TRA PAURE, FANTASIE E SOSPETTI IL MOSTRO DIVENTA BUSINESS

FIRENZE – C’ è un nuovo mistero nelle indagini sul mostro di Firenze. Nasce dalle dichiarazioni di una studentessa di 18 anni che afferma di aver saputo della lettera inviata dal maniaco al sostituto procuratore Silvia Della Monica il 26 settembre, il giorno prima che la notizia dell’ orrida missiva (conteneva una piccola parte del seno di Nadine Mauriot uccisa nella notte fra l’ 8 e il 9 settembre) diventasse di pubblico dominio. La ragazza ha raccontato ai carabinieri di aver fatto l’ autostop e di aver accettato un passaggio da uno sconosciuto che viaggiava a bordo di una Talbot. L’ uomo, circa 50 anni, accompagnò la studentessa fino a Borgo San Lorenzo e durante il viaggio parlò della lettera di cui, fino a quel momento, erano a conoscenza pochissime persone. Qualcosa di simile era già accaduto nel 1981, all’ indomani dell’ assassinio di Giovanni Foggi e Carmela de Nuccio. Un infermiere di Montelupo fiorentino, Enzo Spalletti, raccontò alla moglie del duplice omicidio prima ancora che la notizia fosse pubblicata dai quotidiani. Spalletti, interrogato, disse di aver appreso la notizia da una radio libera ma fu arrestato. Fu scarcerato dopo quattro mesi dopo un nuovo e duplice assassinio. Alla testimonianza della ragazza, comunque, i magistrati non sembrano attribuire molta importanza. “La notizia della lettera spedita dal maniaco ormai circolava – spiega il sostituto procuratore Francesco Fleury, uno dei tre magistrati che si occupano dell’ inchiesta – la ragazza comunque potrebbe anche sbagliare di un giorno. Per noi comunque non cambia nulla”. Ma riuscirete ad arrestare il mostro? Il sostituto risponde con un “ma” e allarga le braccia. “Le indagini vanno avanti e fortunatamente c’ è qualcosa che voi giornalisti non sapete”, afferma invece il sostituto Paolo Canessa. La frase ha però il suono di un bluff anche se in giro per l’ Italia c’ è la convinzione che l’ arresto del mostro sia ormai imminente o che sia già in carcere e che la notizia venga tenuta segreta. Da questa convinzione nascono decine di sconcertanti episodi. L’ ultimo risale a venerdì pomeriggio. Tre medici milanesi hanno telefonato alle redazioni dei principali quotidiani offrendo, dietro adeguato compenso, lo scoop dell’ anno: nome e cognome del mostro di Firenze, giorno e circostanze della cattura. Hanno spiegato di aver saputo la notizia casualmente mentre erano a pranzo in casa di amici e che il mostro era un “pezzo grosso”, un personaggio famoso. Ma sono bastati pochi controlli per scoprire che il presunto assassino era un “noto chirurgo” finito in carcere a causa di un violento litigio con l’ amante. I soliti ignoti hanno clamorosamente amplificato l’ episodio. Delle voci incontrollate è vittima anche un noto medico fiorentino più volte indicato come il mostro, forse soltanto perchè scapolo. “Questa storia comincia a rompermi – dice al telefono – io sono pulitissimo, non ho nulla da nascondere. Sono un professionista serio. Voglio essere lasciato in pace”. “Spero che il mio nome finisca sui giornali – conclude tra il minaccioso e l’ ironico – con i soldi che prenderò potrò andare sei mesi alle Isole Maldive”. Quella dei medici è una categoria nel mirino anche perchè, a causa degli orrendi riti che vengono consumati dopo gli omicidi, il mostro viene identificato in un “esperto in chirurgia”. Non solo. Davanti all’ ospedale di Santa Maria Annunziata è stato trovato un proiettile calibro 22 marca Winchester, serie H, di quelli che solitamente usa il folle assassino. La realtà è, come al solito, diversa. I proiettili della serie H sono ancora in vendita, e inoltre un test portato a termine presso l’ Istituto di criminologia di Modena ha dimostrato che per fare certe amputazioni non occorre essere medici-chirurghi. Ma la perquisizione all’ ospedale ha acceso la fantasia popolare. Accanto a questo fiorisce la “mostruologia”. Pullulano lungo tutta la penisola gli esperti (gli inquirenti hanno ricevuto quasi cinquemila lettere), va a ruba qualsiasi pubblicazione che parli dei 16 omicidi. Il quotidiano “La Nazione” ha venduto quasi centomila copie di un supplemento di dodici pagine dedicato al maniaco. Sta per arrivare in edicola il secondo libro dedicato all’ assassino, mentre un gruppo di produttori sta pensando di fare un film dal primo. Circolano anche decine di macabre barzellette. E il mensile satirico livornese il “Vernacoliere”, che ha dedicato un numero speciale al mostro, è andato esaurito in pochi giorni.

di PAOLO VAGHEGGI

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20 Ottobre 1985 Stampa: La Repubblica – Tra paure, fantasie e sospetti il mostro diventa business
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