Il 16 settembre 1985, oltre una perquisizione che avverrà alle 7.30, alle 10.40 Giampiero Vigilanti rilascia una testimonianza. Il Maresciallo Antonio Amore non si ferma alla perquisizione e alla testimonianza, ma prosegue le indagini sul Legionario.

Questo il verbale e sotto la trascrizione:

Questa la trascrizione: “Sabato 7 alle 5.30 come al solito sono uscito dall’abitazione per portare a spasso i cani. Io vado in bicicletta e loro mi seguono. Verso le ore 6 sono andato in via Gobetti, nella corte di fronte all’Istituto Magnolfi, a prendere mia moglie che si trovava presso una famiglia dove aveva passato la notte per assistere una persona indisposta, quindi sono tornato a cas ove sono giunto poco dopo. Verso le 6.30 sono andato a prendere il pane al forno Longetti vicino al bar Pasquetti, poi sono andato al bar Doris in viale Galilei, ho comprato il giornale dove mi sono intrattenuto fino verso le 7.30. Sono andato a casa e vi sono rimasto per tutta la mattina. Nel pomeriggio di sabato sono stato nella mia abitazione con il mio figliolo Andrea e mia moglie. Preciso che verso le ore 14:30, con la mia bicicletta mi sono portato al solito bar Doris verso le 16.00. Presso quel bar sono conosciuto dai titolari e alcune persone che solitamente frequentano il bar. Sono quindi ritornato a casa dove sono rimasto l’intera serata. Preciso che nell’abitazione dalle ore 20:45 in poi sono rimasto da solo in quanto mia moglie è solita assentarsi per l’assistenza presso la solita famiglia e mio figlio si era assentato per andare con gli amici. Domenica mattina, come per il giorno precedente, sono uscito in bicicletta con i cani, alle ore 5:30 facendo rientro alle ore 7:30. Ho tirato fuori la Lancia Flavia 1800, targata XXXXX e verso le ore 9:30 con mia moglie e mio figlio sono partito alla volta di Vicchio, preciso Caselle ove alla via Padule abita mia madre, sola. Chiarisco mio figlio è venuto in Vespa. Siamo giunti a Caselle verso le 10.15. Siamo rimasti fino verso le ore 11.00 a rendere visita a mia madre e quindi ci siamo portati presso il ristorante Marisa all’uscita del casello di Barberino di Mugello, ove abbiamo pranzato. Ci siamo trattenuti fino alle ore 14.00 14. 15, quindi io e mia moglie siamo ritornati a casa con l’autovettura, mentre mio figlio si è allontanato con la vespa. Appena tornato a casa, ho messo la macchina in garage e mi sono trattenuto, in abitazione fino alle 16.00. Poi con la bicicletta mi sono portato presso il bar Doris dove mi sono trattenuto per circa un ora. Ho visto i miei soliti conoscenti e naturalmente i titolari dell’esercizio. Dalle ore 17.00 in poi sono rimasto nella mia abitazione con mia moglie. Verso le 19.30 è rientrato anche mio figlio Andrea e tutti insieme abbiamo cenato. Verso le 20.30 mio figlio è uscito, mentre io con mia moglie siamo rimasti in casa a guardare la televisione, rammento canale 5 ma non il programma. Preciso che verso le 20.45 come al solito mia moglie è andata via per lavoro ed io sono rimasto solo. Dopo mezza notte, io stavo sonnecchiando a letto, è entrato mio figlio e ci siamo salutati di sfuggita. Ho quindi dormito fino alle 5.00. Preciso che dopo mezza notte ho sentito la vespa che conduceva mio figlio fermarsi e venire a parcheggiare all’interno del garage.”

ADR: “Non sono cacciatore e ho come unica arma la pistola cal.22 che voi avete visto, da me acquistata nell’ottobre 1984, utilizzata presso il poligono. Sono andato a sparare al poligono di tiro di Prato nel mese di luglio del c.a., prima che lo stesso chiudesse per ferie. Prima dell’acquisto della pistola mi recavo presso il poligono esercitandomi con la pistola in dotazione al citato ente. Prima di questa pistola, non ho mai posseduto altre armi, facendo riferimento al periodo da quando sono in Italia.

ADR: “Io normalmente i giornali dopo averli letti li butto via. Mia moglie invece, quando vi sono notizie particolari, è solita conservarli. In particolare ha conservato i giornali che hanno parlato del duplice delitto, verificatosi nel 1984 a Vicchio, in quanto essendo originario della zona, conoscevo, di vista, la famiglia Stefanacci. Preciso che nei giorni successivi a quel duplice omicidio, andai a vedere il luogo del delitto al ritorno dalla visita fatta al mio ex medico di famiglia dott. Caccamo Francesco, in località le Balze di Dicomano, appunto limitrofe alla zona di quel delitto.

ADR: “Quando lavoravo nell’OFISA (Impresa onoranze funebri) ho girato parecchio in Firenze, provincia e altre zone d’Italia. Dopo il 1979, anno in cui mi sono collocato in pensione, ho diradato molto i miei giri ed in particolare quest’anno sono andato alcune volte a Parma Nuova da mio figlio ed a Vicchio da mia madre, poche visite in quanto stava poco bene ed era assente. Non sono quasi mai andato, anzi escludo di essere andato nella zona del Chianti.

ADR: “La mia pistola matricola XXX è stata da me acquistata presso il poligono di tiro a segno, dal sig. XXXXXX a voi noto.

ADR: “Non vi so dire per quale motivo sia stata ritagliata la quinta pagina del giornale La Nazione del 27.1.84 in quanto come già detto, questi erano stati riposti da mia moglie.

ADR: “Sono in possesso del nulla osta per trasportare la pistola da casa al poligono di Prato, per quando mi ci reco per esercitarmi.

ADR: “Vi consegno la pistola sopracitata per i vostri accertamenti unitamente alla custodia, nonché la denuncia dell’arma stessa fatta al locale Commissariato di Polizia di Stato.

16 Settembre 1985 Testimonianza Giampiero Vigilanti

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