Carmelo Lavorino è nato a Siracusa il 2 dicembre 1948. Di professione criminologo, investigatore e giornalista italiano.
Si è occupato di numerosi casi di cronaca nera, spesso ipotizzando versioni alternative dei fatti, come consulente della difesa (Mostro di Firenze, omicidio di Marta Russo, delitto di Cogne, delitto di via Poma ecc.), come consulente per i familiari di vittime (morti dell’imprenditore viterbese Mario Natali, del brigadiere del carabinieri Salvatore Incorvaia, del fisico ascolano Rodolfo Manno, del giovane Umberto Cocco), o come opinionista esperto (delitto di Garlasco, omicidio di Meredith Kercher, omicidio di Yara Gambirasio, delitto di Avetrana, uccisione di Lorys Stival, ecc.)
Fu consulente della difesa di Pietro Pacciani nel caso di Firenze (Lavorino ha sostenuto che il contadino, a lungo principale accusato, sia stato assassinato), di Federico Valle e Raniero Busco nel delitto di via Poma, poi assolti, e di Bruno Contrada, l’ex agente segreto e poliziotto accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Nel 2003-06 diede un fondamentale contributo all’assoluzione di Carmine Belli, un carrozziere, risultato completamente innocente, ma accusato di aver ucciso la giovane Serena Mollicone ad Arce nel 2001.[5]
Lavorino è fondatore e direttore tecnico-scientifico del Centro Studi Investigazione Criminale (CESCRIN) e della rivista on-line Detective & Crime. Lavorino è cintura nera di karate e tiene corsi di difesa personale.
Ha elaborato un metodo di analisi investigativa criminale sistemica noto come Metodo MOCCI (Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo), formato da 23 fasi analitiche, procedurali ed operative dove analizza ogni elemento del caso in questione sia a livello fattoriale che globale ed interrelato, avvalendosi dell’apporto interdisciplinare della Criminologia come scienza del comportamento, della Criminalistica come investigazione scientifica e della traccia, dell’Investigazione come ricerca logica dei vari “Cosa? Dove? Quando? Come? In che modo? Perché? Chi?”.
Lavorino ha inoltre impostato il concetto di Triade Criminodinamica, dimostrando che ogni criminale (che indica come S.I., cioè Soggetto Ignoto) nell’ideare ed agire il progetto criminoso (singolo o seriale) mette in essere tre tipi di comportamenti ed atti del tipo sistemico: 1) atti di modus operandi esecutivi, tecnici e procedurali; 2) atti matrice psicologica, ritualistici e simbolici; 3) atti di modus operandi per depistare, prendere distanza dal crimine e “farla franca”.