Il 27 aprile 1985 viene ascoltata Ada Pierini che aveva convissuto con Salvatore Vinci dall’ottobre del 1980 fino al settembre del 1985. Questa uno stralcio della sua testimonianza: “I figli sanno tutto del padre, cioè anche dei suoi vizzi e delle sue tendenze sessuali, per averlo saputo dalla mamma Rosina. Usciva la sera e rientrava ad ore imprecisate, anche talune volte all’alba. Non so che cosa facesse, o chi frequentasse. La sera usciva con la macchina, mai con il motorino. La moglie si era uccisa con il gas perchè costretta a ciò dal fatto che si rifiutava di accondiscendere a Salvatore, il quale voleva imporle rapporti con altri uomini, come voleva fare con me. Quando fu arrestato il fratello Francesco, che era sospettato di essere il “mostro di Firenze”, Salvatore commentò il fatto che non era Francesco capace di commettere i delitti del “mostro” ma poteva soltanto essere sospettato di aver partecipato all’omicidio della Locci perchè era un amante gelosissimo di lei. Ha aggiunto che lui e Francesco avevano fatto l’amore a tre con la Locci. Ricordo che Salvatore indossava una maglietta chiara uniforme con righe orizzontali rosse o bordò e marrone. Lo ricordo bene perchè gliel’ho regalata io nel 1980. Non mi risulta che Salvatore sia mai stato nel Mugello ospite di qualcuno“.
Un riassunto delle sue dichiarazioni dal Rapporto Torrisi del 22 aprile 1986.
Il 26 aprile 1986, verso le ore 23,30, a seguito di ricerche espletate da diversi giorni, la PlERINI Ada è rintracciata presso la discoteca “Il Poggetto”, luogo abitualmente frequentato dal VINCI Salvatore. Questa, con vocata in sede di interrogatorio il giorno successivo dichiara tra l’altro:
− di aver conosciuto il VINCI nell’estate del 1979 e di essere andata a convivere con lui dal mese di ottobre 1980 ai primi di settembre 1983;
− che dopo un breve periodo di armonia, in cui egli ha mostrato solo una grande carica sessuale, le ha fatto capire di desiderare vedere lei congiungersi con altri uomini, possederla mentre un altro si congiunge con lui per via anale ed infine prenderlo in bocca, ossia “ciucciarlo”;
− di essere stata condotta in una circostanza nei pressi del Motel Agip del casello autostradale di Firenze-Nord, per tentare, senza riuscirvi, di farla accoppiare con un uomo;
− che durante un tentativo di palpeggiamento, mentre si trova al cinema a luci rosse “Arlecchino” da parte di uno sconosciuto, il VINCI, seduto a distanza, alle sue rimostranze, ha risposto di lasciarlo stare;
− di aver saputo da Salvatore che in una circostanza, mentre lui guidava l’Alfetta in autostrada, la moglie si congiungeva carnalmente con un altro uomo sul sedile posteriore;
− di aver capito da Salvatore che soprattutto gli piace guardare;
− di avergli visto usare “un vibratore” che ha introdotto tutto nel suo ano, dopo averlo lubrificato con sapone;
− di avergli visto usare un’altra volta, allo stesso modo del vibratore, un grosso cetriolo, che gli si è rotto dentro, ed un’altra anche uno zucchino avvolto in un preservativo;
− che anche i figli sono al corrente dei vizi e delle tendenze sessuali del padre;
− di aver sentito commentare a Salvatore che il fratello Francesco non è capace di commettere i delitti del “mostro”, ma di poter essere solo sospettato della partecipazione al duplice omicidio di Signa, perché amante gelosissimo;
− di essere venuta a conoscenza da Salvatore che questi ha fatto l’amore a tre, con la LOCCI ed il fratello Francesco, e che poi, essendo Francesco diventato gelosissimo, perché non voleva che la donna andasse con altri, lui ha preferito interrompere la relazione;
− di aver visto Salvatore comprare e tenere tantissime riviste pornografiche;
− di essere venuta a conoscenza che Sergio, il triestino, prima di andare via con la Rosina Massa, ha dormito nello stesso letto con i due coniugi, avendo con loro rapporti sessuali;
− di essersi allontanata da casa, anche su invito categorico del Salvatore, a seguito di una lite;
− di essersi recata il mattino al Tribunale di Pistoia, in compagnia di VINCI Salvatore, perché entrambi citati di testimonianza per un assegno di provenienza furtiva.