Il 19 aprile 1985 viene convocato Spartaco Casini, un operaio che è stato dipendente di Salvatore V, il quale dichiara riassunti in questi punti:
− di conoscere VINCI Salvatore da vari anni, di cui è stato anche dipendente dal 1978 al 1983, licenziandosi per divergenze economiche;
− di aver visto spesse volte la Rosina Massa scendere in strada piangendo con i segni delle percosse sul corpo e di ritenere che la causa scatenante la violenza del medesimo, fosse il tentativo di rifiuto a soddisfare le sue deviazioni sessuali;
− di aver intuito che il Salvatore costringeva la moglie a partecipare a delle orgie sessuali con uomini e donne;
− di aver conosciuto una certa Ada (Ada Pierini), in quel periodo convivente del Salvatore, la quale si è lamentata della grande carica sessuale del medesimo;
− di conoscere tra gli amici del Salvatore un certo Silvano, muratore, che ha lavorato insieme a loro (Saverio Biancalani) ed un altro Silvano, di origine sarda (VARGIU Silvano), figlioccio del VINCI;
− di ricordarsi perfettamente, che in una circostanza, al rientro di un intervento in via della Chiesa, egli ha riferito di aver avuto un incontro con una prostituta;
− di aver notato che il VINCI è molto attaccato ad un coltello con lama monotagliente a punta, della lunghezza di cm. 10 circa, con il manico in osso, di color marrone chiaro, dalla forma ricurva all’estremità, che ha visto spesso affilare ad una mola;
− di non averlo mai visto in possesso di armi da fuoco, ma di averlo notato sparare bene e colpire il bersaglio durante le esercitazioni alle giostre.
Dal Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.