Questa seconda versione (qui la prima) è ovviamente ipotetica si basa sul fatto che esistono delle testimonianze che indicano la presenza di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili in tutta un’altra zona rispetto alla piazzola di Scopeti e che forse questa è stata raggiunta, stranamente, in maniera diversa.

In termini reali, come lo stesso Avv. Vieri Adriani cita nel suo libro, gli scontrini autostradali non sono mai stati acquisiti ufficialmente, mai verbalizzati. Questo, intrinsecamente, indica che non abbiamo una certezza che siano realmente appartenuti a Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. Lo stesso Adriani riporta che sono stati ritrovati nella Volkswagen Golf bianca di Nadine dal fratello di Jean Michel, Serge Kraveichvili, che li consegnò all’avvocato che all’epoca si occupava del caso come parte civile, Luca Santoni Franchetti. Certo appare incredibile che quella macchina, che è stata esaminata in ogni centimetro, abbia nascosto questi scontrini autostradali cosi bene e che poi siano stati ritrovati dal fratello della vittima, anche considerando che l’auto apparteneva a Nadine e immaginiamo sia stata riconsegnata alla sua famiglia e non a quella di Jean Michel. Per capirsi la macchina di Mainardi fu smontata pezzo per pezzo, dai pannelli interni delle portiere ai fanalini anteriori.

Allo stesso tempo anche l’elenco degli scontrini può far venire un dubbio che siano stati davvero verbalizzati presso una stazione dei Carabinieri. Il foglio appare molto sfuocato nella parte alta impedendo di leggere correttamente l’intestazione e vi è l’assenza di un numero di protocollo, numero che ogni verbale deve riportare.

Va poi detto questo: si è sempre sostenuto che gli scontrini, autostradali, dei negozi, bar, gasolio e vari, erano tenuti dalla Nadine per poterli scaricare dalle tasse come spese di un viaggio di lavoro. Si è sempre detto che Nadine era molto precisa nella conservazione di questi scontrini, ma decisamente questo non sembra assolutamente reale. Praticamente mancano una serie di scontrini autostradali, quelli francesi, quelli italiani per arrivare sino a Milano, quello da Binasco a Casei Gerola, quello da  dopo l’uscita di Rapallo sino a giungere a San Casciano. Come riporta il libro di Adriani, c’è uno scontrino solo di un rifornimento a Binasco di 20.000 lire, e tutti gli altri scontrini di tutti gli altri rifornimenti? Ci sono pochi, pochissimi, scontrini alimentari, ma in un giorno si mangia a colazione, pranzo e cena, più varie ed eventuali, dove sono tutti questi scontrini? Si può quindi ipotizzare che buona parte degli scontrini non siano stati conservati o che non siano stati tenuti con cura e sono andati persi. Oppure si può ipotizzare anche che non avevano proprio nessuna importanza per Nadine. In compenso a tutti quelli mancanti abbiamo 5 scontrini alla Parmigiani s.r.l.. Cinque scontrini che farebbero pensare ad acquisti per fare dei regali o su acquisti su commissione; oggetti che però non si sono mai trovati. Non è che ti metti in fila 5 volte per 5 acquisti diversi, chiedi di fare 5 scontrini se cinque persone ti ha chiesto di comprare qualcosa e portargliela.

Insomma, la vicenda scontrini è tutta molto confusa, sia nella conservazione da parte di Nadine, sia nell’acquisizione degli stessi, sia per il fatto che non tutti gli scontrini erano presenti, sia per il fatto che non tutti sono stati verbalizzati ed infine per il verbale stesso di quelli acquisiti dalle forze dell’ordine che appare molto “strano”.

Poniamo allora, per un attimo, che questi due documenti, i biglietti autostradali e gli scontrini, non esistano e diamo fede alla testimonianza di Giovanni Zoppi. Questa una parziale trascrizione del verbale dello Zoppi del 10 settembre 1985.

In pratica lo Zoppi dichiarava il 10 Settembre 1985 che il giorno 4 settembre 1985, nella sua funzione di  guardia venatoria volontaria alle dipendenze della Federcaccia, aveva allontanato due cittadini francesi riconosciuti poi in quelli uccisi a San Casciano, ed i cui volti aveva visto sul giornale “La Nazione” di quel giorno 10 settembre 1985, riconoscendoli per gli stessi.

Lo Zoppi Riferisce che era assieme ad un suo collega, tale Francesco Cellai. La sua testimonianza si riferisce alle ore 7,15 del giorno 4.9.1985, in quanto visti due giovani accampati in uno spiazzo, normalmente frequentato da coppie in cerca di intimità, e dato che vigeva il divieto di campeggio imposto dal Comune di Sesto Fiorentino, aveva provveduto ad allontanare i due. Aggiungeva che, prima di allontanarsi dal posto, aveva constatato che i due turisti effettivamente avevano tolto la tenda e se ne erano andati.

Indicando le ore 7.15 del 4 settembre 1985 lo Zoppi esclude automaticamente che queste persone potessero trattarsi dei due giovani francesi uccisi poi a Scopeti in quanto questi erano partiti da Montbeliard il 4 mattina e non potevano certo trovarsi a Monte Morello il 4 mattina alle 7.15. Questo è impossibile a meno che le 7.15 indicate nella testimonianza non si riferissero alle 19.15 e fossero state verbalizzate male perchè impropriamente pronunciate. Cioè il testimone dice 7.15 intendendo il pomeriggio (in Toscana è frequente dire l’orario in questi termini) e il verbalizzante diligentemente intende e scrive le 7.15 del mattino, verbalizza l’orario sbagliato. Oppure potrebbe esserci un errore di memoria dello Zoppi che indica il 4 settembre invece che il 5 settembre alle 7.15. 

Perchè porci questi quesiti quando la spiegazione 1° è cosi semplice e quasi lineare? Perchè ipotizzare due coppie di turisti francesi, di descrizione sovrapponibile, ambedue con una Golf bianca, ambedue con una tenda da campeggio, ambedue con i colori della tenda arancione ed ambedue nell’area fiorentina, sono davvero una bella combinazione, una di quelle combinazioni difficili da accettare.

Se fosse stata scritta l’ora sbagliata i due francesi avrebbero potuto benissimo trovarsi alle 19.15 nell’area di Monte Morello. Se infatti verifichiamo su maps partendo da Montbeliard per arrivare all’area di Monte Morello sono sufficienti 8 ore di viaggio. Partendo alle 8.30 da Montbeliard sarebbero arrivati alle 16.30 in via di Carmignanello, ovviamente senza considerare le eventuali soste che sono compatibili con la presenza sul posto 19.15.

Questo il percorso.

Questa testimonianza dello Zoppi trova poi conferma nelle testimonianze del 1 Ottobre 2001 di Francesco Cellai e Andrea Ceri, tanto che Michele Giuttari effettuerà ben due sopralluoghi nell’area, sia il 1 ottobre 2001 sia il 3 ottobre 2001.

La domanda che sorge spontanea è perchè in quell’area? Come la stessa domanda può essere valida pensando all’area di Scopeti. Ed ancora, se erano nell’area di Monte Morello, come sono arrivati poi nell’area di Scopeti? Inoltre, che ci sono arrivati a fare a Monte Morello se poi il 6 dovevano tornare a Bologna?

Questo secondo percorso possibile, nato sulla testimonianza di Zoppi e Cellai, è improbabile, ma è anche improbabile, come scrivevamo qualche rigo sopra, avere due coppie di francesi praticamente identiche nell’aspetto, nei mezzi e nella tenda, non solo ma occupanti entrambi un’area molto particolare in termini di storia etrusca. Sia le pendici di Monte Morello sia Scopeti hanno in comune aree sacre di origine etrusca.

Come sono finiti a Scopeti dopo essere stati allontanati dallo Zoppi? Un percorso a davvero incredibile, ed inutile, considerando la meta successiva, cioè Bologna. 27 km. e 30 minuti di viaggio per raggiungere una piazzola dall’altra parte di Firenze.

Qualcuno ce li ha mandati?

Noi non abbiamo nessun interesse a prediligere l’una o l’altra via, ma è giusto che ognuno, nella sua analisi personale, abbia tutte le informazioni a disposizione per trarre le proprie conclusioni, il voler negare un’evenienza, per quanto remota, non è corretta prassi per cercare di capire.

Jacopo Cioni

14 Febbraio 2021 2° analisi del percorso di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili

16 pensieri su “14 Febbraio 2021 2° analisi del percorso di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili

  • 26 Febbraio 2021 alle 16:23
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    Se si ‘gioca’ ad ipotizzare che gli scontrini dei francesi non facciano testo [e quindi non escludano di default, come normale che invece sia, le testimonianze Zoppi/Cellai/Ceri], allora a ‘sto punto nulla ci vieta di ipotizzare pure che Nadine e Michel campeggiarono, proprio nelle date e aree dei delitti, anche a Vicchio nel 1984 e prima a Giogoli nel 1983 etc etc.

    La Toscana e la campagna fiorentina sono normalmente meta di turisti stranieri;
    la Francia confina pure con l’Italia ed è facilmente raggiungibile in macchina;
    non vi sono norme che vietano l’ingresso in Toscana di coppie di francesi se una simile coppia vi è già presente sul territorio regionale.

    Cosa abbia quindi di tanto misterioso & improbabile che vi possano essere state due differenti coppie di francesi [sempre ammettendo che siano attendibili le testimonianze Zoppi/Cellai/Ceri], in due località ben differenti dell’area fiorentina, in un similare range di giorni di periodo di vacanze:
    sinceramente mi sfugge.

    Rispondi
    • 26 Febbraio 2021 alle 17:16
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      Certo, concordiamo, che ci siano state più di una coppia di turisti francesi in area Toscana è più che possibile. Ciò che però deve essere tenuto di conto, per quanto improbabile sia questa “pista”, è il fatto che la coppia francese presentò dei documenti che il testimone riconduce ai due uccisi a Scopeti, che li riconosce dalla fotografia pubblicata dai giornali, che entrambe le coppie avevano una Golf bianca, che entrambe le coppie avevano una tenda, che entrambe le coppie avevano una tenda giallo/arancione, oltre che entrambi essere francesi. Due coppie francesi è probabile, due fotocopie francesi molto meno.
      Il problema di molti non è credere ad una possibilità o meno, il problema di molti è che escludono le possibilità per principio, convenienza, ignoranza, fatica di approfondire, presa di posizione. Il blog non riporta la verità in quanto tale, o quella che i vari della redazione ritengono più probabile, il blog riporta tutte le vicende legate al Mdf, sta al lettore scegliere cosa tenere di conto e cosa no. Una sua responsabilità verso se stesso se decide di cestinare.
      Capiamo che per molti è difficile credere che si cerchi di omettere il meno possibile quando per tanti anni tanti hanno omesso il più possibile ciò che non atteneva alle loro tesi. Noi cerchiamo di fare questo sforzo, omettere il meno possibile.
      Senza considerare, come scritto nell’articolo, che noi, altri magari si, di prove di questi scontrini non ne abbiamo avute.
      Il buon investigatore non nasconde una possibilità, la tiene presente anche se improbabile.
      Un’ultima cosa, giocare, ed anche sporco, lo fanno altri, proprio omettendo se non peggio.

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      • 27 Febbraio 2021 alle 19:11
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        beh sai, è normalissimo che molti abbiano ben presente il fatto che certe testimonianze avvengono dopo che i fatti sono successi e vengono riportati sui giornali, e che umanamente le persone inavvertitamente mescolano ricordi e li metabolizzino da fonti plurime.
        A conferma di ciò, proprio nel caso specifico, c’è infatti che riconobbe la Nadine dalla foto… che non le rendeva affatto somiglianza rispetto a come portava i capelli al momento rispetto a quelli della foto e a come le era ‘invecchiato’ il viso.

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        • 27 Febbraio 2021 alle 19:48
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          Si può succedere, pensa li è successo a due persone contemporaneamente, erano in due i guardiacaccia, due testimonianze. Come anche può succedere che un terzo, saputa la storia, si è recato sul posto e toh, trova un proiettile winchester calibro 22 serie H inesploso e lucido come quando è uscito di fabbrica. Li proprio sul posto. Ma quante combinazioni. Erano loro? Non lo erano? Non ha importanza essere certi del si o del no, l’importante è non escludere a priori.

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          • 14 Settembre 2023 alle 17:55
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            Se fosse davvero attendibile la testimonianza dei due guardiacaccia (ossia che la coppia francese con Golf bianca e tenda allontanata il 4 o 5 settembre 1985 fosse realmente quella dei poveri ragazzi poi uccisi) si potrebbe ipotizzare che il MdF li avesse casualmente avvistati e spiati (lo testimonierebbe il ritrovamento del proiettile inesploso Winchester H effettuato pochi giorni dopo l’omicidio ovvero il 5 ottobre 1985)e poi magari seguiti nella piazzola quasi “nascosta” degli Scopeti. Se si è sempre privilegiato la pista della casualità nei duplici omicidi (io personalmente questo nesso lo escludo solo per il primo omicidio di Signa del 1968) in questo ultimo caso se così si fossero sviluppati gli eventi delle domande sorgerebbero spontanee:
            Il MdF stava per colpire a Sesto ma i due guardiacaccia hanno involontariamente fatto cambiare i suoi piani?
            Se così fosse, li ha seguiti in attesa di poterli colpire in un altro luogo?
            Se li avesse seguiti fino agli Scopeti e valutando la zona isolata è per questo che ha premeditato di ritardare la scoperta dei corpi e mettere in atto la “sfida” inviando lembi di tessuto di NM?

          • 14 Settembre 2023 alle 18:17
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            Una domanda interessante è: se l’episodio in oggetto ha fondamento, perchè arrivare a San Casciano considerando che poi dovevano andare a Bologna?

  • 22 Ottobre 2021 alle 22:38
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    Ritengo importantissimo fare chiarezza su questi punti e apprezzo molto gli scenari raccolti fedelmente dalla redazione. Dobbiamo analizzare meglio quello che abbiamo, compresa una terza possibilità che possiamo scartare per sempre o che potrebbe spiegare la contemporaneità dei dati in ns possesso e le loro contraddizioni. Può sembrare assurdo ma la fonte sono le indagini Gides dove la pista era basata su un piano premeditato di attesa dei ragazzi francesi che sarebbero stati in contatto con il movimento Hare Krisnha che come sappiamo ha una sede vicino a Scopeti. L’Avv. Vieri Adriani nel 2010 ha smentito questa possibilità in nome dei familiari ma non possiamo sapere se davvero i famigliari fossero del tutto al corrente delle intenzioni di N.M. e JMK e dei loro contatti. Tralascio molti particolari riportati dai doc Gides che sarebbero automaticamente smentiti a loro volta e mi soffermo su un secondo elemento sempre tratto da stessi doc: la doppia Golf. Non entro nei particolari, mi limito a dire che in questo caso Vieri Adriani non smentisce e parla a sua volta di auto usata acquistata pochi giorni prima del delitto di Scopeti e rottamata pochi giorni dopo. Quando arrivò la squadra mobile la macchina era già pressata. Sembra un romanzo ma non lo è, come direbbe Lucarelli. E sarebbe bene chiarire: se sono dati fondati potrebbero spiegare Monte Morello e tante altre cose, se non lo sono vanno archiviati con motivazione. Un’altra cosa che andrebbe capita è come NM si è procurata in vita quella serie di piccole ferite riscontrate sul suo corpo. Maurri e gli altri periti non l’hanno capito, ma se cambiasse la dinamica dei giorni precedenti al delitto, lo si potrebbe capire

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  • 3 Gennaio 2022 alle 22:25
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    C’è anche il testimone che colloca la Golf bianca con targa francese in altra piazzola non lontano da Scopeti, e nessuno si è filato, uno dei tanti teste sentiti in aula sa Dio il perché, visto che non sembra aver interessato nessuno – e con questo saremmo a tre Golf bianche con targa francese ( variante sul tema, senza la coppia e la tenda, era solo posteggiata)

    Rispondi
    • 3 Gennaio 2022 alle 22:33
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      Ricordi il nome del testimone Carmen?

      Rispondi
  • 15 Settembre 2023 alle 11:26
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    Visto che il testimone Andrea Ceri afferma che durante il successivo sopralluogo effettuato insieme alla Polizia nel luogo dove avevano avvistato i due ragazzi francesi sono stati ritrovati alcuni oggetti fra cui alcune lattine di birra FRANCESE e pacchetti vuoti di sigarette FRANCESI anche qui si pone la domanda:
    Sono stati repertati?
    E’ stato approfondito in base alla loro tipologia e al loro packaging (eventuale numero di lotto o fabbrica ad esempio) quale potrebbe essere la loro provenienza?
    Ne esistono delle foto?

    Rispondi
    • 15 Settembre 2023 alle 12:28
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      Tutte domande lecite, se ottiene informazioni ci aggiorni.

      Rispondi
  • 17 Settembre 2023 alle 08:46
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    I ragazzi furono indirizzati alla piazzola poi la stessa non era invididuabile dalla strada ma sopratutto sconosciuto ai più se non alle coppie e ai guardoni quindi quest’ultimi hanno mandato i ragazzi sulla piazzola così erano sicuri che il delitto era assicurato

    Rispondi
  • 17 Ottobre 2023 alle 11:08
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    conosco molto bene la zona in questione, a Monte Morello poichè ci vivo molto vicino, ci passo sia in bici che a corsa ed in passato ci ho passato alcuni momenti serali. La piazzola in questione, è frequentata (o era) da coppie, e personalmente mi è capitato di essere oggetto di attenzione da questi individui ad inizio anni 2000, una sera che mi accostai alla piazzola con una amica. Ma il mio pensiero va sopratutto alla zona, ossia non è una zona di passaggio, è una zona che o la conosci oppure non ci arrivi…tralatro vi si arriva tramite una strada che già di per se viene percorsa dalle persone del posto, ritengo piuttosto improbabile che dei turisti vi ci arrivino anche casualmente, sopratutto per la lontananza da qualsiasi attrazione turistica fiorentina. Di sicuro comunque, è sempre stata una zona ambigua, frequentata da guardoni, da chi vuole stare tranquillo di non ricevere pattugliamenti o altro da parte delle forze dell’ordine. E’ corretto dire che proprio nelle immediate vicinanze vi sia una necropoli “villanoviana”, che altro non sono che delle buche fatte nella roccia per seppellire resti umani. Certo è che se vi è stata ritrovata e consegnata alle forze dell’ordine una cartuccia long rifle serie H, il collegamento viene quasi spontaneo.

    Rispondi
  • 23 Dicembre 2023 alle 08:41
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    Quella copia de La Nazione, secondo molti, riportava una foto più recente di Nadine. Io non l ho trovata, ma così ho letto

    Rispondi

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