Il 28 Ottobre 1985 Il Procuratore della Repubblica Adolfo Izzo assieme al Giudice Mario Rotella interrogano Silvano Vargiu.
Il Vargiu riferisce di aver sentito voci popolari che riportavano che Salvatore Vinci e Nicola Antenucci fossero amanti. Riportò anche che fu Salvatore Vinci a chiedergli, un mese dopo l’omicidio Locci – Lo Bianco, di sostenere il suo alibi. Vargiu conferma di essere stato con il Vinci a giocare a biliardo, ma non è in grado di collocare nel tempo esattamente in quale giorno i due erano assieme.
Egli, quindi, chiarisce che, dell’alibi di Salvatore VINCI, gli è stato chiesto, solo un mese o poco più, dopo il delitto, quando già lui è venuto a conoscenza che Stefano Mele ha accusato gli amanti della moglie e quindi anche Salvatore. Infatti, incontrandolo al bar, Salvatore gli conferma che Stefano in un primo momento ha accusato Francesco e quindi anche lui, e così gli dice testualmente: “GUARDA CHE TU SEI TESTIMONE PERCHÉ IO QUELLA SERA ERO A GIOCARE CON TE…” facendo riferimento anche ad un ragazzo biondo che all’epoca abita con lui. Il Vargiu prosegue affermando che è probabile che lui sia stato a giocare con Salvatore e questo ragazzo, ma di non essere ovviamente in grado di stabilire se si tratti di quella sera o di un’altra. Peraltro, egli precisa, avendo Mele già accusato Salvatore vinci e Francesco, ed uno o due altri amanti della moglie, che mai ha avuto motivo di dubitare di quello che Salvatore gli ha detto. Il VARGIU conclude affermando di non essere in grado di precisare se si tratti di una sera o di un’altra in cui è stato a giocare a biliardo con Salvatore e di essersi fidato di lui.