Un indizio porta al mostro ma servono prove schiaccianti” di Mario Spezi.

Secondo Spezi, o si trovava la Beretta o un feticcio, oppure non restavano che sospetti. Di sospetti ce ne erano molti e su un numero non molto grande di persone, ma non faranno mosse azzardate prima di avere in mano una di quelle prove. Il Procuratore Cantagalli ha detto ieri mattina che le fughe di notizie verificatesi hanno consigliato di tenere strettamente riservato ogni sviluppo. “Alcuni fili della tela di ragno sono stati purtroppo spezzati. Fortunatamente non i più importanti che sono rimasti coperti dal segreto istruttorio”. Secondo lo Spezi, quindi, gli inquirenti stavano lavorando su qualcosa che non è noto e che era giudicato più significativo della lettera con il lembo di tessuto e della cartuccia dell’ospedale o delle rilevazioni dei numeri di targa e dei tipi di auto e del colore dei mezzi transitati attorno a Firenze, la notte del delitto. “E’ inutile cercare di saperne di più perché è qualcosa di ritenuto determinante ai fini dei risultati dell’indagine”. E ancora: “Dalle indagini in primo luogo, dal clamore suscitato qualcosa di importante i magistrati hanno tratto”. Gli indizi convergevano su un numero non molto grande di sospettati. Dice Spezi: o si troverà la pistola e, quindi, il mostro o rimarranno solo sospetti. Spezi aggiunge che l’Avv. Benuccio Benucci, difensore di Stefano Mele (che aveva scontato 12 anni per il delitto del 1968 e che era di nuovo detenuto dal luglio, perché accusato di calunnia) ha presentato istanza di libertà provvisoria per il suo assistito al giudice Mario Rotella che non sembrava intenzionato a interrogare di nuovo il Mele e che avrebbe dovuto decidere nei giorni successivi.

Trovati nel bosco guanti da chirurgo e tracce di sangue. Ultim’ora” (senza autore). Guanti da chirurgo di gomma trasparente e un fazzolettino di carta intriso di sangue con alcuni capelli di colore castano sono stati ritrovati ieri sera (cioè il 3 ottobre) in un cespuglio del bosco che parte dalla radura dove erano stati uccisi i due francesi. La scoperta sarebbe stata fatta da due giovani di Prato che passeggiavano nella zona e gli oggetti erano stati rinvenuti tra il punto dove fu commesso il delitto e il lavatoio dove, due giorni dopo il duplice omicidio, erano state rinvenute tracce di sangue. I guanti (del tipo di quelli usati nelle sale operatorie) sarebbero puliti e addirittura appena estratti dalla scatola di confezione, trovata accanto ad essi. Il fazzolettino di carta sarebbe uguale a quelli trovati nelle ore immediatamente successive alla scoperta dei cadaveri. Il mostro, macchiatosi del sangue di Jean e forse anche del proprio, si pulì con dello scottex trovato dentro la tenda dei due francesi. Nel fazzolettino, oltre alle tracce di sangue, vi erano anche alcuni capelli di colore castano, analoghi a quelli di Nadine. I reperti sono stati prelevati ieri sera (cioè il 3.10.1985) nella caserma dei carabinieri da una “gazzella” partita dal comando di Borgo Ognissanti e sono ora al vaglio degli investigatori. Si sottolineano le perplessità dopo la scoperta: la zona era stata, stando alle fonti ufficiali, più volte setacciata da ingenti forze di polizia che avevano impiegato anche cani poliziotto. Erano passati 25 giorni dal delitto e tutta la zona era stata affrontata da tantissime persone. Se gli oggetti non furono abbandonati la notte del delitto, chi poteva aver avuto interesse a lasciare una falsa pista ?

4 Ottobre 1985 Stampa: La Nazione – Un indizio porta al mostro ma servono prove schiaccianti
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