Una sola, micidiale pugnalata alla schiena

FIRENZE – I fari delle macchine che passano lontani, l’ abbraccio che si consuma rapido nel buio, poi la coltellata, feroce, violentissima. Giovanni Milianti, il funzionario di banca di Pontedera assassinato martedì notte fra i cespugli delle Cascine, a quella coltellata ha sopravvissuto non più di un minuto, un minuto e mezzo. La lama del coltello da macellaio lunga quindici centimetri, è entrata tutta nella sua schiena e gli ha spaccato l’ aorta, provocando un’ emorragia interna di due litri almeno. Quel minuto e mezzo, Milianti lo ha passato scappando fuori dalle piante, barcollando verso la strada in cerca di un aiuto che solo troppo tardi qualcuno gli ha dato. Per Firenze è un altro delitto senza assassino, l’ ennesimo omicidio che sa di maniaco e che rischia di allungare una lunga serie di casi irrisolti. Cosa ha detto l’ autopsia, effettuata ieri mattina, al di là delle risposte tecniche? Che probabilmente Milianti è stato ucciso dalla persona con cui si era incontrato fra gli alberi. L’ assassino, quasi certamente, era davanti a lui quando gli ha inferto il colpo. “Il taglio della lama è rivolto verso il collo della vittima – dice il professor Mauro Maurri, medico legale anche per tutti gli omicidi del mostro che uccide le coppiette – quindi l’ assassino non doveva essere alle spalle di Milianti, che è stato colpito mentre era in posizione flessa”. Un delitto maniacale? “Direi di sì per il luogo dove è successo – dice il professor Maurri – ma con questa ipotesi contrasta il fatto che è stata data una sola coltellata. Di solito un maniaco infierisce più volte contro la sua vittima”. Gli investigatori nemmeno si provano a fare delle ipotesi. Molti travestiti sono stati ascoltati, ma niente di utile sembra sia venuto fuori. E dalla vita di Milianti, 42 anni, funzionario del Monte dei Paschi di Pontedera, persona stimatissima, non emergono sorprese. Si sa che nei prossimi giorni dovrebbe essere interrogato un amico con cui Milianti divideva l’ appartamento che sino a giugno aveva in affitto vicino al Ponte Vecchio. Ma nessuno si aspetta granchè da quello che potrà dire. L’ unica cosa certa che sgorga dalle pieghe del delitto, è la conferma che Firenze ha un volto nascosto, violento. E le Cascine ne sono il cuore. Sono centinaia i travestiti che la notte scendono per i viali del parco, e centinaia le auto impegnate in caroselli che si prolungano fino all’ alba. Milianti è stato ucciso qui, in mezzo a questo festival del sesso che si accende tutte le notti, dentro una piccola area di vegetazione bassa e fitta, quasi un naturale separè per amori fugaci. E’ presto per dire se il suo assassino resterà senza nome. Ma quanti sono gli omicidi maniacali che a Firenze non hanno ancora trovato una soluzione? Tanti, troppi. Si va indietro nel tempo. Già nel 1946, due prostitute furono assassinate e l’ omicida mai trovato. Fatti di sangue analoghi anche nel ‘ 54, nel ‘ 55, nel ‘ 60 e nel ‘ 63. Ma è negli ultimi anni che questo tipo di violenza ha conosciuto una recrudescenza che lascia agghiacciati. Il 13 febbraio dell’ 82 Giuliana Monciatti, 40 anni, prostituta, viene uccisa in casa sua con diciassette coltellate, al seno, all’ inguine, al collo. Nel dicembre dell’ anno dopo, un’ altra mondana viene assassinata nel suo lussuoso pied-à-terre: si chiamava Clelia Cuscito, 42 anni. L’ omicida, che forse è lo stesso, l’ accoltella con tale violenza da staccarle la testa quasi di netto. Nel luglio dell’ 84 è la volta di Tina Bassi, 55 anni, anche lei prostituta: strangolata nella camera da letto. Passata l’ estate, è la volta di una quarta prostituta, Luisa Meoni, soffocata con un tampone ficcatole in gola. E i colpevoli? Mai presi. Ma non solo contro le donne si è accanita questa furia omicida. Nell’ ottobre dell’ 84 un pensionato di 69 anni, Bruno Borselli, viene assassinato con 17 coltellate in tutto il corpo, all’ interno di una cava. Di lui si disse che era un guardone, dell’ omicida mai saputo niente. Lo scorso anno, inoltre, un pazzo angosciò la città: con un cacciavite ferì una ragazza e due pensionati, di giorno, per strada. Neanche lui è mai stato trovato. E sullo sfondo di questa città inquieta, l’ ombra del mostro e dei quattordici giovani che ha ucciso e seviziato dal ‘ 68 allo scorso anno.

di SANDRO BERTUCCELLI

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6 Settembre 1985 Stampa: La Repubblica – Una sola, micidiale pugnalata alla schiena
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