Qualcuno ha visto il mostro
FIRENZE – “Le mutilazioni subite dalla donna francese sono identiche a quelle di Pia Rontini, l’ ultima ragazza uccisa dal maniaco. I tagli sono decisi, rapidi, efficienti. L’ assassino è una persona che è esperta nell’ uso del coltello. Un uomo robusto ma agile. Per sparare dentro quella piccola tenda è stato costretto ad abbassarsi. Sembra peggiorata la sua capacità di tiro ma è sempre abile nell’ uso del coltello. Per la prima volta ha ucciso con questo. Fino a domenica l’ arma bianca gli era servita soltanto per effettuare le asportazioni”. E’ Mauro Maurri che parla, il medico legale. E’ dal 1974 che si occupa delle perizie legate a questo caso di cui non si intravvede la soluzione. “In quella piccola radura di via degli Scopeti – aggiunge – l’ omicida c’ è rimasto almeno dieci minuti, forse quindici”. Tanto c’ è voluto per sparare nove colpi, accoltellare e mutilare Nadine Mauriot e Jean Michel Kravechvili. E’ un dato importante per le indagini perchè durante un lasso di tempo così lungo forse qualcuno ha visto o sentito qualcosa. Un prezioso testimone sarebbe già stato ascoltato dalla speciale squadra formata da polizia e carabinieri che da più di un anno dà la caccia al mostro. A quanto pare ha descritto gli strani movimenti di un’ auto e avrebbe fornito precise indicazioni che potrebbero portare ad identificare il proprietario. Ma è l’ auto dell’ assassino? Le indagini nel frattempo si muovono anche in altre direzioni. Da poco sono terminate le verifiche su tutte le pistole di marca Beretta calibro 22 che si trovano in provincia di Firenze. Sono quattordicimila quelle regolarmente denunciate. Ma i controlli hanno avuto esito negativo. In mezzo, quella del mostro non c’ è, probabilmente è illegale. “E’ anche scattato un piano che avevamo preparato da tempo – dicono i sostituti procuratori Francesco Fleury e Paolo Canessa – per vedere i risultati però bisognerà aspettare una decina di giorni”. Sarebbero in corso accertamenti su moltissime auto segnalate all’ ingresso in Firenze e starebbe collaborando alle indagini anche il mondo dei guardoni. Sull’ inchiesta intanto si addensano nuvoloni carichi di polemiche. Il presidente della giunta regionale Gianfranco Bartolini ha rilasciato una dura dichiarazione (“l’ andamento delle indagini non ci soddisfa”) mentre i sindaci di Firenze, Scandicci e San Casciano hanno chiesto di riunire il comitato per l’ ordine pubblico per lanciare un appello alla cittadinanza. L’ incontro tra magistrati e politici è previsto per venerdì pomeriggio ed è stato il prefetto Giovanni Mannoni a invitare il procuratore della Repubblica Raffaele Cantagalli. Il colloquio tra le due alte autorità è durato circa un’ ora. “C’ è un grande sforzo da parte degli inquirenti – testimonia il prefetto – sono in corso accertamenti capillari, tutto viene fatto con la massima cura. Ma anche in altri paesi vicende come questa spesso sono state risolte casualmente”. “Non possiamo certo presidiare l’ intera regione”, replicano Canessa e Fleury. “Da parte nostra lo sforzo è massimo”, affermano in questura dove da ieri pomeriggio Maurizio Cimmino, dopo la parentesi palermitana, è tornato a dirigere la squadra mobile. “Quando ci sarà chiesto delegheremo a loro le indagini”, dice tagliente il procuratore della Repubblica riferendosi ai politici. Ma c’ è qualche speranza di arrestare questo folle assassino? Fino ad oggi sono finite in carcere solo persone innocenti. A questa domanda il sostituto Paolo Canessa preferisce non rispondere. E lo stesso fa il medico legale Mauro Maurri. “In questa vicenda sono entrato nel 1974, all’ epoca del secondo delitto – racconta Maurri – nessuno pensò a un maniaco. Sembrava un delitto passionale, un delitto scatenato dalla gelosia. Che si tratta di un maniaco ce ne accorgemmo sette anni dopo, nel 1981 quando furono assassinati Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio”. Da allora ogni volta il dottor Maurri ha ricostruito il delitto. Anche per l’ omicidio dei due turisti francesi sta fornendo le poche certezze a disposizione degli inquirenti. Quello della coppia transalpina è stato un omicidio che ha superato in ferocia tutti gli altri. Jean Michel, lo hanno stabilito ieri a conclusione della perizia, è morto per emorragia acuta da lesioni polmonari. Quattro coltellate nella regione toracica e una alla schiena. Il fendente alla trachea che l’ aveva praticamente sgozzato non era mortale così come i quattro colpi di pistola: tre alle braccia e alle mani e uno alla bocca che fortunosamente era stato deviato da un dente. Il ragazzo aveva tentato la fuga, forse ha lottato, ma è stato raggiunto a una decina di metri dalla tenda e finito. Nadine invece è morta all’ istante, centrata alla testa tre volte. Ha un proiettile anche all’ altezza del seno sinistro: quello che il mostro ha asportato insieme alla regione pubica. Ma che fine fanno questi macabri “trofei”? “Le ipotesi sono molte – risponde Maurri – l’ assassino li può aver gettati ma si può arrivare al limite dell’ antropofagia. Sì, potrebbe anche averli mangiati”. “Nella storia della criminologia non ci sono casi simili – conclude il medico legale – è un caso nuovo ma vecchio di diciassette anni. Non credo nell’ intervento di due o più persone, è una sola persona ad agire e molto difficile da individuare. E non ci sono collegamenti con altri delitti insoluti anche se a Firenze quasi tutti gli omicidi nascono da devianze sessuali. Mi riferisco al banchiere ucciso pochi giorni fa, alle prostitute. Qui non ci sono assassini politici o passionali. Quasi tutto nasce nell’ ambiente delle devianze ed è un giro dove la gente preferisce non parlare”. E’ vero, a Firenze il mostro non è solo, c’ è una schiera di maniaci. I delitti a sfondo sessuale insoluti sono una ventina e la città è attraversata da brividi di paura e angoscia.
di PAOLO VAGHEGGI