Il 10 Settembre 1985, circa alle ore 10.30, arriva presso gli uffici della Procura della Repubblica di Firenze una missiva sigillata con un indirizzo di destinazione realizzato tagliando, con uno strumento affilato, delle lettere da un settimanale in modo poi da poterle incollare a formare l’indirizzo stesso sulla busta.

Il destinatario della busta è il Sostituto Procuratore Silvia della Monica uno dei magistrati che ha lavorato alla vicenda del MdF ma che ormai non lavora più al caso dal gennaio del 1984. La busta verrà aperta dai funzionari della cancelleria.

All’interno si trova un lembo della mammella di Nadine Mauriot di una misura approssimativa di 2.8 cm. x 2.0 cm. ed uno spessore di 3 mm.. Il frammento di tessuto è  stato inserito foglio di cellophane sigillato a sua volta inserito in un foglio di carta bianca piegato (circa 8×10 cm.), ed incollato lungo i margini, ed il tutto è stato inserito nella busta. La busta da lettera, di uso comune, recava al suo interno le scritte “Supermill” e “ICCI TOLMEZZO”, indicative della fabbrica (stabilimento di Tolmezzo ad Udine) e faceva parte di una linea di prodotti molto comune distribuita su scala nazionale attraverso una rete di grossisti.

I successivi accertamenti sul tessuto biologico analizzato dava come risultato: “Tessuto adiposo di origine umana con quadro corrispondente a quello di ghiandola mammaria in stato di riposo, del tutto analogo ai tessuti corrispondenti alla mammella sinistra di Nadine Mauriot“.

Una caratteristica immediatamente notata è un errore ortografico nel scrivere l’indirizzo con le lettere ritagliate, la parola Repubblica è stata scritta con una sola B. La lettera è affrancata con un francobollo da 450 lire raffigurante il Castello di Bosa ed il timbro postale indica San Piero a Sieve con data 09.09.1985.

Una ricerca condotta nei giorni successivi, avvalendosi della collaborazione di Poste Italiane, permette di stabilire che la lettera è stata imbucata in una cassetta postale di San Piero a Sieve. Dato il sistema di raccolta delle lettere si può stabilire che è stata imbucata prima delle ore 9.30 di Lunedì, infatti a quell’ora cominciava il giro per svuotare tutte le 11 cassette postali di San Piero a Sieve, giro che terminava al massimo alle 12.00.

La cassetta postale usata per imbucare la missiva non è facilmente individuabile.

Dato il sistema di raccolta sono due le cassette indicate come più probabili.

Una viene individuata come la cassetta di fronte al Bar Marcello posizionata su una banchina di separazione fra la provinciale la strada comunale a fianco, ben protetta da una siepe, oggi non più esistente. Come cita Martin Rush in questo suo articolo.

L’altra è quella posizionata sulla via Provinciale all’altezza della Pieve di Santo Stefano, accanto al tabaccaio. Una cassetta ancora esistente dove poi, in un secondo momento, fu ritrovato un proiettile Winchester calibro 22 serie H, vedi 11 ottobre 1985. Anche questa abbastanza occultata dietro un angolo.

La distanza fra le due cassette è approssimativamente di 360 m.

La lettera è stata poi timbrata verso le ore 15.00 dello stesso giorno presso l’ufficio PPTT di Firenze.

Riportiamo uno spezzone della Nota del 17 Ottobre 1985 Rapporto Giudiziario N. 248/39 di Nicola Giordano sul delitto del settembre 1985 sugli accertamenti fatti nei giorni successivi: “Con riferimento alla busta indirizzata alla dottoressa Silvia Della Monica, è stato accertato che la stessa è stata imbucata in Sen Piero a Sieve, nella notte tra l’8 ed il 9 settembre 1985, e comunque non più tardi delle ore 09.30, orario in cui i tre postini della giurisdizione iniziano il loro giro di raccolta. La busta materialmente è stata raccolta molto verosimilmente o nella buca di impostazione sita in via Provinciale, attigua alla rivendita di generi di monopolio e cartoleria al n.36, o in Largo F/lli Rosselli. La busta è stata timbrata con timbro a data di qui è provvisto l’Ufficio PFTT di Firenze, intorno alle ore 1500 dello stesso giorno 9 detto. -Per quanto riguarda il taglio della busta ed il francobollo raffigurante il “Castello di Bosa”, è stato accertato, con discrezione, che tutte le cartolerie e le rivendite di tabacchi sono provviste, sia di quel tipo di busta, che del francobollo e nessuno dei titolari degli esercizi di S. Piero a Sieve ricorda di aver venduto delle identiche buste e francobolli nelle giornate di sabato e domenica in argomento. Successivamente, e precisamente la mattina del 5 corrente, il vice direttore dall’anzidetto Ufficio Postale, rinveniva nella buca di impostazione dell’ufficio suindicato, una cartuccia cal.22 L.R., marca “fiocchi” (Ved.All.n.20).” (NdR: Vedi testimonianza dell’8 ottobre 1985)

Successivi studi peritali chimico- merceologici eseguiti dal Dott. Giorgio Trinca, tecnico della Polizia Scientifica in servizio presso il Centro di Polizia Scientifica di Roma, permetteranno di individuare l’uso di due tipi di colla. Per la chiusura della busta e per incollare i margini del foglio rinvenuto dentro la busta era stata impiegata colla con composizione chimica analoga a quella della colla in tubetto marca “UHU extra”.

Le lettere impieghiate per comporre l’indirizzo è la rivista Gente n°51 del 21 dicembre 1984 individuata da Valeria Vecchione

Per l’applicazione del francobollo e delle lettere del settimanale era stata utilizzata colla a base di destrina, quella che una volta era chiamata gomma arabica. Il sacchetto in materiale plastico trasparente era di composizione chimica analoga a quella di moltissimi articoli analoghi presenti in commercio, cioè polietilene. Possiamo riassumere che le lettere tratte dalla rivista sono state incollate con la destrina e cosi anche il francobollo, mentre la busta e il foglio interno sono stati incollati con UHU extra. Ricordiamo che sia i margini della busta che il francobollo avevano la loro colla originale.

La Polizia Scientifica trova nove frammenti d’impronte sulle superfici della carta, ma nessuna traccia di saliva.

Questa informazione, la lettera anonima, sarà tenuta riservata per svariati giorni, esattamente fino al 26 settembre 1985 momento in cui apparve fra le notizie ANSA verso le 15.03.

Un’altra informazione tenuta celata per decenni è stata la presenza all’interno dell’involucro di plastica di un frammento con forma di stella e di colore giallo che non ha l’aspetto di tessuto biologico. (NdR: vedi perizia genetica di Ugo Ricci del 1 luglio 2015).

10 Settembre 1985 Lettera anonima a Silvia Della Monica: foto

10 Settembre 1985 Lettera anonima a Silvia Della Monica

7 pensieri su “10 Settembre 1985 Lettera anonima a Silvia Della Monica

  • 27 Novembre 2021 alle 12:22
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    Ma quindi anche su questa missiva è presente saliva? Sono stati fatti studi per recuperarne il DNA e confrontarlo con quello ricostruito dalla saliva delle 3 lettere anonime ai procuratori? A me era parso di capire che questa lettera avesse solo tracce di colla e non di saliva..

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    • 27 Novembre 2021 alle 12:33
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      No, c’è scritto che non furono trovate tracce di saliva. La frase successiva “In seguito accertamenti successivi portano ad individuare della saliva appartenente al gruppo sanguigno A.” è un errore di trascrizione e ringraziamo per la segnalazione, è stato rimossa.

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  • 18 Aprile 2023 alle 20:04
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    Ma scusate, nessuno ha mai trovato strano che il francobollo usato rappresenti il Castello di Bosa (Sardegna)?

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    • 4 Agosto 2024 alle 16:51
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      Nessuna stranezza. Il francobollo più diffuso e venduto era quello e faceva parte della serie “Castelli dItalia” che furono introdotti in commercio tra il 1980 e il 1983 in tagli da 33 valori diversi, da 5 lire fino a 1400 lire. Ogni taglio rappresentava un castello d’Italia, quello da 450 lire era appunto il Castello di Bosa. Una lettera dentro il peso e non raccomandata costava appunto 450 lire.Esistevano anche altri francobolli da 450 lire ma erano a tiratura limitata e poco commercializzati. I più diffusi, soprattutto in tabaccheria, erano quelli della serie dei Castelli. Tenga conto che i francobolli venivano usati per ogni tipo di spedizione: cartolina, lettera, lettera commerciale (fatture, costavano meno mi sembra 300 lire), raccomandata, pacchi, plichi, ecc. Anche in posta applicavano francobolli, non esistevano le etichette bollate che iniziarono ad essere usate nella metà degli anni 90. Le aziende invece avevano le etichettatrici fornite dalle Poste.

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  • 23 Settembre 2023 alle 16:00
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    chiedo se sia possibile poter leggere il testo contenuto nella lettera

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    • 23 Settembre 2023 alle 16:04
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      La lettera non conteneva testo, solo una parte della mammella escissa nell’ultimo duplice omicidio.

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  • 5 Agosto 2024 alle 13:07
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    Per capire quando sono stati uccisi i due francesi bisognerebbe capire quando è stata inviata la lettera e come lavorassero le Poste.
    Se la busta è stata inviata la notte stessa dell’omicidio significa che il mattino successivo è stata scaricata dalla cassetta postale e immessa nel circolo distributivo per essere consegnata martedì 10/09 alle 10 in Procura. Le cassette rosse, che io mi ricordi, avevano due “levate” alle 9 e alle 17 dal lunedì al venerdì oppure una levata alle 17 (non era uniforme in tutto il territorio nazionale), il sabato una levata alle 12 (poi fu eliminato il sabato). Dico questo perché se la lettera fosse stata spedita la notte tra venerdì e sabato e se ci fosse la levata del sabato alle 12 presumo che sarebbe andata in distribuzione già il lunedì mattina mentre se fosse stata imbucata la notte tra sabato e domenica allora sarebbe stata presa il lunedì mattina e consegnata il giorno dopo com’è accaduto. Tutto è vanificato se non ci fosse la levata del sabato mattina perché divinterebve influente quando è stata imbicata (notte fra venerdì e sabato, notte tra sabato e domenica o notte tra domenica e lunedì). Questo caso ci dimostra una cosa, che gli omicidi erano preparati prima di essere compiuti perché la busta è stata preparata prima, non la notte stessa per via del lavoro di composizione dell’indirizzo.

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