Cresce il mistero sulla scomparsa del medico perugino Narducci. Il lago darà una risposta? Vedi pag. 9.
Il medico scomparso. Le acque, scure e limacciose, hanno ostacolato il lavoro dei sommozzatori. Le ricerche riprendono questa mattina. Molti i punti oscuri della vicenda. Si infittisce il mistero del lago. Ancora nessuna traccia di Francesco Narducci.
Nessuna traccia. Ieri, al tramonto, VV. FF. e CC. hanno sospeso le ricerche. Il fondale melmoso della Polvese è stato a lungo, ma inutilmente scandagliato. Sul fondo, la visibilità è praticamente nulla. Anche l’elicottero, giunto da Arezzo, è stato di scarsa utilità. Dodici persone hanno lavorato senza un attimo di sosta. La zona sotto osservazione è quella che va dalla Polvese a Sant’Arcangelo. Questa mattina si ricomincia, con base a San Feliciano. La tesi avvalorata è quella dell’annegamento e, se fosse vera, assicurano i VV. FF. che il corpo dovrebbe riemergere tra oggi e domani 12. Il cadavere potrebbe essere trattenuto sul fondo del lago solo da una rigogliosa vegetazione ma in quel punto, spiegano i pescatori, il fondale è pulito, anche se estremamente fangoso. Ieri mattina , una radio privata, durante il notiziario mattutino, ha annunciato: “All’alba, è stato ritrovato il cadavere del dottor Narducci”. La notizia, incontrollata (?), ha fatto il giro della città. I centralini dei VV. FF. e dei CC. sono stati tempestati da telefonate. I parenti del Narducci hanno dichiarato di voler denunciare i diffusori di quella notizia. Gli amici e i conoscenti non credono alla disgrazia. Tanti sono i punti oscuri. Se avesse voluto fare il bagno, avrebbe dovuto svestirsi, ma i vestiti non c’erano. Il costume da bagno è stato trovato nel “cinque metri” trovato davanti alla Polvese accanto al giubbino che il medico indossava sopra la camicia. Poco più in là, un salvagente, dei razzi di segnalazione, un pacchetto di sigarette gli occhiali da sole e gli sci d’acqua. L’ancora non è stata usata. Il motore era spento, le marce non ingranate, le chiavi erano nel quadro. Nessuna traccia di sangue. L’ultima persona che lo ha visto, il pescatore Augusto Mancinelli, ha scambiato con lui alcune battute ma lo ha trovato tranquillo e apparentemente senza problemi. Quell’estate non aveva frequentato il Lago.