C’è l’identikit di un uomo è lui il mostro di Firenze?

FIRENZE (p.v.) – “Non lasciamo nulla di intentato”, dice il sostituto procuratore Paolo Canessa. Dieci giorni dopo l’ assassinio dei due turisti francesi le indagini sul mostro di Firenze proseguono senza soste. Continuano gli interrogatori dei testimoni, si verificano segnalazioni ed è stato preparato anche l’ identikit di una persona vista più volte in via degli Scopeti, la zona dove è avvenuto l’ ottavo duplice omicidio. Ma non ci sono certezze: potrebbe trattarsi di un passante. Ieri pomeriggio intanto a Roma il ministro degli Interni ha ricevuto al Viminale il procuratore della Repubblica di Firenze Raffaele Cantagalli per fare il punto sulle indagini. Nelle ultime ore sarebbe spuntata anche una nuova pista che gli investigatori della speciale squadra antimostro stanno seguendo con particolare interesse. E continuano gli accertamenti sul primo delitto, quello di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, uccisi nell’ agosto del 1968. E’ indubbio che la soluzione di questo enigma potrebbe dare una svolta alle indagini. Ne è convinto anche Francesco De Fazio, direttore dell’ Istituto di criminologia di Modena ed autore della superperizia. “L’ omicidio Locci-Lo Bianco – ha scritto – può aver influenzato l’ assassino ad innescare la catena di delitti attraverso due vie. La prima è nell’ avere assistito al delitto, la seconda nel possesso dell’ arma da fuoco e nella conoscenza delle circostanze in cui fu usata”. Quel primo duplice omicidio, spiega De Fazio, si discosta nettamente dai seguenti ma vi è legato da circostanze situazionali e dall’ arma. Ma ancora oggi il caso Locci-Lo Bianco pare irrisolvibile. Forse una forte ricompensa potrebbe servire a muovere le acque. E della ricompensa da dare ad eventuali informatori ne hanno parlato ieri Scalfaro e il presidente del Consiglio Craxi.

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18 Settembre 1985 Stampa: La Repubblica – C’è l’identikit di un uomo è lui il mostro di Firenze?
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