“Mostro: indagini ritornate a zero? Ieri nuovo vertice in Prefettura” di Riccardo Catola.
Atmosfera divenuta di nuovo non elettrizzante tra gli inquirenti. Nessun risultato.
Continuano gli accertamenti e si controllano indicazioni anche anonime, giunte per posta o per telefono. Riunioni su riunioni. Ieri gli inquirenti stavano dai CC. Mitomani. La Procura ammette l’impasse. Ieri si è riunito il Comitato per l’ordine pubblico sotto la presidenza del Prefetto Giovanni Mannoni, ma non c’erano i magistrati. C’erano però i rappresentanti di tredici Comuni (tra cui Firenze, Scandicci, San Casciano + il Comune di Empoli). Le perizie sui guanti e il fazzolettino non hanno sciolto l’enigma. Si è solo accertato che il sangue non appartiene a nessuna delle due vittime. Non si riesce a capire quando e da chi possano essere stati lasciati. Potrebbe darsi che Michel abbia ferito il Mostro e che il sangue appartenga a quest’ultimo ma allora la prova potrà arrivare in un futuro imprevedibile. Intanto Rai 3 ha trasmesso ieri un’intervista con Natalino Mele. “Mio padre non dice tutta la verità – spiega – teme per la mia vita. Qualcuno lo ha convinto a non parlare. Quando mi svegliai dopo l’omicidio fui accompagnato per un tratto da un uomo con una voce rassicurante”.
In un articolo a fianco si parla dell’impegno di Vigna e Chelazzi nell’indagine al treno di Natale.
“La Nazione” Umbria
Introvabile il professor Narducci. Si indaga su un inquietante e strano episodio di Elio Clero Bertoldi.
Giornata di sole, ma buio fitto nelle indagini. Anche ieri l’elicottero di Arezzo ha volteggiato sulla Polvese, zona sud – ovest, dove era stata rinvenuta la barca. Ieri i sommozzatori di Roma (che hanno dato il cambio a quelli di Grosseto), si sono immersi più volte alla cieca. La visibilità è limitatissima (30 – 50 metri). Anche ieri, gli uomini della Mobile (isp. Capo Napoleoni, Cambula e Pascai) e volontari (tra cui i custodi della Polvese) hanno battuto battute sull’isola. Eppure, nessuna nuova, buona nuova…Anche ieri, è stato notato Pierluca, sul moletto di San Feliciano, in angosciosa attesa. “Non potrebbe essere stato attirato in un taranello, il professor Narducci ? Invitato ad un incontro, magari con la minaccia di ritorsioni e poi portato via ? “. Ipotesi corroborata dal gommone notato martedì. Ma gli investigatori hanno detto che su quel gommone c’erano il proprietario del natante che lo stava facendo provare al candidato acquirente, tutte persone identificate. Tanti sono i particolari che non tornano. Si è trattato allora di una fuga volontaria? L’ipotesi non appare credibile.
Misterioso mazzo di fiori rossi.
Un misterioso episodio su cui indagano polizia e carabinieri si è verificato giovedì mattina, nell’abitazione di Ugo Narducci. Un uomo anziano, sulla sessantina, coi capelli bianchi, avrebbe suonato al campanello. A una congiunta di Ugo, l’uomo avrebbe consegnato un mazzo di fiori rossi e l’avrebbe poi baciata sulle guance, dicendole: “ Li dia al professore – avrebbe detto l’uomo – ; glieli manda Bruno…”. L’episodio non è stato confermato dalle fonti ufficiali ma, secondo alcuni, sarebbe carico di significati mafiosi. E’ bastata questa voce, ieri sera, a far sorgere il sospetto che il giovane professore scomparso, magari non volendo, o addirittura curando una persona, abbia “pestato i piedi” a qualche “persona di rispetto”, e che pertanto si debba interpretare la scomparsa del giovane medico sotto una luce diversa”