“Mostro. Il sangue non è dei giovani francesi” di Mario Spezi.
Altri punti interrogativi emersi dalla perizia sul fazzoletto. Il sangue, sicuramente umano, non è del gruppo “A” né di quello “O” e non appartiene, perciò alle vittime. Di chi era allora ? E da quando si trovava in quel luogo ? E’ il sangue del mostro ? “Allo stato attuale quel fazzoletto non è di alcuna utilità” hanno detto i magistrati Fleury e Canessa che non hanno voluto dire a quale gruppo appartenga il sangue rinvenuto e non hanno voluto addentrarsi in spiegazioni. Secondo le ultime ricostruzioni, i guanti (piccoli) e il fazzoletto non sarebbero stati rinvenuti insieme e neanche troppo vicini gli uni all’altro. La difficoltà è quella delle prove: bisognava trovare o la 22 o uno dei feticci. “L’indagine, che nei giorni immediatamente successivi al delitto sembrava potere riservare risultati utili in breve tempo, pare di nuovo tornare sui binari della normalità. A chi ieri chiedeva agli inquirenti se fossero ancora ottimisti, uno di loro ha risposto: “ Per noi l’ottimismo è d’obbligo. Come faremmo altrimenti a lavorare ?”.
“La Nazione” Umbria
“Nessuna traccia del Narducci. Ultima “speranza” è il rapimento” di Elio C. Bertoldi.
Alle 7,30 i sommozzatori erano già in acqua. Il lago era calmo e spirava un leggero vento levantino. Le ricerche sono ricomprese dove è stata rinvenuta la barca “PR 3304” del Narducci, a sud ovest della Polvese. Gli amici e i conoscenti del Narducci si “aggrappano alla speranza “ del rapimento, ma gli investigatori hanno subito accantonato questa ipotesi. Ipotizzare un sequestro di persona con “arrembaggio” appare lontano da ogni logica, anche perché il motoscafo del Narducci era molto potente, da 70 cv. Insomma, la pista del rapimento non ha spessore di credibilità. “Così come viene respinta l’ipotesi del suicidio”, perché non gli mancava nulla. “Rimane, dunque, l’ipotesi di un’agghiacciante disgrazia. Una caduta in acqua nel corso della quale, però, “qualcosa” (o un urto o una improvvisa congestione) ha impedito al giovane professionista di potersi trarre d’impaccio, come avrebbe saputo fare in condizioni normali, da solo e senza soverchi problemi. Un’altra vittima, dunque, del Lago Trasimeno ? Sembra purtroppo di sì. Quest’anno lo specchio d’acqua aveva già “rapito” prima di martedì, tre vite umane: quella di due velisti fiorentini e quella di un ragazzo di Magione uscito in pattino”. Il corpo restituisce però i corpi: nei periodi caldi, dopo due o tre giorni, in quelli freddi, dopo sette.
Una voce subito smentita
Le ricerche del Narducci sono state interrotte ieri al tramonto. Riprenderanno stamattina. I sub di Grosseto si sono immersi più volte nella zona tra la piattaforma e il vecchio castello della Polvese. Ieri mattina, all’improvviso, era circolata la voce del rinvenimento del cadavere del Narducci, voce subito smentita dalle fonti ufficiali. Oggi, nella zona, tornerà anche l’elicottero di Arezzo, guidato dall’ing. Pennella che ieri mattina ha potuto effettuare solo pochi giri poiché ha dovuto trasportare d’urgenza un grande ustionato a da S. Giovanni Valdarno a Roma. Alle ricerche partecipano i CC. di Castiglione del Lago e gli uomini della “Polizia delle acque”;