Il mostro sfida i giudici

FIRENZE – L’ incubo prende forma. Dopo diciassette anni di silenzio il mostro di Firenze si è messo in contatto con i magistrati che gli danno la caccia. Ma lo ha fatto a modo suo, seguendo gli schemi di un delirio che appare ormai incontrollabile. Ha inviato al sostituto procuratore Silvia della Monica, che in passato aveva indagato su quattro degli otto duplici omicidi “rivendicati” dal maniaco, un pacchetto contenente una parte del pube asportato a Nadine Mauriot, l’ ultima vittima assassinata insieme a Jean Michel Kraveichvili nella notte tra l’ 8 e il 9 settembre. La notizia è arrivata a Firenze come una bomba poche ore dopo che il ministro dell’ Interno Scalfaro aveva presieduto due vertici ai quali avevano partecipato sia il sindaco di Firenze Massimo Bogianckino, insieme con i colleghi di dieci comuni del comprensorio, sia gli inquirenti. Erano state dette parole rassicuranti. C’ era stata una conferenza stampa ma dell’ ultima orribile puntata della storia del mostro non era stato fatto cenno. Poco dopo le 15, però, le agenzie di stampa hanno diffuso la sintesi di un articolo che pubblicherà il settimanale “Epoca” e dove si racconta questa parte della vicenda che ormai pare seguire la sceneggiatura di un film dell’ orrore. I telefoni della procura della Repubblica hanno squillato ininterrottamente, i magistrati si sono subito riuniti e a tarda sera è arrivato un comunicato ufficiale. “La procura della Repubblica – dice – fa presente che è pervenuta ad un magistrato di questa procura una missiva anonima contenente una sostanza sulla quale sono state disposte analisi medico-legali tuttora in corso. Allo stato non esistono elementi per ricollegare l’ invio di tale missiva alle indagini relative all’ omicidio avvenuto in località Scopeti”. “Non lavorate di fantasia su questa notizia – ha ammonito il procuratore della Repubblica Raffaello Cantagalli – qualunque altra notizia aggiunta potrebbe nuocere alla tranquillità, se non alla sicurezza di un nostro collega. Fatti del genere stimolano la fantasia”. E ancora: “Poichè non è stata accertata alcuna connessione con l’ indagine in corso, qualsiasi notizia potrebbe nuocere al clima nel quale l’ indagine si svolge, alla conduzione delle indagini”. Ma c’ era anche un messaggio scritto? “Non ho altro da dire”, ha risposto il magistrato. Fin qui la parte ufficiale. Ammissioni e smentite, ma forse dai magistrati non ci si poteva aspettare di più. Dalle maglie di un segreto istruttorio ormai strappato sono però usciti i particolari, la sequenza degli avvenimenti è ricostruita. Il pacchetto, non paiono esserci dubbi, è stato spedito dal mostro di Firenze. E’ stato un aperto gesto di sfida verso una donna che è, contemporaneamente, magistrato. Una donna che si è occupata del suo caso e che ora viene costantemente protetta da quattro agenti. Stando alle indiscrezioni che circolano il pacchetto è stato spedito nella notte dell’ 8 settembre, poche ore dopo il duplice omicidio dei due turisti francesi, imbucato in una cassetta postale di San Piero a Sieve, un paesino che si trova a pochi chilometri da Borgo San Lorenzo, la zona dove fu commesso, nel 1974, il secondo duplice omicidio. Probabilmente il maniaco quando è arrivato in via degli Scopeti aveva già preparato il pacchetto, aveva con sè una busta di plastica per infilarci un pezzo del pube asportato alla donna. Forse aveva preparato da tempo questo colpo di scena. E così si spiegano anche le macchie di sangue, i fazzoletti sporchi trovati dagli inquirenti nella zona dell’ ultimo delitto. Il maniaco si è pulito le mani dopo aver preparato il pacchetto. Ma questo spiega anche la taglia, i 500 milioni richiesti dalla magistratura al ministro dell’ Interno per ricompensare eventuali informatori. Forse c’ è qualcuno che sa o che ha visto, forse un testimone si è trovato per strada quando l’ assassino ha infilato il pacchetto nella cassetta postale. Al sostituto procuratore Silvia Della Monica il pacchetto è stato consegnato martedì mattina. Dentro c’ era un sacchetto di plastica con all’ interno un pezzo di carne umana. Su un eventuale messaggio non ci sono conferme. Il reperto è stato subito portato nell’ istituto di Medicina legale dove sono cominciate le analisi. A quanto pare queste hanno avuto esito positivo. Il gruppo sanguigno riscontrato nell’ orrendo feticcio è lo stesso di Nadine Mauriot: il gruppo A. La vicenda del mostro di Firenze diventa dunque sempre più angosciante anche se, per la prima volta, i magistrati e la speciale squadra che da più di un anno lavorano su questo caso hanno qualche indizio: la carta del pacchetto, la busta di plastica, l’ inchiostro, si conosce la zona da dove è stato spedito. Ma probabilmente non è la zona in cui abita il maniaco visto che fino ad oggi non ha commesso errori. Il pacchetto comunque è anche il segnale di una follia che diventa sempre più esibizionista e che potrebbe portare il maniaco ad accelerare il ritmo dei suoi delitti. E così la paura torna nelle strade di Firenze anche se ieri mattina a conclusione dei due vertici col ministro erano state spese frasi piene di fiducia. “Stiamo facendo lo sforzo massimo – aveva detto Scalfaro – ci manca solo un po’ di fortuna”. Ma la realtà è che il mostro ha inviato un minaccioso messaggio.

di PAOLO VAGHEGGI

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/27/il-mostro-sfida-giudici.html?ref=search

Chi è la donna che ha ricevuto il “messaggio”

FIRENZE (p.v.) – Capelli biondi e lisci, piccolina, una spiccata preferenza per il casual, 38 anni, sposata con un dirigente della questura fiorentina, il sostituto procuratore Silvia Della Monica, è uno dei magistrati di punta nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti. Del mostro di Firenze si è occupata all’ inizio delle indagini e quasi casualmente. Era il sostituto d’ urgenza quando nel giugno del 1981 furono scoperti i cadaveri di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi. Era il terzo duplice omicidio ma soltanto allora gli investigatori poterono fare dei collegamenti: si accorsero che in giro c’ era un folle che ammazzava giovani coppie a colpi di Beretta calibro 22. Finì in carcere, allora per ordine del magistrato, un infermiere di Montelupo Fiorentino, Enzo Spalletti messo sotto accusa dopo una lunga indagine nel mondo dei guardoni ma Spalletti fu rilasciato dopo pochi mesi. Nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 1981 furono uccisi e orribilmente straziati Susanna Cambi e Stefano Baldi. L’ inchiesta ripartì da zero. La Della Monica continuò a lavorare insieme ai sostituti Adolfo Izzo e Pier Luigi Vigna fino all’ arresto di Francesco Vinci (anche lui in seguito scarcerato). Poi, presa dal ritmo delle inchieste sul traffico di stupefacenti, non si interessò più del mostro di Firenze. Per tre anni ha lavorato a una difficile inchiesta sul clan di Tommaso Spadaro, don Masino, il re del quartiere Kalsa di Palermo. Il processo si è concluso da pochi mesi con pesanti condanne. Probabilmente il magistrato non pensava più di avere a che fare con il mostro di Firenze. Ma l’ assassino non ha dimenticato, legge e studia attentamente i giornali come ha spiegato il criminologo De Fazio e ha spedito alla donna il macabro pacchetto. Ma perchè? Una delle ipotesi che circolano è che il mostro di Firenze sia stato interrogato o controllato per ordine del sostituto.

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/27/chi-la-donna-che-ha-ricevuto.html?ref=search

27 Settembre 1985 Stampa: La Repubblica – Il mostro sfida i giudici – Chi è la donna che ha ricevuto il “messaggio”
Tag:                                 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *