“Riemerso dal Trasimeno il corpo privo di vita di Francesco Narducci. E’ morto ma perché?”
(preannuncia l’articolo a p. 8). Vi è la notizia e poi “Sono in corso accertamenti per stabilire l’esatta dinamica della vicenda che presenta ancora, secondo gli investigatori, alcuni lati non del tutto chiariti”.
Disgrazia o suicidio. Francesco Narducci è stato trovato da due pescatori dopo 5 giorni di inutili ricerche. Si parla di collasso cardiocircolatorio, manca però il referto medico legale. Il lago ha restituito solo il corpo. Il cadavere riemerge a Sant’Arcangelo e la morte del medico resta misteriosa” di Mauro Avellini.
Ore 7,10, Ugo Baiocco entra in acqua con la sua barca insieme ad Arnaldo Baldelli per gettare i tofoni. Alle 7,20, i due pescatori, a 500 metri dalla riva e a circa 800 dal pontile di Sant’Arcangelo, notano uno strano ammasso d’alghe. Giunti sul posto, vedono il cadavere col volto “sfigurato”, ma perfettamente vestito: le scarpe allacciate, i pantaloni, la camicia e la cravatta. Tornano subito a riva dove due cacciatori si sono accorti dell’accaduto. Uno di loro, Giancarlo Pernacchia, torna in acqua col Balzelli per avere la certezza che si tratti del Narducci. Gli altri due avvertono i CC. La segnalazione arriva, via radio, anche all’elicottero e agli altri mezzi. Con rapida successione si portano tutti sul luogo del ritrovamento. Alle 8,45 arrivano il M.llo Bruni, il Questore Trio e il Cap. Di Carlo. Il carro funebre con la bara si è mosso da Sant’Arcangelo verso le 10. “Il cadavere era irriconoscibile ma sul suo corpo non è stata trovata alcuna ferita. L’orologio da sub funzionava ancora, il portafogli era al suo posto. “E la pietà per la vittima di un mistero che è rimasto tale e resterà tale è diventata più forte di ogni altra cosa”. Il corteo si è diretto subito verso San Feliciano. Secondo il referto dell’ufficiale sanitario.