo di Firenze e della compagnia di borgo San Lorenzo l’ipotesi più attendibile è quella del bracconiere sorpreso in riserva e i margini di questa.
I carabinieri hanno ricostruito momento dal momento le ultime ore del nobiluomo Fiorentino. hanno ascoltato amici dipendenti conoscenti e cacciatori un lavoro paziente di ricucitura che ha permesso di ripercorrere il percorso fatto da Roberto Corsini…..
Nella zona del delitto vi sono anche tracce di una moto gli inquirenti danno importanza a questo particolare dal momento che l’assassino o gli assassini potrebbero averla usata per arrivare e quindi fuggire. anche se non escludono che il motociclista potrebbe essere solo un testimone, nel caso utilissimo.