Dato che quel 13 ottobre del 1985 nessuna delle autorità presenti sul molo disponeva un servizio fotografico del cadavere e nessuna delle forze di polizia prese l’iniziativa in tal senso, non esistono immagini del cadavere ripescato nel lago quella mattina. Ne sarebbe bastata un in primo piano per avere delle certezze sul riconoscimento del cadavere, ma non furono fatte, da domandarsi perchè.

Per fortuna esistono delle immagini, le uniche oggi, che ritraggano la scena e il cadavere anche se da molto lontano. Si tratta delle fotografie scattate da Pietro Crocchioni, fotografo de “La Nazione”.

Pietro Crocchoni seppur ad una certa distanza riesce a fare alcuni scatti che sono poi quelli che oggi ci permettono di osservare la scena del pontile, i personaggi presenti e alcuni particolari del cadavere, come parti dell’abbigliamento, dimensioni, coloriti chiari o scuri.

La presenza di Crocchoni sul pontile deriva da una telefonata che il giornalista Elio Cleo Bertoldi ricevette e che lo informò del ritrovamento del corpo di Francesco Narducci. Il Bertoldi non ha mai fatto il nome di chi lo avvertì. Il Bertoldi però chiamò immediatamente il Crocchoni che ancora dormiva. I due partirono assieme alla volta del pontile di Sant’Arcangelo raggiungendolo alle 8.45 circa, proprio nel momento che il corpo veniva sbarcato dalla pilotina dei Carabinieri.

Questo dato permette di stabilire che il corpo ritrovato nel lago, ed issato sulla pilotina circa alle 8.00, dopo che era stato ritrovato circa alle 7.30,  è rimasto ben 45 min. sul fondo della pilotina stessa. Di cui 20 min., fino alle 8.20 per il tempo tecnico di rientrare dal lago al molo, e 25 min. con pilotina ferma al pontile prima che fosse sbarcato alle 8.45. 

I due giornalisti per vestirsi e raggiungere il pontile ci hanno messo poco meno di un’ora, questo significa che hanno avuto la notizia del ritrovamento del corpo almeno alle 7.45, forse il Bertoldi anche 5 min. prima, cioè alle 7.40. Una comunicazione davvero tempestiva considerando che il corpo fu individuato alle 7.30 e solo alle 8.00 era a bordo della pilotina dei Carabinieri. Considerando che non c’erano i cellulari all’epoca furono quasi avvertiti i giornalisti prima dei Carabinieri, ma non è dato sapere da chi; certo non da qualcuno che era a bordo della barca che ritrovò il corpo, ma da qualcuno a terra che aveva accesso ad un telefono oltre ad avere anche accesso all’informazione che il corpo era stato ritrovato, come lo sapesse è un dato davvero difficile da comprendere.

13 Ottobre 1985 Le presenza dell’obbiettivo di Pietro Crocchoni

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