Il 14 settembre 1985 viene consegnato il Rapporto Giudiziario, n° 248/5, a firma di Nunziato Torrisi riportante le indagini svolte sino a quel momento in rapporto al delitto del settembre 1985 a Scopeti. Seguirà un successivo rapporto il 21 settembre 1985 ed uno il 17 ottobre 1985. Sotto le foto del rapporto e in seguito la trascrizione.
Rapporto Giudiziario Nunziato Torrisi trascritto
Legione Carabinieri di Firenze
Gruppo di Firenze – Reparto Operativo
Nucleo Operativo
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N. 248/5 del rapporto. 50123-Firenze, 14 settembre 1985.
RAPPORTO GIUDIZIARIO/ preliminare relativo al duplice omicidio commesso in
pregiudizio della coppia di nazionalità francese:
• KRAVEICHVILI Jean-Michel, nato a Montbéliard (Francia) il
6.3.1960, residente ad Audincourt (Francia), 40 rue sous le
Vignes;
• MAURIOT Nadine Jeanine Gisele, nata a Delle (Francia) il
16.3.1949 residente in Montbéliard (Francia), 21, Rue des
Potiers.
Perpetrato in località “Salve Regina”, contrada Scopeti del
comune di San Casciano Val di Pesa (FI), verosimilmente la sera
di domenica 8 settembre 1985.
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI FIRENZE
dr. P.L.VIGNA – F. FLEURY – P. CANESSA Sost. 50123 – FIRENZE
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Il 9 settembre 1985, alle ore 1430, il Comandante della Stazione Carabinieri di San Casciano Val di Pesa (FI) – Maresciallo LODATO Vincenzo – informava telefonicamente la locale Centrale Operativa che, poco prima, su indicazione del cameriere Luca Santucci, in atti generalizzato, in località “Salve Regina” dell’agro di San Casciano V.P., erano stati rinvenuti i cadaveri di un uomo e di una donna, nudi, nei pressi di una autovettura Volkswagen Golf targata 9952 SE 25 (Francia), parcheggiata in una radura della zona boschiva limitrofa alla strada comunale – via dei Scopeti – che dalla SS. n. 2 (Cassia) conduce alla frazione di S. Andrea in Percussina.
Nella circostanza il SANTUCCI si era recato nella zona per raccogliere funghi e nel transitare in un viottolo, aveva sentito un ronzio di mosche, per cui incuriosito si era diretto verso il cespuglio da dove proveniva il rumore ed ivi giunto si era trovato tra i piedi il cadavere nudo di una persona di sesso maschile, poco distante dall’anzidetta autovettura, in sosta vicino ad una tenda da campeggio. Sconvolto per quanto aveva visto, raggiungeva immediatamente la propria abitazione, raccontando la sua scoperta ai genitori, i quali avvertivano il locale Comando di Stazione (Ved. All. n. 1).
Il citato sottufficiale si recava subito nella zona segnalata ed accertava la veridicità della notizia, ed a seguito di una sommaria ispezione notava che all’interno della tenda vi era il cadavere nudo di una donna. Da una prima valutazione, appariva subito chiaro che la coppia era stata assassinata dal cosiddetto “Mostro di Firenze”, per cui sul posto si portavano, prima il capitano Giuseppe ROSITANI – Comandante della Compagnia di Firenze/Oltrarno –, e successivamente il Ten. Colonnello Antonio RIMICCI – Comandante del Gruppo di Firenze –, con personale dipendente, per eseguire i dovuti accertamenti.
La radura si trova a circa 30 metri dalla predetta strada comunale ed in posizione sopraelevata rispetto alla stessa, dalla quale è ben visibile. Sulla sinistra vi era una piccola tenda di color grigio ed oltre questa si trovava l’autovettura Volkswagen Golf, con le portiere chiuse a chiave, all’interno della quale vi era un seggiolino per il trasporto di bambini. Per terra, tra la tenda e l’auto si notavano dei sacchetti porta-accessori da campeggio ed alcuni bossoli esplosi calibro 22, con la lettera “H” impressa sul fondello.
All’interno della tenda vi era il corpo nudo della donna disteso su un materassino, sporco di sangue. Sella destra della radura, fra i cespugli, si trovava il cadavere di un uomo nudo, con la testa rivolta verso la radura ed i piedi verso il bosco, le cui gambe stavano appoggiate sopra ai rami del fitto cespuglio.
Constatato ciò, come era stato concordato dagli inquirenti (magistrati, ufficiali dei CC. e funzionari della Polizia di Stato) nella riunione tenutasi presso la locale Procura in data 17 aprile 1985, la zona veniva subito delimitata con una fettuccia, onde evitare che potessero disperdersi o cancellarsi le tracce del delitto, e la via Scopeti bloccata al traffico ed ai curiosi, nei due sensi di marcia. Nel contempo venivano fatte affluire sul posto in argomento delle unità cinofili. Contestualmente venivano informati:
– il dr. Paolo CANESSA, sostituto d’urgenza;
– il prof. Mauro MAURRI dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Firenze;
– il dr. Sandro FEDERICO, funzionario della Squadra Mobile Fiorentina, nonché personale del Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura di Firenze; i quali raggiungevano immediatamente la via Scopeti di San Casciano V.P. (Ved. All. n. 2).
In seguito all’intervento degli anzidetti organi, si accedeva alla radura ed in tale occasione, all’interno della tenda, oltre al cadavere della donna, veniva rinvenuto un portafogli da uomo, – contrassegnato dal n. 15 del verbale –, contenente valori, materiale cartaceo vario ed i documenti di KRAVEICHVILI Jean-Michel, in rubrica generalizzato.
A bordo dell’autovettura Volkswagen Golf, tra le altre cose, venivano rinvenute due borse contenenti indumenti vari, nonché un borsello in tela, con dentro oggetti vari ed i documenti dell’anzidetto KRAVEICHVILI e di MAURIOT Jeanine Gisele, pure in rubrica generalizzata, le due vittime, poco prima, rinvenute nella radura (Ved. All. n. 3).
Dall’esame del materiale rinvenuto sul luogo del delitto, gran parte in lingua francese, non emergeva alcuna indicazione utile ai fini delle indagini. Attraverso il controllo di quattordici foglietti con annotazioni varie (Ved. All. n. 4), era possibile ricostruire, relativamente ai giorni 5 e 6 corrente, i movimenti della coppia KRAVEICHVILI/MAURIOT, che era stata a Bologna – ove era in corso una mostra-mercato della calzatura –, Forte dei Marmi (LU) e Pisa (Ved. All. n. 5). Nel pomeriggio del 10 corrente, il fratello di una delle vittime, Serge Kraveichvil, giunto a Firenze, presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Firenze, riconosceva nei cadaveri della coppia rinvenuta nella radura della località “Salve Regina”, rispettivamente, il fratello Jean-Michel e la sua convivente MAURIOT Nadine Jeanine Gisele (Ved. All. n. 6).
Il KRAVEICHVILI Serge riferiva che il fratello Jean-Michel – musicista – da diversi anni conviveva con la MAURIOT Nadine Gisele, coniugata, ma regolarmente separata dal marito LANCIOTTI Athos, il quale era perfettamente a conoscenza della relazione e non aveva mai opposto alcun divieto. Precisava che i due erano venuti in Italia verso la fine del mese di agosto c.a. (giovedì 29 o venerdì 30), e si sarebbero trattenuti una settimana circa, in quanto la MAURIOT Nadine – madre di due bambini, prima della partenza lasciati in custodia in un asilo in Francia –, essendo titolare in Montbéliard di un negozio di calzature, aveva dovuto visitare la mostra-mercato della scarpa che, nel periodo in questione, si teneva a Bologna (Ved. All. n. 7).
Al KRAVEICHVILI Serge, come disposto dalle SS.LL., veniva restituita l’autovettura Volkswagen Golf, con l’altro materiale esistente, ad eccezione delle due borse contenenti gli indumenti delle vittime e del borsello plastificato vuoto, nonché di n. 17 fotogrammi (indicati alla lettera “A” del verbale di rinvenimento) e di n. 14 biglietti con annotazioni varie (All. n. 4), che vengono trattenuti in questi uffici, a disposizione delle SS.LL., con la sola esclusione dei foglietti allegati al presente rapporto (Ved. All. n. 8).
Fra il materiale cartaceo repertato si rinvenivano due talloncini recanti la scritta del calzaturificio “2001” con sede in Pistoia, per cui veniva sentito il titolare, Raffaele Biancalani; questi riferiva che dal 6 al 9 settembre 1985, con uno stand, aveva partecipato alla mostra-mercato delle scarpe di Bologna ed in tale occasione aveva accettato una commissione di n. 180 paia da una coppia di nazionalità francese, originaria di Montbéliard (Francia) come si può rilevare dalla commissione n. 415 consegnata in fotocopia (Ved. All. n. 9). Allo stesso venivano mostrate le 17 diapositive repertate e, dopo averle attentamente osservate, affermava, senza ombra di dubbio, che la donna che aveva visitato il suo stand alla fiera di Bologna, non era la MAURIOT Nadine (Ved. All. n. 10).
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Frattanto, intorno alla zona del delitto venivano attuati una serie di posti di blocco a medio e largo raggio, ed eseguite una serie di perquisizioni domiciliari, ai sensi dell’art. 41 del Testo Unico delle Leggi di P.S., nonché verificati gli alibi di talune persone sospettate, sulla base di un apposito elenco, a suo tempo approntato da quest’Arma. Le persone perquisite e controllate vengono qui di seguito elencate, con a fianco di ciascuna indicato l’esito delle operazioni compiute:
1. VINCI Salvatore: La perquisizione eseguita nei suoi confronti, dava esito negativo (Ved. All. n. 11). Lo stesso opportunamente esaminato forniva le dichiarazioni che si rilevano dal relativo atto assunto (Ved. All. n. 12). In particolare affermava che:
• venerdì 6.9.1985 non era uscito di casa;
• sabato 7.9.1985, nel pomeriggio, si era recato alle cave di Maiano del comune di Fiesole, per assistere a dei corsi di prealpinismo, facendo rientro a casa intorno alle ore 1930, perché doveva fare un intervento, poi disdetto; quindi era rimasto in casa sino alle ore 22, quindi era uscito per un intervento in via delle Casine n. 18, rincasando alle ore 23, senza più riuscire;
• domenica 8.9.1985, in mattinata, ad eccezione di una breve uscita per andare a fare colazione, era rimasto in casa; la sera era uscito intorno alle ore 2130 per andare a prendere delle sigarette, ma siccome nella zona i locali erano tutti chiusi, si era dovuto portare nella zona di Peretola, acquistandole nel bar/pizzeria “Il Bivio”, sito all’incrocio tra le vie Baracca/Gori e Pistoiese; poiché si trovava nella zona ne aveva approfittato per andare a trovare un vecchio amico, tale Saverio Biancalani, ove si era trattenuto sino alle ore 22.30, facendo persino una telefonata a casa, prima del suo rientro.
2. VINCI Roberto (in quei giorni unitamente alla D’ONOFRIO Antonietta si trovava nell’abitazione di via Cironi n. 8) confermava, in parte, le dichiarazioni fornite dal padre, aggiungendo che domenica 8 corrente, il VINCI Salvatore era uscito di casa intorno alle ore 20.00, facendo rientro alle ore 22.30 (All. n. 13).
3. D’ONOFRIO Antonietta, relativamente ai giorni sei e sette, confermava quanto già dichiarato dal convivente VINCI Salvatore, precisando che domenica 8 corrente, nel primo pomeriggio, si era recata a Prato perché doveva incontrare la sua conoscente Maria Teresa, lasciando in casa il Salvatore ed il Roberto. Aveva fatto rientro a Firenze intorno alle ore 22.15 ed aveva trovato ad attenderla solamente il Roberto. Il Salvatore aveva telefonato da fuori dopo un po’, e precisamente alle ore 22.45, senza precisare da dove, quindi rincasava alle ore 23.00, senza più uscire (Ved. All. n. 14).
4. BIANCALANI Saverio Silvano affermava che effettivamente la sera dell’8 settembre 1985, intorno alle ore 21.30, mentre si trovava in casa in compagnia della moglie ACCIAIOLI Gina e della figlia Sandra, era venuto a fargli visita, trattenendosi sino alle ore 22.30, il suo vecchio amico di famiglia Salvatore VINCI (Ved. All. n. 15). ACCIAIOLI Gina e la figlia BIANCALANI Sandra, sentite separatamente, riferivano concordemente che la sera di domenica 8 corrente, intorno alle ore 21.20-21.15, era venuto a casa loro VINCI Salvatore, il quale si era trattenuto in casa sino alle ore 22.30 (Ved. All. n. 16 e n. 17). A proposito dell’alibi fornito dal VINCI Salvatore, si precisa che nel corso dei servizi di appostamento eseguiti da militari di questo Nucleo, dalle ore 20 alle ore 24, nei pressi dell’abitazione del VINCI Salvatore, per controllare i suoi movimenti, con l’ausilio anche dell’ufficiale di p.g. che segue le operazioni di intercettazione (All. n. 18), in atto sin dal 27 aprile 1985, era emerso che:
• sabato 7.9.1985 il VINCI Salvatore, alla guida del suo furgoncino Fiat 850, aveva fatto rientro a casa alle ore 20.35; riusciva alle ore 21.05 e, con lo stesso automezzo, si era recato in via delle Casine per un intervento, facendo rientro a casa dopo una quarantina di minuti, alle ore 23, senza più uscire (Ved. All. n. 19), sino alle ore 24;
• domenica 8.9.1985, allorquando era stato intrapreso il servizio, il VINCI Salvatore era già uscito, in quanto non era parcato, davanti alla sua abitazione, il furgoncino Fiat 850; lo stesso, alla guida del citato mezzo, faceva rientro a casa intorno alle ore 23.00, senza più uscire sino alle ore 24, orario in cui terminava il servizio (Ved. All. n. 20).
Ultimate tali incombenze, il VINCI Salvatore – si trovava in questi uffici per gli accertamenti del caso –, come disposto dalle SS.LL., veniva sottoposto a rilievi, mediante l’applicazione del guanto di paraffina ad entrambe le mani. Ultimate le operazioni i due guanti venivano trattati con reagenti ed in tale occasione il guanto della mano sinistra (il VINCI Salvatore nello sparare è mancino) reagiva positivamente emanando una colorazione blu in più punti. A questo punto le operazioni venivano sospese ed i reperti inviati al Centro Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Roma per una ulteriore e più precisa analisi e ricerca (Ved. All. n. 21).
5. Vincenzo Giani: – La perquisizione eseguita nei suoi confronti dava esito negativo (Ved. All. n. 22).
6. Renzo Zanobini – Analogo esito dava la perquisizione eseguita nei suoi confronti (Ved. All. n. 23).
7. CALAMOSCA Giovanni, opportunamente escusso descriveva dettagliatamente come aveva trascorso le giornate del 6, 7 ed 8 settembre 1985, precisando che il pomeriggio di domenica, con il suo amico Gelsomino Pinto, si era recato a Castel Guelfo (BO), per acquistare un cavallo, facendo rientro a casa alle ore 21.30, ove aveva trascorso il resto della serata, sempre in compagnia del predetto PINTO (Ved. All. n. 24).
8. PINTO Gelsomino, Angelo Gabriele Zuppeddu, Antonio Badini, Caterina Crocetti, PELLI Rosa Adele (NdR: Rosa Adele Scarpelli) e Guido Baracani, tutte persone citate dal CALAMOSCA nel corso della sua deposizione, ognuno per la parte di competenza, confermavano le dichiarazioni rese dal CALAMOSCA medesimo (Ved. All. nn. 25, 26, 27, 28, 29, 30).
9. VINCI Antonio riferiva in particolare che la sera di domenica 8 corrente era stato in compagnia della moglie Lorella Bartolucci, recandosi, prima a cena dai suoceri, e poi alla Casa del Popolo di Montelupo F/no, facendo rientro a casa oltre la mezzanotte (Ved. All. n. 31).
10. BARTOLUCCI Lorella confermava le dichiarazioni fornite dal marito (Ved. All. n. 32), così Domenico Bartolucci e Giordano.
11. Erio Mascii affermava, tra l’altro, che la sera di domenica 8.9.1985, aveva lasciato il suo accampamento ed aveva raggiunto la sottostante frazione “La Querce”, ove si era trattenuto per l’intera serata, assistendo alle varie manifestazioni della Festa dell’Unità in corso (Ved. All. n. 33).
12. Salvio Puddu dichiarava che la sera dell’8 corrente, era stato ospite, come del resto per l’intera giornata, della famiglia DI STASI, da dove aveva fatto rientro alla propria baracca, trascorrendovi la notte (Ved. All. n. 34).
13. MUCCIARINI Piero riferiva, tra l’altro, che il pomeriggio di domenica 8.9.1985, era stato in casa sino alle 21.30, quindi si era recato al lavoro presso il panificio di Marco LANDINI, panificando da solo sino alla mattina del successivo 9, dato che l’altro operaio aveva preso un permesso perché invitato ad un matrimonio (Ved. All. n. 33 e n. 36).
14. MELE Giovanni affermava che nel pomeriggio di domenica 8 si era recato allo stadio perché voleva vedere l’incontro di calcio Fiorentina – Sampdoria, ma poiché il biglietto era troppo caro, aveva preferito farsi una passeggiata a Fiesole, da dove aveva fatto rientro alle ore 18. Dopo cena si era recato nel vicino circolo “Humanitas” ove era rimasto sino alle ore 22.40. Aveva, quindi, fatto rientro a casa, fermandosi davanti al televisore, prima di andare a letto, per guardare la trasmissione sportiva “La Domenica Sportiva” (Ved. All. n. 37).
15. FABBRI Fosco dichiarava, tra l’altro, che domenica 8 settembre 1985, con la Banda musicale del comune di Rignano sull’Arno, di cui è un componente, si era recato a suonare a Monsummano Terme, facendo rientro a casa, senza più uscire, intorno alle ore 22 (Ved. All. n. 38 e n. 39).
16. GAMBI Maurizio riferiva che domenica 8 corrente, con tutta la famiglia, si era recato a Barberino di Mugello, a visitare il suo amico MARTELLI Leonardo. Nel Mugello aveva trascorso l’interna giornata, facendo rientro a Firenze intorno alle ore 21.30, raggiungendo la sua abitazione, senza uscire più (Ved. All. n. 40).
12. SANTONI Piero affermava, tra l’altro, che tutte le sere dalle ore 21.30 sino alle ore 10.30 del giorno successivo, lavora presso l’edicola di cui è titolare, ubicata nei pressi dell’ingresso alla Stazione FF.SS. di Santa Maria Novella, lato via Valfonda, precisando che la sera di domenica 8 corrente era stato a far visita, con tutta la famiglia, al cognato GIUDICI Vittorio. Quindi aveva fatto rientro a casa ed alle ore 01.45 del successivo 9 si era recato al lavoro, rincasando nella tarda mattinata (Ved. All. n. 41).
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Contestualmente venivano svolti opportuni accertamenti per stabilire il giorno in cui la coppia assassinata si era attendata nella radura attigua alla via degli Scopeti. A tale proposito venivano escussi dei testi, i quali fornivano le dichiarazioni a fianco di ciascuno indicate:
– NENCETTI Umberto affermava che la mattina di venerdì 6.9.1985, verso le ore 07.30, nel recarsi al lavoro presso il podere “SCRICHI”, percorrendo la via degli Scopeti, nella direzione di marcia SS. n. 2 Cassia – S. Casciano V.P., nei pressi della Capannina, aveva notato, sulla destra, una tenda ed una autovettura bianca, nei pressi delle quali sostava una donna, alta, capelli neri non lunghi, indossante una vestaglia bianca che, verosimilmente, stava prendendo un po’ di freddo. La mattina del successivo sabato 7 corrente, nel percorrere la stessa strada, era preceduto da una autovettura Volkswagen Golf GT di colore bianco, condotta da un uomo, alto, robusto, capelli e barba abbastanza lunga neri, indossante una camicia chiara, la quale stava procedendo lentamente, compiendo delle manovre a “zig-zag”, tali da impedirgli una manovra di sorpasso. Giunto in prossimità della nota radura, il conducente dell’anzidetta auto si era accostato sulla sua destra, fermandosi e consentendogli così di sorpassarlo. In tale occasione aveva visto che sulla radura in argomento c’era ancora la tenda e l’autovettura bianca, notata la mattina precedente (Ved. All. n. 42).
– BRESCI Florio riferiva che nei giorni 6 e 7 settembre 1985, nel recarsi al podere di Giancarlo Rufo, sito in via degli Scopeti n. 124, ove esegue lavori vari, non aveva avuto modo di notare, sulla radura che sta di fronte, né la tenda, né tanto meno una autovettura bianca in sosta (Ved. All. n. 43).
– BIANCHINI Tonino dichiarava che nel pomeriggio del 6 corrente, prima di lasciare la località “Scopeti”, aveva notato una coppia di mezza età percorrere il viottolo che dalla radura porta verso la via degli Scopeti, dirigendosi verso una Fiat UNO di color chiaro che era posteggiata sulla stessa via. In seguito e precisamente la mattina del 9 corrente, aveva notato che nella radura c’era una tenda, ma non aveva visto l’auto (Ved. All. n. 44).
– PUCCIONI Mario, gestore di un negozio di generi alimentari nella frazione S. Andrea in Percussina, affermava che intorno alle ore 18 di venerdì 6.9.1985, nel suo negozio era entrata una donna assomigliante a quella effigiata nella foto apparsa per alcuni giorni sugli organi di informazione (MAURIOT Nadine Jeanine Gisele), la quale aveva acquistato un grappolo d’uva. Lo stesso precisava che la donna era sola e che non era assolutamente vero che l’aveva vista in compagnia di un uomo (Ved. All. n. 45).
– Sabrina Carmignani e GALLI Mauro riferivano concordemente che il giorno
8.9.1985, verso le ore 17-17.30, dopo aver acquistato dei panini, avevano
raggiunto la località “Scopeti” e si erano fermati nella piazzola ove c’era montata una tenda grigia e parcata una autovettura Volkswagen Golf, di colore bianco. Poiché fuori della tenda non c’era nessuno e ritenendo che gli occupanti stavano riposando, per non disturbarli, si erano spostati di alcuni metri, consumando i panini e trattenendosi per circa una mezz’ora. Nella circostanza era sopraggiunta un’autovettura, tipo Fiat Regata, con a bordo il solo conducente, la quale si era diretta verso l’anzidetta piazzola. I due fidanzati precisavano che la zona in questione era frequentata da coppiette, guardoni e persone strane in genere, i quali non appena si accorgevano di essere notati, si nascondevano (Ved. All. n. 46 e all. 47).
– TAYLOR James R. affermava che intorno alle 00.15/00.45 del 9 settembre 1985, nel transitare con la sua ragazza nella via degli Scopeti, in prossimità del punto in cui erano stati rinvenuti i cadaveri della coppia francese, aveva notato una autovettura Fiat 131 di color argento, posteggiata sulla carreggiata (Ved. All. n. 48).
– WEBER Petra riferiva spontaneamente che domenica 8.9.1985, verso le ore 24.00, mentre stava giocando a carte nel piazzale antistante l’abitazione del fidanzato (sita in S. Casciano Val di Pesa, via Faltignano n. 18, prospiciente la zona ove erano stati assassinati i due francesi ad una distanza di circa un chilometro in linea d’aria), aveva udito un rumore simile a quello di uno stappo di bottiglia, proveniente dalla direzione in cui si trova la nota radura. Il rumore, molto tenue, era stato avvertito anche dai genitori presenti ed in particolare la madre aveva subito capito che trattavisi di un rumore identico a quello provocato dalle armi da fuoco, tanto che non se la sentiva di stare ulteriormente nel piazzale fuori dall’abitazione (Ved. All. n. 49).
– SUPPA Salvatore spontaneamente affermava che domenica 8 settembre 1985, verso le ore 22.00, alla guida della propria autovettura percorreva la via degli Scopeti, proveniente da S. Casciano V.P. e diretto alla SS. n. 2 – Cassia –. Giunto nei pressi della zona in cui son stati rinvenuti i cadaveri della coppia francese (un centinaio di metri oltre il bivio tra la citata via ed il viottolo che conduce alla radura), al margine della carreggiata notava in sosta (Ved. All. n. 50) la vettura Renault 4, di color beige, o nocciola, con i fari spenti. A bordo vi era una sola persona, e precisamente un uomo dall’apparente età di 40 anni (Ved. All. n. 51), capelli non lunghi, scuri e folti, di corporatura normale. Il SUPPA forniva un’ampia descrizione della persona notata a bordo dell’anzidetta autovettura (Ved. All. n. 52), per cui veniva costruito un “phot/fit”, che veniva subito diramato ai dipendenti comandi della provincia di Firenze, per le ricerche del caso (Ved. All. n. 53). Lo stesso spontaneamente accompagnava il dipendente brigadiere Donato LUISI nella zona interessata, che veniva localizzata a circa 300 metri dalla radura dove erano stati trovati i cadaveri della coppia francese (Ved. All. n. 54).
– PECCI Paolo riferiva che la mattina di domenica 8 settembre 1985, transitando nella via degli Scopeti, proveniente da S. Casciano V.P. e diretto a Tavarnuzze, a circa 300/400 metri dal luogo del delitto, aveva notato posteggiata, nella stessa via, un’autovettura Renault 4 di color beige chiaro, senza nessuno a bordo. Al ritorno a S. Casciano, alle ore 11.10, nel transitare nello stesso punto, aveva constatato che l’auto non c’era più (Ved. All. n. 55).
– GUARDUCCI Anna, opportunamente esaminata dichiarava che la sera dell’8 corrente, pur abitando nei pressi della radura in cui sono stati rinvenuti i cadaveri della coppia francese, non aveva udito alcun rumore o comunque notato il passaggio di veicoli e persone (Ved. All. n. 56).
– BERTI Antonio riferiva che nel pomeriggio di venerdì 6 settembre 1985, mentre alla guida della propria autovettura Volkswagen Golf, nera, transitava nella via degli Scopeti, aveva notato che nella nota radura un uomo ed una donna stavano montando una tenda (Ved. All. n. 57).
– PORDOLI Giuseppe affermava che per circa una settimana, nel periodo compreso tra il 2 e il 5 corrente, nella piazzola in questione, aveva notato una tenda e due autovetture bianche, nonché due/tre persone, le quali verosimilmente erano attendate sul posto. Precisava che, nello stesso periodo, la zona era frequentata da un uomo di mezza età, di cui forniva una sommaria descrizione, il quale presumibilmente aveva in disponibilità una motocicletta multicolore targata Firenze (Ved. All. n. 58).
– BARBONI Piero dichiarava spontaneamente che la mattina di domenica 8 corrente, nel transitare in un viottolo prospiciente la nota radura, aveva notato, parcata in mezzo tanto da impedirne il passaggio, l’autovettura Citroen/Diane 6, di colore amaranto, targata Firenze, con a bordo un giovane, meglio descritto nel verbale, il quale si stava pulendo il viso. Precisava che, nella circostanza, aveva constatato che davanti all’auto c’era un pentolino e della cenere, tanto da dedurre che l’anzidetta persona aveva sostato nella zona per un certo periodo di tempo (Ved. All. n. 59).
– WEBER Petra, ad integrazione di quanto già riferito (All. n. 49), dichiarava che nel tardo pomeriggio del 7 od 8 corrente, verso le ore 19.30, mentre si trovava davanti all’abitazione del fidanzato, aveva notato un uomo, meglio descritto nel verbale di s.i.t., il quale teneva con sé un fucile, portandolo a “mo’ di tracollo” ed uno o due zaini che portava a spalla. L’uomo, apparentemente senza mezzi di locomozione, proveniente dal bosco, si era incamminato in uno stradolo della zona (Ved. All. n. 60).
– SHARON Daliana riferiva che intorno alle ore 23.00 dell’8 corrente, mentre alla guida della propria vettura transitava in questa via degli Scopeti, giunta nei pressi del ristorante “La Capannina”, aveva notato un’autovettura di media cilindrata, di colore bianco, immettersi nell’anzidetta via, da una stradina interna. Il conducente di quest’ultima auto, notando il sopraggiungere della vettura condotta da essa SHARON, aveva fatto marcia indietro, con l’evidente intenzione di non farsi vedere (Ved. All. n. 61).
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Nel proseguo delle indagini veniva perquisito, con esito negativo, INNOCENTI Ivo (Ved. All. n. 62), e controllate le sottonotate persone:
– INNOCENTI Ermanno, il quale dichiarava che la sera dell’8 corrente, era stato, prima al poligono di tiro al piattello di San Donato in Poggio, e successivamente al circolo ACLI di San Casciano V.P., ove si era trattenuto sino alle ore 01.00 del 9.9.1985 (Ved. All. n. 63).
– LOCCI Giovanni, il quale affermava che aveva trascorso la sera dell’8.9.1985 presso la Casa del Popolo di Tavarnuzze, distante poche decine di metri dalla sua abitazione, unitamente alla propria famiglia (Ved. All. n. 64).
– LOCCI Pietrino, il quale riferiva che nel tardo pomeriggio di domenica 8 settembre 1985, con la propria famigliola, si era recato alla frazione Romola per fare visita al fratello Vincenzo, ma non avendolo trovato, aveva fatto rientro a casa, alle ore 19.00, senza più uscire (Ved. All. n. 65).
– LOCCI Vincenzo, il quale affermava che domenica 8, unitamente alla propria famiglia, si era recato a far visita al fratello Giovanni, facendo rientro a casa intorno alle ore 18.30, senza più uscire, in considerazione che la moglie, FU[???BB]INI Adriana, dallo scorso mese di marzo è paralizzata, per cui è abbisognevole di continua assistenza (Ved. All. n. 66).
Tra le altre persone da controllare ed eventualmente perquisire, non sono stati rintracciati MELE Natale e VINCI Francesco, entrambi già noti alle SS.LL., irreperibili sin da metà estate.
Durante la prima fase delle indagini, allorquando era apparso subito evidente che il cosiddetto “mostro di Firenze” aveva nuovamente colpito, sono cominciati ad arrivare a quest’Arma delle telefonate e scritti anonimi (verranno recapitati alle SS.LL. non appena saranno ultimati i vari accertamenti), con i quali venivano segnalate delle persone sospette.
Tra queste veniva identificato MINOIA Antonio, portiere presso l’Hotel Savoia, con sede in questa piazza Repubblica, nei cui confronti veniva eseguita una perquisizione, ai sensi dell’art. 41 del T.U. delle Leggi di P.S., con esito negativo (Ved. All. n. 67).
Lo stesso opportunamente esaminato, rendeva le dichiarazioni che si rilevano dal relativo atto assunto (Ved. All. n. 68). In particolare affermava che domenica 8 corrente, verso le ore 22, dopo essere stato tutta la giornata in casa, aveva raggiunto il proprio posto di lavoro, facendo rientro a casa alle ore 07 del successivo 9.9.1985.
Riserva di fornire l’esito delle indagini in corso.
Atti dei verbalizzanti e rapporto del M/llo CONGIU S.
IL TEN. COLONNELLO
COMANDANTE DEL NUCLEO
Nunziato Torrisi
Avevo un’idea: all’epoca dei fatti vennero trovati quei talloncini della fiera di Bologna, del calzaturificio 2001 di BIANCALANI Raffaele, il quale affermò con sicurezza che i turisti francesci che fecero un grosso ordinativo, non erano le vittime di Scopeti. Collegato a questa vicenda c’è il fatto che sulla piazzola sembra furono presenti due coppie di francesci e non solo una. Forse proprio da questa coppia Nadine avrebbe potuto ottenere questo coupon e sarebbero giustificate anche una serie di testimonianze che lasciavano pensare alla doppia coppia. Per fugare ogni dubbio, non si potrebbero recuperare i dati della coppia di Montbeliard, magari consultando le fatture e i registri della società di Biancalani, e infine chiedere proprio a questa coppia Francese se avessero fatto sosta a Scopeti e se avessero incontrato la coppia di vittime? Si potrebbe anche fare in autonomia se avessimo i dati della coppia francese da qualche documento messo agli atti… Un saluto
Eppure sembrerebbe che l’ordine di calzature a Biancalani, sia stato fatto proprio dalla Nadine che tuttavia il Biancalani non ha riconosciuto. La persona che lui ha incontrato aveva capelli corti e biondo mentre al momento dell’assassinio Mauriot porta i capelli scuri e sopra le spalle. Un mistero nei misteri, ma d’altra parte, leggendo le testimonianze, capisco che ognuno vede e ricorda i fatti e le cose in maniera grandemente differente dall’altro.